Picchiata a morte e violentata a due anni e mezzo di Alessandra Cristofani
Picchiata a morte e violentata a due anni e mezzo CITTA' DI CASTELLO, INUTILE UN INTERVENTO CHIRURGICO DI QUATTRO ORE Picchiata a morte e violentata a due anni e mezzo Fermato un uomo. Impossibile espiantare gli organi: «Troppo danneggiati» Alessandra Cristofani CITTA'DI CASTEttO E' rimasta in coma profondo per un giorno intero, praticamente morta, attaccata a una macchina solo per questioni legali, senza nessuna speranza. La bambina di Città di Castello, di due anni e mezzo, arrivata all'ospedale lunedì con gravissime lesioni, è morta ieri sera alle 22 dopo essere stata in coma irreversibile per l'intera giornata. Non è stato possibile neppure espiantarle gli organi per la donazione : il cuore è rimasto troppo ore. senza ossigeno e il corpo era cosi malridotto (lo stomaco schiacciato, la testa lesionata) da non consentire nessun tipo di trapianto. Ferite troppo gravi per essere compatibili con quelle di una caduta anche se questa era stata la motivazione data ai medici. La bambina è arrivata in, uno stato disastroso, l'hanno subito operata, ma l'intervento durato quattro ore non è servito a nulla. Lo staff medico ha subito sospettato il peggio e richiesto analisi accurate che hanno confermato la violenza sessuale, le percosse e diffuse echimosi inteme ed esteme. L'uomo che l'aveva portata al pronto'soccorso, avvolta in un lenzuolo si trova in stato di reclusione nel carcere di Perugia da ieri mattina. La bambina era stata affidata dalla madre a un impresario edile di San Sepolcro, un uomo di 32 anni originario dell'Altotevere e datore di lavoro del padre della piccola. Lui si è proclamato sempre innocente, dai primi momenti di un interrogatorio durato un intera notte. È un uomo alto e grosso, con i capelli chiari. Vive con la madre, non è sposato, è un tipo un po' chiuso e ha pochi amici anche se in città è piuttosto conosciuto ed è incensurato. E' il titolare di una piccola ditta con sede a San Giustino Umbro, la cittadina dove vivono anche Tiziana e Massimo, i genitori della bimba che è figlia unica. La coppia vive in Umbria dall'agosto del 2003. Sono arrivati dalla provincia di Taranto, da Manduria, in cerca di lavoro. Massimo (che ha 30 anni) è un piastrellista che saltuariamente prende lavori anche dall'uomo ora sott'accusa. L'imprenditore infatti frequentava l'abitazione della piccola, fra i genitori e l'uomo sottoposto a fermo c'era un rapporto di conoscenza e di fiducia. Tanto che ieri mattina Tiziana (che ha 31 anni) aveva deciso di lasciargli la bimba per qualche ora. Non è chiaro il motivo: la piccola frequentava una scuola materna, nella sua città. Anche gli orari non sono ancora certi, ma - secondo alcune indiscrezio¬ ni - l'uomo avrebbe preso in consegna la bambina intomo alle 7.30 della mattina. Alle 13.15 si è poi presentato con la sua auto all'ospedale di Città di Castello spiegando che la piccola si era fatta male mentre giocava ai giardini pubblici. Oggi proseguono gli interrogatori nel tentativo di ricostruire l'antefatto della violenza. Il sostituto procuratore Giuseppe Petrazzini ha già interrogato i genitori inspiegabilmente assenti al momento del ricovero. L'appartamento dell'impresario edile è stato perquisito ieri pomeriggio e le indagini continuano tra lo sgomento della città. L'abitazione si trova al piano terra di ima via centrahssima ma ancora non sono emerse prove che possano collegare questo luogo alle violenze. I genitori l'avevano affidata per qualche ora a un impresario edile loro conoscente Il padre della vittima è un piastrellista che lavora per la ditta dell'accusato L'uomo sotto accusa viene accompagnato in procura
Persone citate: Giuseppe Petrazzini
Luoghi citati: Citta' Di Castello, Città Di Castello, Manduria, Perugia, San Giustino, Taranto, Umbria
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