Al Sadr: «Bush ritirati o perderai le elezioni» di Paolo Mastrolilli

Al Sadr: «Bush ritirati o perderai le elezioni» LA SFIDA ALL'AMERICA LETTA DURANTE LA PREGHIERA NELLA MOSCHEA DI KUFA Al Sadr: «Bush ritirati o perderai le elezioni» li leader dei ribelli: «Tutto l'Iraq ormai combatte contro di te» Paolo Mastrolilli NEW YORK Uno ha poco più di trent'anni, porta la barba, veste di nero ed è il discendente di una famiglia di ayatollah sciiti. L'altro ha 58 anni, è l'erede della dinastia politica americana più potente del momento, e considera Cristo il suo salvatore. Il futuro dell'Iraq è una sfida personale tra loro due, almeno neUe intenzioni del giovane Muqtada al Sadr. Ieri il leader religioso responsabile della rivolta degli ultimi giorni ha evitato di presentarsi alla preghiera del venerdì nella moschea di Kufa rimanendo nascosto nella città sacra di Najaf dopo l'annuncio americano del mandato di arresto messo sulla sua testa da un giudice iracheno. Però ha mandato davanti ai fedeli il suo portavoce, lo sceicco Jaber alKhafagi, con un messaggio personale da leggere a loro e al capo della Casa Bianca. «Io - ha detto Muqtada - mi rivolgo al mio nemico Bush. Tu stai combattendo un'intera nazione, dal Sud al Nord, dall'Est all'Ovest, e noi ti consighamo di ritirarti dall'Iraq». Mentre i fedeli ascoltavano agitando i pugni, il messaggio si è fatto più politico: «Io esorto l'America a non fronteggiare la rivoluzione irachena. E dico a Bush: se non ritirerai le tue truppe, perderai le elezioni presidenziali per cui stai lottando». Al Sadr, quindi, ha deciso la sua rivolta puntando sugli effetti politici interni agli Stati Uniti. Ma per vincere ha bisogno di risolvere i contrasti intemi iracheni, battendo le altre fazioni sciite legate all'ayatollah moderato al Sistani. Quindi ha lanciato questo avvertimento aUa popolazione: «Tutti i fedeli iracheni, uomini e donne, che hanno sentito la mia chiamata ad unirsi alla lotta e non Ihanno seguita, bruceranno all'inferno e diventeranno fuorilegge». Contro gli ignavi, ha esaltato la sua milizia al-Mehdi: «Ha provato la sua abilità, l'eroismo e l'organizzazione, giorno dopo giorno». Il giovane Muqtada è convinto di aver ricevuto l'investitura a combattere dal leggendario AlMehdi Al-Montazer, il dodicesimo imam della tradizione storica sciita, discendente di Maometto e scomparso nel 907 dopo Cristo nella città irachena di Samaira. I fedeli aspettano ancora il suo ritomo e lo considerano l'unico depositario legittimo del potere pohtico. Perciò al Sadr ha dedicato a lui la propria milizia, dicendo ieri che «abbiamo posato la pietra fondante dello stato di Mehdi», ossia lo stato islamico che vorrebbe instaurare nel nuovo Iraq. Un altro portavoce, Hassan Haidari, ha spiegato che Muqtada «non è venuto alla preghiera di Kufa perché ha cominciato uno sciopero della fame per protestare contro i massacri degh americani». Quindi Haidari ha aggiunto che «noi siamo pronti a discutere, ma il governatore Bremer si rifiuta». Dunque al Sadr ha lanciato la sua sfida personale a Bush, tra¬ sformando la rivolta in un duello, mentre i suoi uomini dicono di essere disposti a trattare. Questo potrebbe confermare l'ipotesi secondo cui il vero obiettivo del giovane leader scuta non è combattere gh americani, ma piuttosto essere riconosciuto come un protagonista pohtico per scalzare Sistani. Nello stesso tempo, però, le parole rivolte a Bush lasciano pensare anche il contrario: «Quando morirò - ha detto ancora Muqtada - l'imam al-Mehdi deciderà il futuro della sua milizia». L'ago della bilancia potrebbe essere Teheran, come sospettano vari analisti. Ieri, infatti, il potente ex presidente iraniano Akbar Hashemi Rafsanjani ha usato la preghiera del venerdì per esaltare al Sadr come un eroe della resistenza antiamericana. Ma ha anche elogiato la milizia Badr, legata al Supremo consiglio per la rivoluzione islamica in. Iraq. Lo Sciri è una formazione rivale di Muqtada, e secondo alcuni analisti gh americani potrebbero cercare di usare proprio la milizia Badr per combattere la Mehdi. Allora le possibilità sono due: o Rafsanjani sta facendo il doppio gioco, oppure sta esortando tutti i gruppi scuti ad unirsi nella rivolta. Non a caso, forse, proprio ieri l'ayatollah dissidente iraniano Hossein Ah Montazeri ha criticato Muqtada, prendendo posizione a favore di Sistani. Dallo scontro tra queste forze dipende il futuro del giovane Sadr, ora che ha dichiarato guerra al suo nemico Bush. «Tutti i fedeli, uomini e donne, devono unirsi alla mia lotta. Se non lo faranno diventeranno fuorilegge e bruceranno all'inferno». Da Teheran l'ex presidente Rafsanjani lo esalta come il vero eroe della resistenza anti Usa

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