Il Capo dello Stato: no ad azioni di guerra

Il Capo dello Stato: no ad azioni di guerra IL QUIRINALE li Presidente al Comitato supremo di difesa: ai militari solo compiti di mantenimento della pace Il premier: il Parlamento ha deciso di inviarli a Nassiriya per dare un sostegno alla popolazione Il Capo dello Stato: no ad azioni di guerra Prosegue la missione con il mandato di «peace-keepinq» Antonella Rampino ROMA La missione itahana in Iraq continua, ma non è previsto che essa possa passare dal mandato di mantenimento della pace all'imposizione della stessa a mezzo della forza: i paletti consighati un anno fa, poche ore prima che il Parlamento varasse la missione Antica Babilonia, da un'apposita riunione del Consiglio Supre-. mo di Difesa, reggono. Lo ribadisce con chiarezza un comunicato del Quirinale, al termine deUe quasi due ore di riunione del Consigho. E dunque, pur rimanendo fermo che l'indirizzo politico spetta al governo e al Parlamento, resta «esclusa la partecipazione di militari itahani ad azioni di guerra». Ciampi apprezza l'opera di peace-keeping dei nostri soldati in Iraq, con i cui comandi s'è tenuto in questi giorni di crisi costantemente in contatto. Considera che l'opera di mediazione svolta sul campo dagli itahani sia preziosa, pur nella preoccupazione per i quattro prigionieri e per i fatti del 6 aprile. Ma non è possibile che la terribile evoluzione dello scenario iracheno ci trascini nel peacemaking o nel peace-enforcing, a un passo dall'impegno in guerra. Berlusconi s'è detto d'accordo: «I nostri militari sono in missione per dare sostegno alla popolazione, la guerra non c'entra niente». Tanto che l'Italia si adopererà per una nuova risoluzione dell'Onu, possibilmente già a metà maggio: pieno accordo, in questo, tra Ciampi e Berlusconi. Del resto, la cosa era stata annunciata al Parlamento poche ore prima della riunione dal ministro Frattini. Soprattutto, questa era cosa di cui Ciampi aveva già discusso vis-à-vis con Kofi Annan, durante il viaggio, ormai sei mesi fa, del Presidente della Repubblica negli Stati Uniti. Ci vorrebbe una nuova risoluzione, aveva detto al segretario generale deUe Nazioni Unite. E che il coinvolgimento deh'Onu, il ritomo al multilateralismo siano passaggi politicamente ineludibili, nei discorsi di Ciampi è del resto tema ricorrente. Ieri, un imprevisto ma giustificato ritardo di Franco Frattini, impegnato come ministro degli Esteri a riferire al Parlamento sulla situazione irachena, ha consentito poi a Carlo Azegho Ciampi e a Silvio Berlusconi di conversare amabilmente a quattr'occhi per una decina di minuti, prima che nella Sala degh arazzi di Lilla ci si riunisse tutti attorno al tavolo tondo del Consigho Supremo di Difesa. Era da un bel po' che non si vedevano, dato che son stati sospesi gh «appuntamenti del giovedì» per i quah il premier saliva settimanalmente al CoUe. Erano circolate voci di dissapori. Di certo, ha aiutato il bhtz che Berlusconi ha compiuto, alla vigilia di Pasqua, proprio a Nassiriya. E così, quando a un quarto alle sei Frattini è arrivato, si è anche potuti passare a esaminare i dossier senza frapporre tempo in mezzo. Tre relazioni: quella del ministro deUa Difesa Martino, quella di Frattini, e anche quella del ministro degh Interni Pisanu. Quanto mai opportuna, dato il rischio sempre presente in Itaha, come altrove, di attentati terroristici. Ciampi è preoccupato. Per la situazione dei quattro itahani presi in ostaggio, ma se è possibile ancor di più per l'evoluzione dello scenario iracheno. E la sua convocazione del Consigho Supremo di Difesa che s'è tenuto ieri risale operativamente a un mese e mezzo fa, quando gh uomini del Quirinale hanno fatto il primo giro di telefonate per cercare di coordinare le agende di Berlusconi, Martino, Frattini, Tremonti, Pisanu, nonché del capo di stato maggiore della Difesa Di Paola (che ieri era al debutto in quel consesso, pur avendo una antica consuetudine con Ciampi), oltre che quelle del segretario del Consigho ammiraglio Mariani, e delle eminenze grigie di Quirinale e Palazzo Chigi, ovvero Gaetano Gifuni e Gianni Letta. Mentre, e questo forse non è stato ininfluente nella «ricognizione sul campo» che Berlu- sconi ha effettuato a Nassiriya, la data della riunione è stata formalmente comunicata l'S aprile scorso. All'ordine del giorno, un mese e mezzo fa, c'era l'avvio della Pesd, ovvero l'organizzazione della difesa e della sicurezza europea, a capo della quale è stato recentemente dislocato l'ex capo di stato maggiore Mosca Moschini. Ieri, nel comunicato ufficiale diramato a fine riunione, si è aggiunto il riferimento alla partecipazione dei nostri militari alla Nato. Un passaggio da far drizzare le orecchie, poiché quando dopo il 30 giugno Bremer avrà passato la mano alla reggenza irachena (come intanto da Baghdad ribadiva l'inviato di Annan, Brahimi), a garantire la sicurezza potrebbe essere proprio la Nato. Ecco, dunque, che quella struttura andrà rafforzata. L'Italia farà la sua parte, ha naturalmente assicurato il ministro Martino. IL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA Giulio Tramonti Ministro dell'Economia CARLO AZEGLIO CIAMPI presidente Presidente della Repubblica Giuseppe Pisanu o Franco Frattini Ministro degli Affari Esteri o L'Art.87 della Costituzione: Il Presidente della Repubblica ' presiede il Consiglio Supremo de la Difesa" Gianni Letta* Sottosegre tarlo alla Presidenzadei Consiglio dei ministri Amm. Giampaolo Di Paola Capo di Stato Maggiore della Difesa o Funzioni: Organo collegiale consultivo del governo. "Esamina i problemi generali politici e tecnici attinenti alla difesa nazionale e determina i criteri e fìssa le direttive per l'organizzazione e il coordinamento delle attività che la riguardano" Le riunioni: Il Consiglio si riunisce almeno due volte all'anno. Ed e convocato, tutte le volte che se ne ravvisi la necessità, dal Presidente della Repubblica, di propria iniziativa o su proposta del Presidente del Consìglio dei ministri o Antonio Martino Ministro della Difesa o Gaetano Gifuni Segretàrio generale del Quirinale o SILVIO BERLUSCONI vicepresidente Presidente del Consiglio dei ministri *Su invito del Presidente della Repubblica Amm. Angelo Mariani Segretario del Consiglio supremo di Difesa Silvio Berlusconi, Franco Frattini, Carlo Azeglio Ciampi, Giuseppe Pisanu e Antonio Martino al termine della riunione

Luoghi citati: Babilonia, Baghdad, Iraq, Italia, Lilla, Roma, Stati Uniti