La Riforma federale in estate alla Camera di Antonella Rampino

La Riforma federale in estate alla Camera COME VOLEVA BOSSI, MA SARA MODIFICATA La Riforma federale in estate alla Camera Antonella Rampino ROMA Il progetto di riforma costituzionale ieri è approdato alla Camera, per il previsto esame alla Commissione Affari costituzionali. Relazione «notarile» del presidente, il forzista Donato Bruno, come l'ha definita egli stesso. Il quale ha confermato la volontà del centrodestra di procedere «celermente ma approfonditamente, dunque prendendoci il tempo che ci serve». Ma la data limite è già scritta: «Contiamo di presentare il testo pronto per l'Aula già all'inizio dell'estate». Il che è quel che chiedeva Umberto Bossi, in una delle ultime apparizioni in Senato, prima della grave malattia. Ma Donato Bruno, che ieri è intervenuto in un incontro dei costituzionalisti di Magna Carta, la fondazione vicina al presidente del Senato Marcello Pera, ha anche avvertito che «ci sono ritocchi da fare», e non solo sul Senato federale: «da rivedere qua e là» è anche la forma di govemo. Facendo in modo che «il sistema sia bilanciato, anche per quel che riguarda i poteri del premier». Il quale, è opinione dei costituzionalisti di Magna Carta, rischia di trovarsi di fronte «una vera e propria interdizione politica da parte del Senato», come dice il professor Niccolò Zanon. Tante e tali sono le comDetenze di questo «Senato federa,e politicamente debole per via del flebile raccordo con le Regioni e per via della mancanza di rapporto fiduciario con il premier, quanto forte per la quantità di materie su cui ha la parola decisiva». Insomma, «altro che la deriva plebiscitaria paventata dall'opposizione»: secondo Giovanni Pitruzzella «il sistema presentato ha tutte le garanzie», e semmai lo sbilanciamento è proprio quello di un premier troppo debole davanti a un Senato troppo forte, e troppo poco federale. Quanto aU'aspetto polemico che divide i costituzionalisti del centrodestra da queUi vicini al centrosinistra, «il premierato forte stava già nel programma elettorale deU'Ulivo del 1996». In realtà Leopoldo Elia (che scrisse quel passaggio) ha recentemente fatto notare che l'obiezione è irricevibile, poiché la scelta di un premier forte eletto indicandone il nome collegato a una maggioranza politica rappresenta «di fatto» una deriva plebiscitaria. E respinta, ieri, anche l'altra considerazione di peso: che il «voto bloccato» alla francese sia proposto nel disegno di legge in una forma troppo «estensiva». Ovvero il premier può sciogliere la Camera che gli rifiuta il voto a un provvedimento. Secondo Quagliariello semmai «sarebbe preferibile che la sfiducia data al premier non comporti un automatico scioglimento della Camera, ma una sua sostituzione». Quagliariello, dominus della fondazione e autorevole consigliere del presidente del Senato, nota che «se il testo supera il voto della Camera la nforma istituzionale sarà cosa fatta». Donato Bruno annuiva. Poi ha aperto le braccia ai costituzionalisti di Magna Carta, «sarete i nostri consulenti preferiti». Nella compagine, c'è da notare, si sono anche Beniamino Caravita di Toritto, uno degli uomini più vicini a Berlusconi e vera eminenza grigia sulla materia, e Fabio Roversi Monaco, il rettore di Bologna che è anche un amico personale di Romano Prodi. Nel documento che la fondazione ha presentato ieri sono stati indicati tre correttivi: prevedere la presenza nel Senato federale dei governatori come vero elemento di raccordo con il territorio (com'era emerso nell'incontro di Marcello Pera con i presidenti di Regione). Semplificare il processo legislativo, rivedendo le materie di competenza di Palazzo Madama, e lasciando alla camera l'ultima parola in materia di leggi che riguardano l'approvazione del programma di governo. Infine, una più forte clausola di flessibilità che possa da un lato consentire al Senato di essere un luogo di migliore mediazione nel rapporto Stato-Regioni, dall'altro di modulare meglio il richiamo all'interesse nazionale qualora si verificasse il caso di doverlo esercitare contro una legge locale.

Luoghi citati: Bologna, Roma, Toritto