Cherono e la Javornik per il record della corsa di Enrico Zambruno

Cherono e la Javornik per il record della corsa AMBIZIOSI PROPOSITI DA PARTE DEI CAMPIONI STRANIERI CHE DOMANI AFFRONTERANNO DA FAVORITI LA TURIN MARATHON Cherono e la Javornik per il record della corsa Enrico Zambruno Abituati al clima equatoriale del Kenya, una sorta di primavera perenne, i top runner africani che prenderanno parte alla Turin Marathon ieri affacciandosi alla finestra avevano tutti lo sguardo basso per colpa della fitta pioggia che stava cadendo sul capoluogo piemontese. Quando gli organizzatori hanno detto loro che le previsioni per domani prevedono una schiarita e lo spuntar del sole, ecco che sui loro visi è tornata un po' di serenità. La 42 chilometri subalpina si augura grandi riscontri cronometrici, e dando un'occhiata ai partecipanti è ipotizzabile una gara con ritmi alti ed incerta, naturalmente tempo permettendo. Da battere saranno come sempre gli atleti stranieri, con gli italiani (che vincono la maratona torinese da due anni consecutivi) possibili outsiders. Gli azzurri in strada cercano l'ultimo pass olimpico a disposizione, essendo gli altri due nelle tasche di Baldini e Caimmi. Alberico Di Cecco (primo a Treviso a metà marzo) e Danilo Goffi sono in prima linea, con di rincalzo gh altrettanto validi Sergio Chiesa e Fabio Rinaldi. Il favorito numero imo della corsa maschile è comunque il 27enne kenyano Frederick Cherono, trionfatore delle maratona di Roma nel 2003 in 2h 08,47": dopo l'amara esperienza ai Mondiali di Parigi dello scorso agosto ed una sfortunata prova in Corea, arriva a Torino con il coltello tra i denti, pronto non solo a vincere ma anche ad abbassare il primato della gara, fenno a 2h 07'44 (Alemayhu Simeretu, 2001). «Negli ultimi mesi mi sono allenato bene - afferma il talento allenato da Renato Canova - e, sperando che il clima migliori, ho nelle gamie un buon tempo. L'importante è che ci sia una lepre fino al trentesimo chilometro, in modo da avere un alto ritmo di corsa». Alle sue spalle, ecco un tridente di connazionali pronti a fare lo sgambetto al più conosciuto collega: Michael Kapkiai, Solomon Rotich e Simion Mutai. Il primo trionfò a Torino nel '94 in 2h I0'07", poi però sparì dalla scena intemazionale complici vari acciacchi fisici: è rinato all'ombra del campanile di Giotto, nel 2002 a Firenze. «E magari domenica tomo quello di dieci anni fa scherza il 36enne keniano - sono convinto dei miei mezzi, posso stare con i primi tutto il tragitto: questa città mi porla fortuna, il percorso è diverso da quello passato ma è lo stesso adatto al e mie caratteristiche». Darà del filo da torcere a Cherono ed agli italiani anche Solomon Rotich, sguardo e timidezza da bambino, settimo a Venezia lo scorso ottobre e "raccomandato" speciale dall'illustre compagno Rogers Rop, due volte vincitore della Maratona di New York. Arriva invece dalla vicina Slovenia la principale indiziata per la vittoria della gara femminile: Helena Javornik, una delle ragazze più polivalenti dell'intero panorama atletico, ha scelto Torino per prepararsi al meglio per i Giochi Olimpici ateniesi. Dietro di lei le insidie si chiamano Jennifer Chesinon e Jane Ekimat, mentre non figurano atlete italiane di buon livello alla partenza in corso Massimo d'Azeglio. «Sono qui in Italia per vincere e per fare il mio record personale (attualmente di 2h 28'13", ndr) ammette la slovena - penso di essere in grado correre tra le 2h 26' e le 2h 27'. Saranno importanti, come del resto nella competizione maschile, le lepri fino al trentesimo chilometro: poi da quel momento inizia la vera gara, e da h dovrò imporre la mia tattica». Se scenderà sotto le 2h 27'04", oltre ad essere la più veloce maratoneta di tutti i tempi della corsa torinese la Javornik conquisterà anche un bonus di 9.000 euro; sono invece almeno 23.000 quelli che andranno nelle tasche del nuovo possibile recordman maschile, che dovrà però battere il crono di tre anni fa fatto registrare dell'antilope Simeretu. Di Cecco e Cherono, rispettivamente 30 e 10 a Roma nel 2003, si ritrovano a Torino