Gioielliere spara, rapinatore colpito a morte

Gioielliere spara, rapinatore colpito a morte TRAGEDIA PER STRADA A MILANO Gioielliere spara, rapinatore colpito a morte L'uomo aveva preso a martellate la vetrina, il complice è in fuga MILANO La classica «spaccata» a una gioielleria: l'auto con due persone a bordo che si avvicina, un uomo che scende con una mazza ferrata e attacca a tirare colpi. Ma ieri pomeriggio in via Ripamonti, periferia sud di Milano, dalla porta blindata del negozio escono il titolare e suo figlio armati e pochi minuti dopo sulla strada c'è un uomo - uno dei due rapinatori - agonizzante. E' in coma cerebrale all'ospedale Fatebenefratelli e fino a ieri sera rimane ancora una faccia senza nome, probabilmente straniero, forse rumeno. Sono passate da poco le cinque del pomeriggio quando Giuseppe e Rocco Malocchi, padre e figlio di 53 e 27 anni e titolari dell'oreficeria che porta il loro nome, sentono il botto dei colpi alla vetrina. Il loro negozio è all'angolo tra via Ripamonti e una traversa, via Sibari. A poche decine di metri c'è la caserma dei Carabinieri, ma la vicinanza non sembra preoccupare i due giovani dall'età apparente di 25-30 anni sono appena arrivati in via Sibari su una Ford Escori familiare. Scendono dall'auto e a colpidi-mazza cercano di spaccare il vetro blindato della vetrina accanto all'ingresso; dentro non ci sono ori, ma soprattutto orologi di marca. ' I colpi però non sono abbastanza forti, la vetrina si incrina ma non si rompe e in pochi istanti i due orefici - in negozio assieme a loro ci sono la sorella di Giuseppe Maioccbi e un paio di clienti - sono fuori con le armi in pugno. Hanno una pistola semiautomatica e un revolver, entrambi regolarmente denunciati e mentre i due rapinatori cercano di fuggire - uno a piedi. l'altro infilandosi nell'auto - con quelle armi uno o forse entrambi i gioiellieri esplodono alcuni colpi. Pochi secondi e nell'auto dove la Polizia scientifica conterà i fori di quattro proiettili - il giovane che aveva tentato la rapina si accascia colpito alla testa. Del suo complice, fuggito a piedi, per il momento nessuna traccia. Quando le Volanti della Polizia arrivano in via Ripamonti i due gioellieri li aspettano ancora inebetiti in negozio, iji terra qualche orologio che Stavano mostrando ai clienti e che è caduto nella concitazione della sparatoria. Il ferito viene caricato su un'ambulanza. La Squadra Mobile, coordinata dal pubblico ministero Roberta Brera ha già le sue impronte digitali per tentare l'identificazione. Per ora l'ipotesi è che si tratti di un immigralo, probabilmente rumeno, così come il suo complice. Alla ménte dei milanesi toma immediatamente la vicenda di Fiovanni Petrah. Poco meno di un anno fa - il 17 maggio 2003 il tabaccaio uccise Alfredo Merlino, imo dei rapinatori che dopo aver tentato un colpo nel suo esercizio stava cercando di fuggire^ Merlino è stato indagato per omicidio. Fino a ieri sera, invece, nessun provvedimento era stato preso dagli inquirenti per Giuseppe e Rocco Malocchi, che hanno comunque nominato due avvocati di fiducia. Già in passato - hanno detto alcuni negozianti vicini degli orefici - la gioielleria era stata oggetto di «colpi» e ieri sera nella piccola folla che si è radunata davantii al luogo della sparatoria molte voci hanno espresso la loro solidarietà ai Malocchi: «La gioielleria era stata oggetto di diversi colpi, erano esasperati». [r.m.J Il negozio era già stato il bersaglio di alcuni colpi. La solidarietà dei vicini «Padre e figlio erano esasperati» Rocco Malocchi all'interno del negozio e dietro lo zio La gioielleria di via Ripamonti a Milano Il martello della rapina

Persone citate: Alfredo Merlino, Giuseppe Maioccbi, Roberta Brera, Rocco Malocchi

Luoghi citati: Milano