Presi ì corrieri del clan dei marsigliesi

Presi ì corrieri del clan dei marsigliesi Presi ì corrieri del clan dei marsigliesi Tre auto bloccate in corso Regina, una carica di droga Li hanno fermati qualche giorno fa in eorso Regina Margherita poco dopo l'uscita della tangenziale, mentre procedevano in carovana secondo le regole classiche dei corrieri di droga: prima la Peugeot 405 mandata in avanscoperta come auto civetta, poi la Citroen C5 con lo stupefacente a bordo e a chiudere la colonna la Renault Che. Tutte vetture francesi provenienti da Marsigha. I finanzieri del Gruppo Operativo Antidroga (Goa) di Catanzaro, in trasferta a Torino per motivi d'indagine, li tenevano d'occhio da tempo. La capitale del Midi francese è imo dei principali eentri di smistamento della droga dell'Europa meridionale e i collegamenti con le cosche italiane che gestiscono lo spaccio di stupefacenti sono piuttosto stretti. I militari del Goa sono andati a colpo sicuro. Dal bagaghaio della Citroen C5 sono spuntati quattro sacchi bianchi che contenevano 25 panetti di hashish, per un totale di oltre 100 chilogrammi di stupefacente. In manette sono finiti tre marsighesi purosangue, sospettati di essere legati alla banda di malavitosi resa nota in tutto il mondo dai film di Jean Gabin, Alain Delon e Jean-Paul Belmondo. I tre arrestati sono Bernard Baruechi, 41 armi, che si trovava alla guida della prima auto; Guy Fanget, 48 anni, trovato a bordo deUa Citroen, e Emanuel Martinez, di 43 anni, che chiudeva la colonna sulla Clio. I marsighesi sono stati portati in cella alle Vallette e messi a disposizione deUa Procura di Torino. Il fascicolo è stato assegnalo al pm Stefano Castellani. All'udienza di convalida Fanget, difeso daU'avvocato Giorgio Bissacco, non ha potuto far altro che ammettere, raccontando però una storia strampalata che non sembra aver convinto i magistrati: «Mi hanno dato la macchina al mercato delle pulci di Marsigha ha spiegato l'uomo -, sapevo che c'era della droga e il mio compito era quello di portarla a Torino e lasciarla parcheggiata con le chiavi inserite davanti allo Stadio deUe Alpi. Per questo lavoro mi hanno dato 750 euro». Una cifra che nella sua ordinanza di convalida il Gip Flavia Nasi ha definito «ridicola» per un incarico tanto rischioso. Ancor più inverosimile la ver¬ sione fornita dagh altri due. Baruechi, che viene considerato il capo della banda ed è difeso daU'avvocalo Walter Canapini, ha sostenuto di essere venuto a Torino per acquistare dei capi d'abbigliamento, che poi avrebbe rivenduto a Marsigha. «Ho incontrato Fanget e Martinez in un bar di Mentone, non conoscevano la strada e sapendo che venivo a Torino mi hanno chiesto di accompagnarh. Non sapevo che a bordo dell'auto di Fanget ci fosse deUa droga». Anche Martinez, assistito daU'avvocato Sheila Foli, si è trincerato dietro un vago «non sapevo nuUa». Ora il pm Castellani con l'aiuto della Guardia di Finanza sia cercando di capire dove erano diretti i tre marsighesi e a quali comphei italiani avrebbero dovuto consegnare il quantitativo di stupefacente. In particolare si stanno esaminando i telefonini degli arrestati alla ricerca di qualche indizio utile alle indagini. [g. bai.] La Guardia di Finanza li seguiva da tempo Uno degli arrestati ha già confessato Ora si cercano i complici italiani

Luoghi citati: Catanzaro, Europa, Torino