Notte di interrogatorio «Non abbiamo mai preso soldi da Giorgio» di Alessandra Cristofani

Notte di interrogatorio «Non abbiamo mai preso soldi da Giorgio» I GENITORI DI MARIA SENTITI PER SETTE ORE Notte di interrogatorio «Non abbiamo mai preso soldi da Giorgio» Il solo indagato resta Giorni, che continua a negare lo stupro della bimba Gli investigatori: nella ricostruzione dei fatti ancora troppe incongruenze Alessandra Cristofani CIHA'DI CASTELLO (Perugia) Dopo la confessione di Giorgio Giorni rimangono insoluti gli interrogativi sulla morte della piccola Maria. Il cerchio non si chiude. Tanto che nella tarda serata di venerdì gli inquirenti hanno deciso di convocare, in qualità di persone informate sui fatti, il padre e la madre. Massimo Geusa e Tiziana Deserto, nella caserma dei carabinieri di Città di Castello. Sono arrivati intorno alle 21, i volti sfatti, accompagnati dagli avvocati GianniedEugenioZaganelli. Dietro i due coniugi, una Land Rover verde, da cui è sceso l'avvocato Giuseppe Caforio, il legale incaricato di tutelare gli interessi dei nonni materni di Maria. Eloina Morales, l'operaia cubana vicina di casa della coppia pugliese, era già lì, convocata anche lei in qualità di persona informata sui fatti. E' statala prima a parlare. Poi, da mezzanotte in poi, nella lunga notte della verità, è toccato a loro. Massimo e Tiziana. Un drammatico confronto, durato sette ore, tra i genitori di Maria e la loro vicina di casa, arrivata a San Giustino quattro anni fa da L'Avana. Massimo e Tiziana sono rimasti sotto torchio fino alle prime luci dell'alba. Tiziana ha ricostruito i suoi movimenti di quel tragico lunedì mattina, citando le telefonate fatte e ricevute sul cellulare, sequestrato dagli investigatori. Ha raccontato di avere visto per l'ultima volta la figlia intomo alle 11, quando l'ha raggiunta nel parco di Città di Castello, e di averla vista addormentata sul sedile posteriore dell'auto di Giorni. Itre sarebbero rimasti insieme per circa mezz'ora, poi la donna sarebbe tornata a casa. Alle domande incalzanti, precise, scomode ha risposto: «Sono rientrata e ho preparato il pranzo per mio marito che, in genere, arriva intomo a mezzogiorno». Un'ora e mezza più tardi, alle 13,27, la chiamata. «Tiziana - le avrebbe detto l'imprenditore - vieni all'ospedale, perchè la bambina si è sentita male». Subito dopo Giorni le ha passato al telefono una dottoressa, che ha chiesto informazioni sulla piccola e su eventuali farmaci assunti negh ultimi giorni. Tiziana ha indicato alcuni antibiotici che Maria aveva preso qualche tempo prima e uno sciroppo contro la tosse. A quel punto la dottoressa l'ha informata che la situazione era molto grave. Quando Tiziana è arrivata all'ospedale, sul posto erano già presenti i carabinieri: ha scambiato poche parole con Gior- ni, che subito dopo è stato isolato. Tiziana ha detto di non sapere altro, ha pianto a lungo e ha continuato a ripetere: «Mi sono fidata. Questa è stata la mia colpa». Il marito Massimo non ha la forza di credere ad una relazione tra la moglie e il suo datore di lavoro ed è restato accanto a Tiziana per tutta la durata dell'interrogatorio. Infine, all'unisono, i due genitori implorano: «Ridateci Maria». Ma le spoglie della jiccola potranno lasciare l'obitorio soo martedì. Un rifiuto, quello opposto dal pm Giuseppe Petrazzini, che ha il sapore di un pretesto, per trattenere ancora i due coniugi a disposizione della magistratura. Un rifiuto che non sanno spiegarsi i nonni materni di Maria che supplicano il magistrato di restituire loro la piccola salma, così da procedere ai funerali in Puglia. Al termine dell'interrogatorio, sul volto degli inquirenti, oltre alla stanchezza, si legge la delusione. ((Non ci sono altri indagati», ha detto l'avvocato Zaganelli, die non rinuncia ad un altro atto di difesa: «Sono vittime. gente modesta». Mentre perla cubana, la principale accusatrice di Tiziana, ha parole dure: ((E' malata di divismo». Eppure qualcosa non toma. Che Giorni non fosse solo quel lunedì in cui Maria fu massacrata a calci e pugni perché ((piangeva e faceva i capricci» è più di un sospetto. Giorni ha detto: ((No, non l'ho violentata. Le volevo bene». Reo confesso dell'omicidio ma non dello stupro, l'imprenditore di San Sepolcro è ora in cella di isolamento a Perugia. Restano poi le ecchimosi sul collo e il corpo della piccola Maria, notate financo dalle maestre dell'asilopanocchiale. ((E' caduta», aveva risposto sempre la mamma. Tiziana non ci sta: ((Non ho mai visto l'appartamento dell'assassino, né da dentro né da fuori». E poi: «Non ho mai preso soldi da lui). L'ipotesi, balenata a qualcuno, che la piccola possa essere stata venduta al suo aguzzino, fa inorridire i genitori, che per smentire qualsiasi ricchezza aprono la propria casa ai giornalisti, mostrando la loro vita di stenti. «Ho visto mia figlia per l'ultima volta alle 11 di lunedì Dormiva sul sedile dell'auto del nostro amico. Alle 13.27 mi ha chiamato dall'ospedale dicendo che Maria si era sentita male» Eloina Morales - .' Tiziana Deserto nella camera da letto della povera casa dove la donna viveva con il marito e la piccola Maria

Persone citate: Eloina Morales, Giorgio Giorni, Giuseppe Caforio, Giuseppe Petrazzini, Massimo Geusa, Tiziana Deserto, Zaganelli

Luoghi citati: Città Di Castello, L'avana, Perugia, Puglia, San Giustino