Protea, la «regina» vegetale sbocciata dopo la catastrofe e capace di sfidare il fuoco

Protea, la «regina» vegetale sbocciata dopo la catastrofe e capace di sfidare il fuoco PRIMO Protea, la «regina» vegetale sbocciata dopo la catastrofe e capace di sfidare il fuoco PRIMA venne il fuoco, e poi la nuvola di seppia, che avvelenava le acque blu del cielo e portava con sé la notte prematura. Mentre l'ultima orma di dinosauro veniva sciolta dalle acque, le ultime tracce di un'intera era di dominazione venivano cancellate. Fu l'impatto di un asteroide a causare queste catastrofiche distruzioni ambientali. Gli incendi, la nuvola di polvere che oscurò la luce solare, l'abbassamento della temperatura, e la ricaduta in tutto il mondo d'intense piogge acide causarono l'arresto della crescita della vegetazione e la conseguente estinzione dei grandi rettili e delle torreggienti foreste di gimnosperme. Quando, finalmente, la polvere si dissipò, le gocce di rugiada della prima aurora scivolavano sinuosamente sui petali di un fiore: la nuova regina dominatrice delle foreste. La natura era cambiata: le gigantesche gimnosperme ormai erano state superate dalle angiosperme, piante decidue con fiori, che, dall'imponente quercia all'umile primula, si sviluppavano da un adattamento a proteggere gli ovuli da insetti predatori. Tra le prime specie pioniere delle angiosperme, una spicca per la sua bellezza, . la,. sua straordinaria diversificazione, e i suoi sofisticati metodi di sopravvivenza in condizioni più severe: la protea. La distribuzione delle protee, esclusiva dell'emisfero Sud, principalmente in Africa e Australia, indica che queste piante si sono evolute 140 milioni di anni fa, nel periodo jurassico, quando il supercontinente del paleozoico, Gondwanaland, era ancora un'unica massa emersa. Furono documentati per la prima volta nel 1735, dal famoso botanico. Cari Linnaeus, che, impressionato dalla loro straordinaria diversità, diede a quest'antica famigUa il nome del dio mitologico del mare, Proteus, che, nelle leggende di Omero, è noto per la sua capacità di cambiare forma a proprio piacimento. La bellezza dei fiori è impressionante. Le loro brattee sono erette e puntate, come in una danza sincronizzata, mentre nel loro tronco, un esercito di stami si curvano sopra alla loro regina indifesa. Il fiore della Protea cynaroides è noto per la sua grandezza, fino a 25 centimetri di diametro. Dal soffice rosa argentato al rosso, questi fiori invernali perenni sviluppano i loro colori al cambio delle stagioni. Ma il colore non è tutto. Quando le fiamme devastano la savana, la protea esibisce una delle sue più notevoli caratteristiche: una prodigiosa abilità a sopravvivere al fuoco in habitat spesso devastati da incendi. Una delle più staordinarie strategie di difesa dal fuoco è la germinazione indugiata: i semi sono programmati per germinare solo in seguito ad un incendio, quando le piante mature sono distrutte e i semi non devono competere per gli scarsi nutrimenti del suolo. Per ottenere ciò, il seme, dopo un periodo di maturazione, seceme una sostanza chimica che attrae le formiche. Esse lo trasportano nel loro formicaio dove ne consumano la pelle polposa, mentre il duro tegumento, con al suo interno l'embrione, è lasciato nel nido, sepolto sotto terra. Incredibilmente, questi semi «sanno» quando le condizioni sono adatte alla germinazione, interpretano sottili indizi indicativi di quando è avvenuto un incendio. Per esempio, le formiche produ- cono l'acido formico, che causa un pH basso nel nido: se le formiche vengono eliminate dal fuoco o dai suoi effetti (insufficienza di cibo) il pH nel nido abbandonato aumenta. Egualmente, l'attività delle formiche mantiene un'alta concentrazione di anidride carbonica nel nido, che diminuisce se viene abbandonato. Ancora, l'assenza di vegetazione, e la conseguente mancanza di ombra, dopo un incendio, provoca forti oscillazioni nella temperatura del suolo. Tutti questi fattori stimolano la germinazione dei semi. Nel diciottesimo secolo, collezionare queste piante esotiche era prerogativa degli aristocratici, i soU che potevano permettersi di comprare da botanici ed esploratori i semi costosi scoperti in Sud Africa. Oggi, oltre che nelle loro terre native. Sud Africa e Australia, le protee sono coltivate a fini commerciali nelle Hawaii, in California, Israele, Nuova Zelanda, Zimbabwe, e nelle Isole Canarie. Da queste località sono esportate in tutto il mondo, dove continuano ad affascinare nuovi ammiratori. Lauren Hoekstra Istituto d'Arte, Imperia SPECIE PIONIERA DELLE ANGIOSPERME, SI E' EVOLUTA NEL GIURASSICO, 140 MILIONI DI ANNI FA. I SUOI SEMI SONO PRONTI A GERMINARE QUANDO LE FIAMME DISTRUGGONO LE PIANTE MATURE

Persone citate: Lauren Hoekstra