Un pianoforte ribelle nel gelo della Siberia

Un pianoforte ribelle nel gelo della Siberia Un pianoforte ribelle nel gelo della Siberia Nadia Caprìoglio ANDREI Makine, scrittore russo che vive in Francia e scrive in francese, la lingua dei ricordi d'infanzia imparata dalla nonna Charlotte, è un. musicista della parola e del pensiero. Frammenti di musica, a volte sognati, a volte reali, accompagnano La musica di una vita in una progressione che dà a un piccolo libro l'impatto di un grande romanzo russo. E' la storia di un incontro fra il narratore e uno sconosciuto senza età sorpreso a suonare il pianoforte con {jli occhi umidi di lacrime nel ristorante fantasma di una stazione sperduta in Siberia. Nella sala d'attesa fredda e maleodorante, «miscuglio di sonno e stanchezza», si molla un'umanità modesta, anonima, che sopporta senza indignazione il proprio stato di «Homo sovieticus». La formula appartiene a Aleksandr Zinoviev, che proprio negli Anni 70, epoca in cui è ambientato il romanzo, lasciò ITJrss dopo aver scritto Cime abissali. Makine la riprende come sìmbolo di una «massa umana» che ha perduto la propria individualità nello sforzo di resistere di fronte all'assurdo. Le stazióni e i treni, sporchi e grigi, sono lo sfondo smibolico della sua rassegnazione, del suo oblio innato della comodità. «La vita in queste boi-gate a mille miglia dalla civiltà è.fatta di attese, di rassegnazione, di calore umido in fondo alle scarpe. E questa stazione assediata dalla . tempesta non è altro che il riassunto della storia del paese. Della sua natura profonda. Questi spazi che rendono assurdo qualsiasi tentativo di azione. La sovrabbondanza di spazio che inghiotte il tempo, che assimila tutti i ritardi, tutte le durate, tutti i progetti». Il lungo ritardo del treno e quindi il viaggio verso Mosca favoriscono le confidenze, secondo una tradizione ben radicata nella letteratura russa che ha precursori illustri come Leskov e Tolstoj. L'uomo si rivelerà essere un pianista che la Storia ha privato del suo destino individuale. Nato nel 1920, Aleksej Bere, è un giovane di talento alla vigilia del suo primo concerto. Ha ventun' anni quando, in un luminoso pomerìggio del maggio 1941, i suoi genitori, artisti ribelli al regime staliniano, vengono arrestati. Il giovane Aleksej rìpsce a evitare la triste sorte della sua famiglia dapprima fuggendo in Ucraina, quindi nascondendosi nell'armata sovietica con l'identità sottratta a un soldato morto. Sarà tradito dalla musica, il giorno in cui, tormentato da un amore impossibile e dall'amor proprio ferito non resisterà alla tentazione di suonare di nuovo il piano. Il gèsto gli costerà lunghi anni di deportazione, ma avrà riscattato una vita trascorsa a spiare dietro una finestra impolverata in un'altra vita, in un passato proibito. La notte attraverso cui avanza il trèno parla di quell'imme diabile frattura del passato, del male e della paura, «ma tutto era già diventato, musica e non esìsteva die attraverso la sua bellezza». Per tutta la sua esistenza Berg è stato colui che non aveva neppure il diritto di essère nominato. Come il veterano sdraiato sulla Pravda nella gelida sala d'attesa, all'inizio del romanzo, egli non esiste. Makine dà la parola a questi fantasmi confinati nel «sottosuolo cavernoso» di una vita ordinaria, ma spesso dotati della ricchezza interiore che deriva dalla creazione, n racconto nel racconto ci sospende fra passato e presente, dandoci una doppia prospettiva dell'esilio: la storia del pianista - una storia che la poetes¬ sa Anna Achmatova avrebbe definito di «emigrazione interna» - si riflette attraverso il narratore, un cittadino deluso ma rassegnato, e ancora attraverso l'autore, che da tempo ha abbandonato il proprio Eaese. Solo l'arte (in questo caso i musica) può dare senso alla vita: il romanzo finisce, come era cominciato, con un giovane e un pianoforte. «La musica della vita» di Makine, un piccolo libro che ha l'impatto di un grande romanzo russo: l'esilio, la paura e la disperazione deir«homo sovieticus» possono trovare un riscatto solo nell'arte Andrei'Makine Andrei Makine La musica di una vita trad. di Annamaria Ferrerò Einaudi, pp. 90, e 9 ROMANZO

Persone citate: Aleksandr Zinoviev, Andrei Makine, Anna Achmatova, Annamaria Ferrerò Einaudi, Berg, Makine, Nadia Caprìoglio Andrei Makine, Tolstoj

Luoghi citati: Francia, Mosca, Siberia, Ucraina