Da Padova arriva Alet, soffio di verità
Da Padova arriva Alet, soffio di verità Da Padova arriva Alet, soffio di verità BENTORNATA, Manola Monticelli. Dopo la militanza, prima da Giorgio Mondadori poi da Adelphi, interlocutrice mai dimenticata dalla stampa italiana, è ora «consulente a tutto campo» della nuova casa editrice «Alet» (dalla radice greca di Verità, golosa ma non invasiva nell'attenzione alla veste grafica, nella scelta speciale dei traduttori che tutti finalmente porteranno il loro nome in copertina, e tanto basterebbe per qualificarne il livello) appena avviata a Padova dall'imprenditrice con la passione per i libri Emanuela Tosato, direttore editoriale Simone Barillari, giovane brillante critico-saggista (Pa¬ trizia Renzi all'ufficio stampa). Bel gruppo, bella sempre la notizia di una nascita nel mondo dell'editoria (soprattutto, come in questo caso, già fortemente strutturata) prevista per il 27 aprile con i primi due volumi: «Il costume di mio padre», autore Ben Marcus, meno che quarantenne inedito in Italia, considerato il «più audace scrittore degli ultimi decenni», capace, dice Barillari, di «scuotere la letteratura dalle fondamenta, una fiction a tratti ai limiti del surreale» firmata insieme all'artista visivo Mattew Ritchie. Romanzo, se così si può dire, a quattro mani nel filone Usa degli «aitisi books» che apre «Autografie», la prima delle quattro collane in elaborazione: territorio per sperimentazioni di stili e di strutture (cui apparterranno nell'immediato futuro un altro spericolato inedito in Italia Augusten Burroughs, prima con il suo «Correndo con le forbici in mano», presto film, poi con «Dry»; due romanzi drammaticamente autobiografici del saggista di culto francese Philippe Forest, «per la nostra casa editrice scrittore-manifesto»; nonché «B libro dell'acqua» del russo neoanarchico Eduard Limonov, e ancora un altro cult del '68, anch'esso mai arrivato a noi, «A Fan's notes», l'America «com'è» raccontata da Frederich Exley (maestro di Homby e soci). Il testo esemplare con cui s'inizia la seconda collana, «Perieli» (viaggi veri o interiori, costruzio- ne o decostruzione di paesaggi o di percorsi) è «Ruhleben», scritto nel 1914 da «uno dei personaggi più eccentrici del '900 inglese», Geoffrey Pyke, dove Ruhleben è il campo di concentramento alla periferia di Berlino, antesignano purmeno atroce dei lager nazisti. E a giugno arriverà il finto abbecedario dell'ungherese trentenne Peter Zilay: «L'ultima FinestraGiraffa», traduttore Bruno Ventavoli, dove 20 anni di storia delTEuropa dell'Est e il crollo dei regimi autoritari mescolata a piccoli fatti quotidiani sono raccontati attraverso lo sguardo di un bambino (leggeremo poi Michael Herr e Vollmann, Joanna Scott e Denis Johnson). «Fiction memoir, non fiction novel» su queste due linee fondamentali, la Alet, insieme apertissima a provenienze per così dire planetarie, (un giapponese accanto, e questa è davvero una novità, ad un Cortàzar inedito) muove anche con le altre due collane: l'ima di fiction vera e propria. con occhio a zone letterariamente in crescita come l'Africa, si parte da Madison Smartt Bell e dal congolese Emmanuel Dongala; l'altra di saggistica-fiction die apre con una singolare intervista al musicista Gyoigy Ligeti: «Lei sogna a colori?» è il titolo. Di buon auspicio anche per Alet e i suoi lettori. Contropiede Cinque libretti-monografie dedicati a Marion Brando, Keith Richards, Diego Armando Maradona, Cleopatra, Quentin Tarantino, Pablo Escobar. Solo il re della coca può entrare di diritto in questa piccola collana intitolata «I cattivi». Gli altri, anche se di dubbia virtù, ci stanno molto stretti, specie a petto del sangue che scorre a rivoli nella più rispettabile narrativa contemporanea, oltre a cinema e tv. Ma come si fa a pretendere che sappia distinguere chi davvero è cattivo un editore (Milano, dal 2002) che si chiama, teneramente, allegramente, Bevivino? La nuova casa editrice esordisce con un romanzo a quattro mani, «Il costume di mio padre», di Ben Marcus e Mattew Ritchie In arrivo anche Augusten Burroughs («Correndo con le forbici in mano»), presto film 3 1^ Il marchio della nuova casa editrice Alet, diretta da Simone Barillari
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