L'ebreo spagnolo Josuè diventa Cristo in Sicilia di Roberto Fiori

L'ebreo spagnolo Josuè diventa Cristo in Sicilia PASQUALE SC1MECA NEL SUO PROSSIMO FILM RACCONTA LA CACCIATA DEL 1492 L'ebreo spagnolo Josuè diventa Cristo in Sicilia Roberto Fiori TORINO :*: La Passione di Cristo fa proseliti, ma per contrapposizione. Mentre è arrivata sugli schermi la versione di Mei Gibson, Pasquale Scimeca, regista siciliano di «Placido Rizzotto» e «Gli indesiderabili», annuncia che sta lavorando a un nuovo film dal titolo in questi giorni quanto mai significativo: «Passione di Josuè l'ebreo». Di cosa si tratta? «E' la storia di un ragazzo, Josuè, che nella Spagna del 1492 viene indicato da un importante rabbino dell'epoca come il Messia. Ma la regina Isabella la Cattolica promulga un editto contro gli ebrei, decretandone l'espulsione e una feroce persecuzione e il giovane è costretto a fuggire. Arriverà fino in Sicilia, in cerca di una comunità che lo possa accogliere. E sarà in un piccolo villaggio di carbonai che andrà incontro alla sua Passione». In che modo? «Josuè viene scelto per il ruolo di Cristo in una sacra rappresentazione. Ed è così ispirato da essere creduto dalla gente il nuovo Messia cristiano. I potenti del luogo ne hanno paura, temono che si diffonda il messaggio rivoluzionario della croce e decidono di farlo morire trasformando la recita in realtà, la passione finta in vero calvario». Una contrapposizione netta con il Gesù di Mei Gibson. «La sua è una rappresentazione di stampo medioevale e Toni Se preconciliare che incita all'odio contro gli ebrei. Il mio racconto sta all'opposto. E' un tentativo di riconciliazione tra mondo ebraico e mondo cristiano, in nome della loro identica radice, nonostante le secolari divisioni». E' anche la conferma che la religiosità è uno degli elementi cardine per il pensiero e gli equilibri del nostro tempo? «La ricerca spirituale è un bisogno fondamentale di ogni pensiero e di ogni epoca. Nel.'uomo c'è sempre tensione verso qualcosa. Oggi la spinta etica pare venir meno, l'unico valore di riferimento sembra essere la merce, il consumo. Ma ci siamo mai chiesti perché il nuovo millennio è nato sotto il segno di una guerra di religione? Per questo ho sentito l'esigenza di raccontare una storia che suggerisca una riscoperta etica in chiave religiosa. Il cinema deve saper lanciare messaggi coraggiosi, altrimenti si riduce a semplice e vuoto esercizio estetico». Un discorso che vale per tutte le sue opere. «Ogni mia pellicola nasce da un bisogno etico, da una profonda e radicata necessità di raccontare il nostro passato e il presente sotto un profilo sociale e culturale. Oggi il cinema è l'arte che, meglio di altre, sa essere la lingua della società contemporanea, attraverso le immagini si può raccontare la storia, andandola a cercare anche tra le pieghe della terra». In questo film c'è però anche un elemento più personale. «Ho sentito il dovere di raccontare la prima shoah nella storia dell'occidente perché al quel tempo anche i miei antenati erano ebrei e per opportunità furono costretti a convertirsi al cattolicesimo, dal momento che la Sicilia faceva parte del regno di Spagna. Questo film rappresenta un tentativo di riap propriarmi di radici antiche, cercando elementi di unione». Di chi è la sceneggiatura? «Mia e di Nella Bonaiuto. Il film sarà girato entro l'estate in Marocco e Sicilia e verrà prodotto dall'Istituto Luce, dala Arbash e dalla Solaris di Adriano Arie. Sarà una coproduzione Italia, Spagna, Francia e Inghilterra, dal costo di sei milioni di euro. Nel cast ci saranno anche Anna Boaniuto, Toni Servillo, Marcello Mazzarella e Vincenzo Albanese». :*: ^' Toni Servillo fra 1 protagonisti del film di Scimeca