Battisti, guerra di carte con Parigi per l'estradizione di Cesare Martinetti

Battisti, guerra di carte con Parigi per l'estradizione LA CORTE D'APPELLO DELLA CAPITALE FRANCESE DECIDERÀ IL 12 MAGGIO Battisti, guerra di carte con Parigi per l'estradizione Cesare Martinetti corrispondente da PARIGI La difesa di Cesare Battisti protesta. Madame Irene Terrei, avvocato dell'ex terrorista accusa il governo italiano di «far montare la pressione su giudici e opinione pubblica». Il presidente della Chambre de l'Instruction non fa neanche una piega. Appuntamento ali 2 maggio e «termini a difesa» concessi - com'è giusto - per esaminare la memoria «di accusa» depositata lunedì - com'è legittimo - dal rappresentante del ministero della Giustizia itabano. L'((affaire)), come ormai si chiama qui, è rinviato. Non di molto. Il momento in cui per la prima volta, davvero, gb atti di accusa contro Cesare Battisti saranno esaminati dai giudici francesi si avvicina. La partita è difficile e la tensione cresce. L'ultima mossa è stata itabana. Una memoria di quindici pagine che ricapitola i termini giuridici della storia e affronta le questioni controverse nella ventennale battagha italo-francese sulle estradizioni dei terroristi «rifugiati». E tutto a partire dalla decisione della Corte d'Appello di Parigi che il 29 maggio 1991 aveva respinto l'estradizione di Battisti. Una decisione non definitiva che si concludeva dicendo che occorreva una nuova domanda itabana perché in quei giorni stessi era arrivata la sentenza della Cassazione che rendeva definitiva la condanna di Battisti all'ergastolo. Cambiava dunque il suo status giuridico. Ma il modo in cui si arrivò a quella decisione - comunque non definitiva - non è affatto limpido. Nella memoria itabana si ricostruisce una specie di gioco della tre carte reabzzato tra Italia e Francia dagli avvocati. E cioè: alla Corte di Cassazione italiana si fece credere che Battisti era in libertà (diversamente non avrebbe potuto ottenere la sentenza) mentre era ancora in carcere in Francia; alla Court d'Appel francese si fece credere che la sentenza itabana rendeva definitiva la sua condanna, mentre in realtà la sezione della Cassazione presieduta da Corrado Carnevale aveva annullato una parte deUa sentenza rimandando Battisti davanti alla Corte d'Assise d'Appello per l'omicidio Torregiani. E' un labirinto di procedure in cui è difficile ditricarsi. Ma il fatto è che le due corti si fidarono degb atti presentati dalle difese di Battisti. Naturalmente questa è la posizione italiana, che potremmo definire «d'accusa» e che sarà sostenuta in udienza dall'avvocato generale del Parquet di Parigi. La difesa dirà la sua. Ieri Madame Terrei era molto irritata per la presentazione della «memoria» a poche ore dall' udienza: «E' un gesto di disprezzo per la Corte e per la difesa, il segno del nervosismo itabano di fronte ad una situazione di diritto indiscutibile. Non si possono presentare 800 pagine di documenti a poche ore dall'udienza...» Le pagine sono in realtà quindici alle quab è stata abegata la sentenza della Corte d'Appello di Milano del 13 dicembre 1988 che ovviamente è ampiamente nota e che condanna Battisti aU'ergastolo come autore degb omicidi Santoro (maresciallo delle guardie carcerarie di Udine) e Campagna (agente della Digos di Milano), come compbce e mandante negb assassini del macellaio Sabadin (a Mestre) e deb' oreficie Torregiani. Guerra di carte e guerra di nervi. L'udienza ieri è durata appena cinque miunuti, il tempo di rinviare tutto al 12 maggio. Cesare Battisti era in aula (in Francia è obbbgatorio), ma non ha detto nulla. Madame Terrei ha aggiunto che il suo cbente «si sforza di rimanere sereno». An manifesta all'ambasciata di Francia