Sirchia: non è un'accusa alla mia riforma
Sirchia: non è un'accusa alla mia riforma IL MINISTRO DELLA SALUTE Sirchia: non è un'accusa alla mia riforma «Il servizio sanitario non sarà frammentato tra le regioni» intervista Giacomo Galeazzi LOTTA agli sprechi, organizzazione più efficiente della rete di assistenza, potenziamento della ricerca medica, migliore distribuzione dei Centri di eccellenza, formazione specifica del personale addetto alla cura della terza età sono lacune da colmare nella sanità pubblica. Considero le preoccupazioni di Ciampi un'esortazione a calibrare sempre meglio le innovazioni in atto. Ora, però, abbiamo una certezza: grazie all'intesa appena siglata con le Regioni, la devolution non rischia più di frammentare il servizio sanitario nazionale e non ci saranno regioni con ospedali di serie A e altre con strutture di serie B». A ventiquattro ore dalla firma dell'accordo con gli assessori regionali sugli obiettivi fondamentali della salute pubblica, il ministro della Sanità, Girolamo Sirchia, pur nel quadro del progressivo trasferimento di responsabilità ai governatori, «tranquillizza» il presidente sull'uniformità dei servizi ai cittadini». Accogliendone in particolare l'invito a varare nuove politiche di sostegno della popolazione over 65. Ciampi ribadisce la necessità di mantenere l'impronta unitaria del Ssn. Una critica alla sua riforma? «No, e ho potuto accertarlo presentando al capo dello Stato, i contenuti dell'accordo firmato con gli assessori regionali. Non avremo un servizio sanitario ridotto in venti pezzi e ricostruito su base regionale. Le preoccupazioni del presidente sono sacrosante e le condivido a tal punto da aver promosso io stesso, otto mesi fa, l'opera di bilanciamento della devolution approdata adesso agli obiettivi comuni fissati nell'intesa con le Regioni. Ciampi ha opportunamente richiamato la tradizione e la missione civile del Ssn: servizi erogati in modo uniforme ed egualmente efficiente a tutti i cittadini. È vero, il fondo sanitario nazionale è sottostimato, ma solo nel senso che le richieste di prestazioni mediche e servizi di assistenza da parte della popolazione crescono più rapidamente delle risorse assegnate. L'incremento c'è, però è insufficiente. Il presidente, da me informato sugli aggiustamenti apportati per evitare di ritrovarci con venti diversi Ssn, se ne è compiaciuto». Oltre al rischio di frammentare la sanità, però, Ciampi ha messo in guardia dalle inefficienze... «Ogni Regione ha fatto progressi per colmare le proprie lacune. Il richiamo del capo dello Stato è opportuno pure sul punto della prevenzione attiva (che è uno dei cinque macroobiettivi fissati insieme agli assessori regionali) perché non possiamo aspettare che il paziente si sottoponga a verifiche periodiche, dobbiamo raggiungerlo con iniziative mirate e campagne di "screening" oncologici. Il documento di condivisione strategica Stato-regioni è decisivo quanto il Piano sanitario nazionale. Questo modo di perseguire obiettivi comuni risponde ai timori di un'eccessiva differenziazione delle sanità a livello regionale. Inoltre, l'Italia sta invecchiando velocemente e ciò, come ha ricordato Ciampi, impone profondi cambiamenti nei-metodi di educazione dei medici e degli operatori sociali. Il governo si impegna nella formazione no-stop dei medici per evitare che 900 mila persone si spostino in Italia ed Europa per aggiornarsi, offrendo eventi locali e aziendali e privilegiando i programmi di educazione continua in medicina. È questa la strada giusta per permettere agli operatori di continuare a formarsi senza dover percorrere per forza centinaia di chilometri. Faremo fronte alle vecchie e nuove necessità con modalità moderne». Resta il problema delle risorse insufficienti... «Con le Regioni concordo su due linee di intervento necessarie: ottenere maggiori finanziamenti pubblici per l'area sociosanitaria e la non autosufficienza, razionalizzare il Ssn per aumentarne efficienza e qualità. Nei grandi ospedali, per esempio, i dipartimenti hanno bilanci dell'ordine dei 20-40 milioni e perciò devono dotarsi di efficaci strumenti di controllo di gestione. Ma per farlo è necessario un grande sforzo culturale cui devono partecipare tutti gli operatori: se il capo drpartimento dovrà chiedere un finanziamento all'amministrazione dovrà poterlo giustificare con strumenti certi. Quanto alle risorse, restano alcune criticità che contiamo di risolvere anche attraverso la costituzione di un fondo per la non autosufficienza. E verrà valorizzato il ruolo dei medici di famiglia». ijl^ Opportuno "w j| richiamo del capo dello Stato sulla prevenzione perché non possiamo aspettare che il paziente si sottoponga a verifiche periodiche Dobbiamo raggiungerlo con iniziative A A mirate f^^ Le richieste ^" di prestazioni mediche e assistenza crescono più rapidamente delle risorse assegnate Ma noi riusciremo a far fronte alle vecchie e nuove necessità con modalità moderne 99 Il ministro della Salute, Girolamo Sirchia
Persone citate: Ciampi, Giacomo Galeazzi, Girolamo Sirchia, Sirchia
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