Il Toro è in caduta lìbera di Roberto Condio

Il Toro è in caduta lìbera SCONFITTO ANCHE A CATANIA: SQUADRA SENZA GIOCO E SENZA GRINTA Il Toro è in caduta lìbera Altro che serie A; ora deve guardarsi alle spalle Roberto Condio inviato a CATANIA Ad Ascoli aveva creato meno occasioni, a Piacenza era stato disastroso per 70', a Venezia aveva avuto 6-7 giocatori da «4» in pagella. No, quello che ieri ha perso 2-0 a Catania non è stato il peggior Toro della sua peggior stagione. Però, tra due mesetti, questo ko servirà più di ogni altra sciagurata esibizione a spiegare i perché di un fallimento clamoroso. Esemplare, il flop granata al «Cibali» che ha convinto la società a mandare la squadra in ritiro punitivo da martedì. Rossi e Romero, imbufaliti, hanno parlato di approccio sbagliato, di atteggiamento mentale vergognoso per una partita che, in caso di successo, avrebbe tenuto viva ancora ima speranza di promozione. Tutto vero, perché è stato il Catania ad aggredire per sbloccare il risultato e perché il Toro ha provato a reagire soltanto dopo aver preso i due schiaffoni. Ridurre tutto a questioni di grinta e di rabbia agonistica sarebbe però un grave errore. Perché questo Toro ha limiti nella tecnica e nel suo dna, che vengono da lontano e che puntualmente fanno danni. Dicono molto le immagini-manifesto estrapolate dall'11" stop stagionale: le valanghe di passag- gi sbagliati; gli attaccanti che non concludono ; i primi tre tiri granata della ripresa, tutti svirgolati e lontani dallo specchio della porta; la colossale ingenuità sul gol del 2-0. Frammenti di ordinaria inadeguatezza, davvero inaccettabili. Più che scarso, ieri il Toro è parso impotente. Una squadra che vorrebbe essere da serie A ma che in 37 partite non ha ancora capito come si gioca in B, dove serve di tutto un po': piedi e testa, disciplina tattica e furore agonistico, cuore e malizia. I granata, invece, troppe volte hanno trovato rivali più scaltri e decisi ma anche più rapidi e lucidi, con colpi e idee migliori. «Dovremmo dimetterci tutti», ha tuonato Rossi negli spoghatoi. Almeno fino all'anticipo col Vicenza di venerdì, resteranno invece tutti al loro posto. Tecnico compreso. Anche di lui è il caso di conservare im'immagine-simbolo: ieri sul finire, in piedi, composto, che prova a consighare i suoi nel pallone, mentre 15 metri più in là c'è Colantuono, il vero «misten) catanese, che agita la pelata, mostra i pugni e sbraita all'indirizzo di una squadra in vantaggio 2-0. E' un signore, Rossi. Forse troppo, per questo Toro che avrebbe bisogno di essere preso a sberle. Frenato da limiti ormai conosciuti (lo sterile titic-titoc di Walem, lo scarso movimento delle punte, lo sprint perso da Fuser) e da altri sopraggiunti di recente (Balzaretti e De Ascentis tornati normali dopo mesi passati a tirare la carretta), al «Cibali» il Toro è ancora una volta partito in sordina, aspettando le mosse altrui. Desideroso di riscattare lo 0-5 subito a Palermo e atteso al varco da una tifoseria non in sciopero ma comunque minacciosa, il Catania non si è fatto pregare. Pressing a centrocampo e tourbillon continuo del tridente MascaraOliveira-Sedivec le armi utili per mandare subito in tilt il Toro. Non ci capiva nulla la difesa granata, con quei tre dai piedi buoni e dal passo svelto a scambiarsi posto e a dialogare là davanti. Al 2 '' tentativo ( 15') ci scappava 1' 1 -0: taglio da sinistra di Ohveira per l'inserimento di Mascara che con un tocco sotto saltava Mandelli e Galante ed entrava in area, pronto a far secco con l'esterno destro Sorrentino. Il Toro stava tutto in una punizione di Walem respinta con i pugni da Concetti e in uno spunto di Fabbrini che da destra imbeccava (28') Fuser, timido nella girata da buona posizione. Il Catania in contropiede sfiorava il 2-0 con Montervino e Sedivec. Con Adami e Rizzato al posto di Martinelli e Walem ma soprattutto con i rossazzurri più accorti, i granata facevano maggior possesso-palla nella ripresa. Senza mai far la voce grossa, però. Anzi, Fuser al 15' sciupava un omaggio di Giallombardo (con Concetti fuori dai pèdi) e, al primo contrattacco, al 21' i siciliani congelavano il risultato grazie all' astuzia di Grieco, che andava a raccoghere una punizione di Ohveira, e all'imperdonabile distrazione torinista. Il palo colpito da Fuser al 23' e il volo di Concetti sull'incomata di Adami al 38' erano gli ultimi sussulti di un Toro ormai in coma. (4-3-3) A Concetti 6,5; Fusco 6 (31' st Terra sv), Stendardo 6, Zoppetti 6, Giallombardo 5,5; Montervino 6, Grieco 6,5, Pagliuca 6 (341 st Genevier sv); Mascara 6,5, Oliveira 6,5, Sedivec 6,5 (14' st Scandurra 5,5). Ali.: Matriccianl e Colantuono6,5 (4-4-2) g* Sorrentino 5,5; Martinelli 5(1'st Adami 5,5), Mandelll 5, Galante 5, Balzaretti 5,5; Fuser 5, Mudingayi5,5, Walem 5 (Vst Rizzato 5,5), De Ascentis 5,5; Tiribocchi 5 (26' st Rubino sv), Fabbrini6. Ali.: Rossi 5 Arbitro: Mazzoleni 5,5 Reti: pt 15' Mascara, st 21l Grieco. Ammoniti: Mandelll, Montervino, Martinelli, Mascara. Espulsi: 49' st Mascara. Spettatori: 10 mila. L'amarezza dell'allenatore granata Ezio Rossi dopo l'ennesimo passo falso a Catania. Hanno deciso I gol di Mascara e Grleco, uno per tempo

Luoghi citati: Ascoli, Catania, Palermo, Piacenza, Venezia, Vicenza