L'Iran: gli Usa ci chiedono di mediare

L'Iran: gli Usa ci chiedono di mediare LA TRATTATIVA L'inviato dell'Onu annuncia nella capitale irachena che le prime elezioni politiche si svolgeranno il 31 gennaio 2005: è un'importante contropartita per l'ayatollah Sistani, che non ha appoggiato la rivolta L'Iran: gli Usa ci chiedono di mediare Una delegazione di Teheran è arrivata a Baghdad Il leader ribelle Al Sadr: «Sono pronto a discutere» Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK Gli americani comhattono a Falluja contro la guerriglia sunnita e negoziano a Najaf con gli estremisti sciiti grazie anche ai buoni uffici di Teheran, mentre a Baghdad l'inviato dell'Onu annuncia che le prime elezioni del dopo-Saddam si terranno il 31 gennaio 2005. A Falluja, roccaforte dei miliziani dell'ex partito Baath, le truppe americane hanno ripreso ieri l'offensiva bersagliando pesantemente con artiglieria, mortai ed elicotteri le zone della città dove sarebbero asserragliati anche gruppi di terroristi legati ad Al Qaeda, compreso il super-ricercato Abu Mussab al-Zarqawi sul quale pende una taglia di 10 milioni di dollari. La decisione di intensificare gli attacchi da parte dei marines segue il fallimento dei negoziati intentati da alcuni leader del Consiglio iracheno nel tentativo di arrivare alla consegna dei responsabili del linciaggio di quattro civili americani avvenuto il 31 marzo, quando i loro corpi vennero bruciati e appesi ad uno dei ponti sull'Eufrate della città. Diverso invece lo scenario a Najaf. I duemilacinquecento soldati attestati al perimetro della città non hanno sparato un solo colpo mentre la mediazione intentata dai leader sciiti locali, che fanno capo al grande ayatollah Ali Sistani, ha dato frutti con l'annuncio da parte di Moqtada al-Sadr della disponibilità a «trattative». Alcune fonti locali parla¬ no anche di un abbandono da parte di Al Sadr della moschea in cui si era rifugiato nei pressi di Najaf. «Sono pronto a negoziare e a trasformare la mia milizia in un partito politico», ha annunciato Al Sadr, facendo sapere di essere incline a un compromesso che gh eviti l'arresto. La svolta nel braccio di ferro fra gh americani e Al Sadr, leader della milizia estremista «Esercito del Mahdi», è coincisa con l'annuncio da parte del ministero degli Esteri di Teheran che una delegazione iraniana sarebbe arrivata a Baghdad per «aiutare i negoziati» a seguito di «una richiesta giunta dagh Stati Uniti attraverso la mediazione della Svizzera». L'Iran fino a questo momento ha sempre sostenuto le posizioni di Ah Sistani, anche se l'intelligence americana sospetta che i Guardiani della Rivoluzione dietro le quinte in realtà finanzino r«Esercito del Mahdi». La decisione di Ah Sistani di non appoggiare la rivolta di Al Sadr di fatto ha consentito agh americani di riprendere il controllo delle città scute nel Sud, e l'ayatollah ha ricevuto ieri un'importante contropartita politica con l'annuncio da parte dell'inviato delle Nazioni Unite, Lakhdar Brahimi, che le prime elezioni pohtiche del dopo Saddam si terranno «il 31 gennaio del 2005». Da mesi Sistani chiedeva a 1 Onu e Stati ■Uniti una «data chiara» sul voto, condizionando a questo accordo il via libera alla transizione dei poteri in Iraq prevista per il 30 giugno. E Sistani, oltre all'impegno dell' Onu, ha ottenuto la parola del presidente degli Stati Uniti, George Bush, che nella conferenza stampa di martedì sera alla Casa Bianca ha anch'egh fatto riferimento al «gennaio 2005». Brahimi, parlando da Baghdad al termine di una settimana di incontri, è andato oltre, disegnando i contomi di quello che sarà l'esecutivo iracheno «di transizione» che assumerà il potere il 1" luglio: «Sarà un esecutivo guidato da un primo ministro che comprenderà uomini e donne irachene noti per la loro onestà, integrità e competenza. Ci saranno anche un presidente, un vicepresidente e un'Assemblea con¬ sultiva, ma non legislativa, frutto di ima riunione allargata fra i rappresentati di etnie, religioni, clan e tribù che si riunirà dopo il 30 giugno». La svolta pohtica è nella data delle elezioni, finora oggetto del braccio di ferro fra Onu, Usa e Ah Sistani: «Si svolgeranno il 31 gennaio e saranno ima pietra miliare di straordinaria importanza perché nulla si può sostituire alla legittimità del voto popolare» ha detto Brahimi. Se le prossime settimanne confermeranno l'accordo fra Usa, Onu ^ Ah Sistani sulla data del 31 gennaio 2005 si potrebbe aprire la strada a un ritomo del personale delle Nazioni Unite in Iraq. Il Segretario generale, Kofi Annan, ritiene che «le condizioni di sicurezza non sono ancora mature», ma in ambienti del Palazzo di Vetro si ritiene che «la situazione può cambiare rapidamente». Lo scenario di una lunga tregua preelettorale fra amministrazione Bush ed Ah Sistani viene visto con favore da Washington, perché potrebbe aiutare a garantire là stabilità "dell'Iraq nei mesi caldi della campagna per le presidenziah negli Usa. Iracheni sciiti durante la preghiera del venerdì nella moschea di Najaf