Il papà disperato «Adesso confessa»
Il papà disperato «Adesso confessa» Il papà disperato «Adesso confessa» intervista AVEVO in casa un animale e non lo sapevo. Mi fidavo di lui. Ora spero che resti in carcere fino alla fine dei suoi giorni». E' lo sfogo di Massimo Geusa, 30 anni, il papà della piccola Maria, seviziata e uccisa da Giorgio Giorni, l'imprenditore edile di Sansepolcro indagato per la morte della bambina e da lunedì scorso in carcere a Perugia. E' distrutto. Massimo. Ha un piccolo bouquet in mano e percorre come un automa il corridoio dell'ospedale di Città di Castello. Il suo volto è una maschera di dolore e i suoi occhi fissano costantemente il vuoto alla ricerca della verità. Che ancora non c'è. «Non avrei mai immaginato una cosa così orribile. Voglio che sia fatta giustizia. E poi quella donna...» Parla di Eloina? «Si, parlo di lei. Quel che ha detto è terribile e mi chiedo perché abbia trovato il coraggio di parlare soltanto ora. Perché i suoi sospetti non h ha confidati a me? Sono gravi le accuse rivolte a mia moglie. Se solo avesse parlato avrei potuto fare qualcosa» E le voci del paese? «Le voci, le voci. Sono tutte calunnie. Quell'uomo frequentava la nostra casa, era un amico. Niente di più. Anzi, vorrei fare un appello: se qualcuno ha visto qualcosa, che lo dica al più presto. Non si può continuare a vivere nell'angoscia». Ma c'erano i regali alla bambina. «Non sono stato mai messo al corrente di quei regali. Ero tranquillo perché mi era stato detto che provenivano da amici e dalla nostra vicina di casa». Si fidava di quell'uomo? «Era il mio datore di lavoro, certo che mi fidavo. Non sapevo di avere in casa un animale. «Avevo inun animae non memai accorNon odioma me st casa e ne sono to lui esso» Spero che paghi per quello che ha fatto. Deve confessare. Io non lo odio. Provo odio, semmai, verso me stesso per non essermi accorto in tempo di quel che stava accadendo. Mi auguro che la giustizia faccia il suo corso. Presto». Anche di sua moglie si fidava? «Sì, non avevo alcun motivo per diffidare di lei» E il suo rapporto con Maria? «Straordinario. Nostra figlia è nata dopo un po' di tempo dal matrimonio, un dono del Cielo. Era una ragazzina vispa, allegra, dolcissima. Una figlia eccezionale, un vero angelo». Dunque, tuia vita tranquilla «Sì, una famiglia normale, fino a quando non è arrivato lui. Quelle sue attenzioni verso Maria non mi hanno mai allarmato anche se non sapevo che la frequentasse così assiduamente. Spero, ripeto, che ora abbia il coraggio di confessare e di rivelare quello che sa, quello che ha fatto. Solo così sarà resa giustizia alla mia bambina». L'accompagnava a scuola? «Sì, tutte le mattine la portavo all'asilo e poi andavo a riprenderla con il furgone della ditta, quello che mi aveva assegnato il mio datore di lavoro». E lunedì mattina dov'era? ((Al lavoro, come al solito. Poi qualcuno mi ha informato della tragedia e sono corso a casa. Ma ho capito subito che c'era poco da fare». Tornerete in Puglia? «Non appena il magistrato darà il nullaosta per i funerali. Porteremo Maria nella tomba di famigha. Poi rientreremo a San Giustino dove abbiamo delle persone che ci vogliono bene». Sua moglie ha parlato di un secondo figlio. «No. Non è proprio il momento. E poi noi volevamo Maria, l'abbiamo aspettata tre anni. E quell'orco ce l'ha portata via». [a. e] «Avevo in casa un animale e non me ne sono mai accorto Non odio lui ma me stesso»
Persone citate: Giorgio Giorni, Massimo Geusa, Provo
Luoghi citati: Perugia, Puglia, San Giustino, Sansepolcro
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