«Vogliamo un'Università con meno burocrazia»

«Vogliamo un'Università con meno burocrazia» IL 4 E 5 MAGGIO SI ELEGGE IL «MAGNIFICO»: PROBABILE IL BALLOTTAGGIO «Vogliamo un'Università con meno burocrazia» Primo faccia a faccia tra i candidati rettori Giovanna Favro Primo faccia a faccia ieri tra Pier Maria Furlan, Bruno Giau ed Ezio Pelizzetti, i tre sfidanti in lizza per guadagnare la poltrona di magnifico rettore dell'Università degli Studi. Lo ha organizzato nella sua facoltà il preside di Medicina Veterinaria Carlo Girardi dopo alcune settimane in cui i tre candidati si sono presentati individualmente ai consigli di facoltà. Al voto dei docenti - e dei rappresentanti del personale e degli studenti - che eleggeranno il successore di Rinaldo Bertolino manca ormai meno di un mese: si vota il 4 e 5 maggio, e nel pieno di una campagna elettorale mai tanto all'insegna del fair play qualche coltello vola, ma molto sotto traccia - l'impressione è che nessuno dei tre pretendenti attualmente in lizza sarà eletto al primo colpo; ognuno ha più di un punto di forza e occorrerà probabilmente - come del resto avvenne alla prima elezione dì Bertolino - approdare a imo o due turni di ballottaggio. Gh stessi candidati mettono in conto più tornate di voto, e non escludono nuovi contendenti dopo il primo turno. Il nuovo rettore proverrà dunque, salvo coup de théàtre in corner le eleggìbile anche chi non si candida apertamente), da una facoltà scientifica: da Medicina se sarà Furlan, da Scienze se Pelizzetti, e da Agraria, di cui è preside, se Bruno Giau; in ossequio alla regola non scritta dell'alternanza tra umanisti e scienziati, nessuno s'è messo in lizza da Palazzo Nuovo né da Economia. Il programma? Il preside Girardi ha sottohneato alcune esigenze comuni: più risorse, un'autonomia davvero compiuta, soluzione alle croniche carenze dì personale tecnico-amministrativo per quanto la legge impedisca le assunzioni, e, per la facoltà, concretizzazione delle aziende speciali per macello, azienda zootecnica e ospedale. A nastro le domande dalla platea di Veterinaria, molte delle quali legate alle riforme Moratti; più d'uno ha chiesto incrementi dì personale facendo dimagrire la sede centrale, e un docente ha parlato addirittura di «degenerazione elefantiaca di via Po a scapito delle periferie». Dai candidati, comune l'impegno per la sburocratizzazione e la riorganizzazione amministrativa, diverse le ricette. «Far funzionare dì più la macchina è un imperativo, una migliore organizzazione è possibile anche se non è semplice spostare personale dal centro alle periferie», ha detto Pelizzetti, che ha tra i punti chiave del programma la centralità della ricerca. Quanto alle risorse, «La valutazione dei prodotti della ricerca premìerà con più fondi gli atenei migliori». Per Furlan, «per aumentare il personale in questa fase occorre imboccare la strada dell'outsourcing»; quanto alle risorse, «occorre diventare attrattivi, più che chiedere elemosine, ricordando che la riforma premia i più efficienti». Indispensabile anche «aumentare il brevetti: La Sapienza in 700 anni ne ha depositati 44, contro i 150 l'anno di Princeton». Tra le priorità di Giau, «maggiore efficienza» e «migliore separazione tra funzioni di indirizzo, che spettano ai docenti, e dì gestione, in capo al personale tecnico-amministrativo»; per le risorse «occorre rispondere alle domande del mondo esterno, e superare le scatole chiuse che separano facol¬ tà e dipartimenti, con più forti sinergie». Tra centro e periferie, «l'autonomia e la libertà con i molti centri di gestione necessitano di un apparato potente: sbaglia chi reputa che al centro si batta la fiacca». Comune ai tre l'impegno a lavorare per favorire l'ingresso di giovani, a frenare la moltiplicazione dei corsi dì laurea anche con pochi studenti, e la volontà di gestioni allargate a vicerettori (con la probabile indicazione dì un pro-rettore umanista o economista). Fermo il no alla riforma Moratti per i ricercatori da parte di Pelizzetti («C'è già un precariato molto lungo, aumentarlo è un errore») e dì Giau («E' necessaria invece la creazione della terza fascia di docenti»); più morbido Furlan: «Cinque anni più cinque dì precariato sono accettabili se la riforma non è a costo zero ma stanzia denari». La partita per ora è giocata all'insegna della cortesia tra i contendenti Salvo colpi di scena la nuova guida verrà da una facoltà scientifica in omaggio all'alternanza Da sinistra lo psichiatra Pier Maria Furlan, il docente di chimica analitica Ezio Pelizzetti e il preside di Agrària Bruno Giau