«Non abbiamo mai sparato sui civili indifesi»

«Non abbiamo mai sparato sui civili indifesi» L'IMMAGINE DI TRE VITTIME INNOCENTI HA PROVOCATO APPRENSIONE E POLEMICHE «Non abbiamo mai sparato sui civili indifesi» Il comando: quando i miliziani li usavano come scudi noi cessavamo il fuoco retroscena Andrea dì Robilant ROMA «Quei colpi non sono partiti dal nostro contingente», assicura con un filo di esasperazione Paola Della Casa, portavoce dell'Autorità civile a Nassiriya, uscendo ieri notte dall'ultima riunione della giornata con i militari. E' tardi e sono tutti molto stanchi, ma prima di congedarsi al telefono, insiste: «I soldati italiani non hanno sparato su quella donna e su quei due bambini». Alla fine della giornata più lunga e sanguinosa che i nostri militari hanno dovuto affrontare dal 12 novembre scorso - data della strage che costò la vita a 19 soldati italiani - l'immagine di quella donna irachena e di quei due bambini uccisi durante il violento scontro a fuoco tra i bersaglieri della Task Force Eleven e una folla di miliziani è quella che purtroppo rimane, che continua a dare il tormento, che bisogna con- tinuamente spiegare e giustificare. I fatti ormai sono noti. Ieri mattina all'alba gruppi di manifestanti armati hanno sbarrato i tre ponti sull'Eufrate, vitali per u controllo della città da parte del contingente italiano. E' stato ordinato un intervento massiccio dei bersaglieri della Task Force Eleven per riconquistare i ponti. Gli scontri a fuoco sono durati per tre ore e mezzo: 15 iracheni sono morti e 12 bersaglieri sono rimasti feriti. Donne e bambini erano stati sistemati alla testa e alla coda del corteo armato che avanzava su uno dei tre ponti. Ed è su quel ponte che una donna e due bambini sono rimasti uccisi. Non è chiaro come siano andate esattamente le cose. Fatto sta che dopo alcuni scambi a fuoco i soldati italiani avrebbero smesso di sparare per non colpire civili. Tanto che ancora ieri notte cpiel ponte, al contrario degli altri due, non era ancora sotto controllo italiano. La notizia della morte della donna e dei bambini è subito rimbalzata in Italia suscitando grande preoccupazione e rinfocolando la polemica politica tra maggioranza e opposizione sul ruolo del contingente italiano in Iraq. In un primo tempo le autorità militari sul campo non hanno escluso la possibilità che la donna e i bambini fossero stati uccisi accidentalmente dai nostri bersaglieri. «I nostri soldati sono stati fatti oggetto di segno a fuoco e hanno risposto con un uso della forza necessario limitato», ha raccontato il maggiore Simone Schiavoni, portavoce del contingente militare. «Non ci sono precauzioni» possibili quando donne e bambini sono mescolati con miliziani armati, «specialmente se vengono schierati davanti, e dietro partono dei colpi all'indirizzo dei nostri militari. E i nostri militari hanno reagito solamente in caso di necessità e assolutamente quando non ne potevano fare a meno». Poco dopo lo Stato maggiore precisava seccamente che i bersaglieri non avevano sparato contro i civili. I miliziani armati responsabili degli inci¬ denti a Nassiriya, si leggeva in una nota diffusa ieri sera a Roma, «hanno cercato di frapporre tra loro e i militari di Antica Babilonia donne e bambini sulla scena degli scontri. In questi casi i reparti italiani hanno immediatamente interrotto il fuoco». Ma la notizia di un possibile ruolo dei nostri soldati nella morte dei civili continuava a diffondersi. Tanto che il generale Gian Marco Chiarini, comandante della task force italiana a Nassiriya, è intervenuto al Tg2 della sera, quando ormai era notte fonda in Iraq: «Vorrei precisare che non abbiamo sparato ai civili, ma abbiamo sparato solamente ai miliziani armati. In un paio di occasioni hanno mandato avanti donne e bambini, e in quei casi abbiamo sempre sospeso il fuoco». Ieri notte la calma sembrava ristabilita. «A questo punto siamo di nuovo fiduciosi», ci ha detto al telefono Paola Della Casa. «Abbiamo avuto i chiarimenti che volevamo con i capi tribù e con il mediatore di Al Sadr. Il peggio è stato nella tarda mattinata e nel primo pomeriggio di oggi (ieri per il lettore, ndr). Ma anche nei momenti più duri i nostri soldati hanno sparato solo quando i miliziani gli puntavano addosso i loro bazooka. Per fortuna siamo più bravi noi a tirare».

Persone citate: Gian Marco Chiarini, Paola Della Casa, Robilant, Sadr, Simone Schiavoni

Luoghi citati: Iraq, Italia, Roma