Mourinho e Deschamps nuovi re della panchina

Mourinho e Deschamps nuovi re della panchina GLI ALLENATORI QUARANTENNI ALLA RIBALTA IN EUROPA Mourinho e Deschamps nuovi re della panchina Il portoghese parla 6 lingue e dei rivali studia anche le interviste Didier non ha un carattere accomodante ma garantisce risultati In Francia spopola anche Le Guen: giocò a Parigi, guida il Lione inchiesta Leonardo Marchesi E l'anno dei volti nuovi sulle panchine di tutta Europa. Se il Milan dei record ha la firma di Carlo Ancelotti, che non è una novità assoluta ma ha pur sempre solo 45 anni, all'estero i quarantenni stanno spopolando. Nati negh Anni 60, calciatori fino a ieri, in qualche caso addirittura ex compagni di squadra dei loro attuah giocatori. Un identikit impensabile fino a qualche anno fa, quando il «mister» doveva essere il mister e basta. Si morderà le mani Roberto Donadoni, che non è riuscito a ripetere la buona annata fatta con il Livorno. O anche Beppe Bergomi, che ha avuto diverse occasioni per iniziare la carriera di allenatore ma ha preferito continuare a fare il commentatore televisivo. Adesso ha compiuto 40 anni e anche se diventerà un buon tecnico non riuscirà a ricostruire quella leggenda del ragazzo-prodigio che si era costruito da giocatore esordendo giovanissimo. Il capostipite di questa nouvel- le vague di allenatori è senza dubbio il portoghese José Mourinho, che ha portato il Porto ai quarti di finale di Champions League, con un piede in semifinale. Mourinho è un quarantunenne che si presenta in pubbhco sfoggiando un aplomb inglese ma che quando vince una partita si esalta e urla come un pazzo. Sta dominando il campionato portoghese ma il suo capolavoro stagionale è stato l'eliminazione del Manchester United negh ottavi di finale di Champions League. In passato è stato il vice di Bobby Robson e Louis Van Gaal al Barcellona. Aveva iniziato come interprete di Robson, è diventato un allenatore vero. Proprio nel Barcellona di Robson ba inventato il «pressing da 3 secondi»: i suoi attaccanti devono fare una pressione esagerata sul portatore di palla che imposta l'azione, ma per soli 3 secondi, consentendo così alla squadra di salire. Il Porto gioca in maniera straordinariamente spettacolare e questo ha convinto Massimo Moratti a procurarsi qualche videocassette dehe partite dei «dragoni». Il futuro potrebbe anche essere suo, a scapito di un altro giovane emergente come il trentanovenne Roberto Mancini. Ma a Mourinho sta cominciando a pensare anche il Chelsea, nel caso in cui dovesse rinunciare a Ranieri per la prossima stagione. L'emergente del calcio europeo è descritto come un vero e proprio maniaco della preparazione dehe partite: non gh basta studiare l'avversario al video, ma legge anche le interviste dei giocatori (parla correttamente 6 lingue) per cercare di capire anche le sfumature psicologiche delle squadre avversarie. In Francia addirittura il grande protagonista è un trentacinquenne, Didier Deschamps. Di lui si parla sempre più insistentemente come del prossimo allenatore della Juventus, anche se è più giovane di Ciro Ferrara con il quale ha giocato. Deschamps non ha un carattere accomodante, ma i risultati arrivano, eccome. La gioventù di Deschamps sembrerebbe un'eccezione in un Paese dove uno come Guy Roux resiste per decenni alla guida dell'Auxeire. Invece l'altra squadra-rivelazione della stagione, il Lione, è nelle mani del quarantenne Paul Le Guen, ex regista mancino del Paris Saint-Germain e oggi tecnico preparatissimo. Non è da dimenticare che Frank Rijkaard, allenatore del Barcellona protagonista di una spettacolare rimonta in Champions League, ha appena 41 anni e non ha moltissima esperienza alla guida di squadre di club. Però i suoi contatti passati con tecnici come Sacchi e Van Gaal l'hanno sicuramente molto aiutato nel suo percorso di formazione tecnico-tattica. Nella Germania dei soliti noti, dove viene considerato in un certo senso una rivelazione Felix Magath, condottiero dello Stoccarda a 50 anni (e la curiosità è che ha 2 anni in meno del suo presidente Erwin Staudt), il Werder Brema delle meraviglie che domina la Bundesliga è guidato da un altro quasi ragazzo. Si tratta di Thomas Schaaf, nato il 30 aprile 1961. Ha giocato nel Werder dal 1978 al 1995, poi ha iniziato ad allenare neUe categorie giovanili e amatoriali dello stesso Werder. Una vita passata a giocare - da difensore - con la stessa magha. E adesso sta facendo volare la squadra alla quale ha dedicato tutta la vita. Ha un contratto fino al 2006 e guadagna 1,5 mihoni di dollari, ma se qualcuno si innamorasse del modo di giocare del Werder, non gh sarà facile strapparlo alla casa madre. La carriera è lì a dimostrarlo. Il Werder Brema che domina la Bundesliga ringrazia Thomas Schaaf: 42 anni difensore del club per 17 stagioni, ha un ingaggio di 1,5 milioni Sopra José Mourinho, lo scorso anno eliminò la Lazio nella semifinale Uefa Asinistra Didier Deschamps, 35 anni