«Pronti a una manovra-bis» di Stefano Lepri

«Pronti a una manovra-bis» DOMANI LA DECISIONE FORMALE DI BRUXELLES, SI PROFILA UN NUOVO SCONTRO SUL PATTO DI STABILITA' «Pronti a una manovra-bis» n arrivo il richiamo Uè all'Italia: deficit oltre il 307o Stefano Lepri ROMA Altro che riduire le tasse, il governo italiano dovrebbe «tenersi pronto» a una manovra correttiva. Il rapporto che la Commissione europea discuterà domani a Bruxelles individua un «chiaro rischio» che quest'anno il bilancio pubbhco italiano superi il limite del 307o del prodotto lordo fissato dal Trattato di Maastricht, e giunga al 3,20Zo. Per questo la Commissione proporrà all'È cofin (i ministri finanziari dell'Unione) dell'11 maggio di inviare all'Italia un messaggio di allarme, o «early waming»: il via libera preliminare dei tecnici, ieri, ha confennato le indiscrezioni. Può darsi che la proposta di avviso all'Italia segni l'inizio della battaglia finale sul Patto di stabilità che fu sottoscritto all'avvio dell'Unione monetaria. Dalle indiscrezioni delle ultime ore, sia la Germania sia in misura più grave la Francia sono a rischio di sfondare il limite di Maastricht perii quarto anno consecutivo, il 2005, dopo che la procedura contro di loro per averlo superato nel 2002 e nel 2003 è stata interrotta con l'aiuto dell'Italia. Ma il patto di stabilità che stabilisce regole e sanzioni per rispettare la nonna di Maastricht, fu concepito soprattutto come garanzia contro l'instabilità della finanza pubblica italiana: il debito pubbhco accumulato dell'Italia è il maggiore rispetto al prodotto lordo, tra tutti i Paesi euro. Il limite del 30Zo, a consuntivo del 2003, è statcwBuperato da Francia, Germania, Olanda, oltre che dalla Gran Bretagna che non fa parte dell'euro e contro cui non si procederà. L'Olanda si è già impegnata a una manovra correttiva per il 2004: il ministro delle Finanze Gerrit Zalm, che resta schierato nel campo dei rigoristi, accetta di buon grado che sia aperta contro il suo Paese la procedura per deficit eccessivo. Il Portogallo, che con efficaci misure correttive ha chiuso il 2003 al 2,80Zo, esce dalla lista dei cattivi. La Grecia si è salvata all'ultimo momento perché ha concluso il 2003 con un deficit del 2,95''z6; quanto al 2004 Ghiorgos Alogoskoufis, ministro delle Finanze del nuovo governo di centro-destra appena succeduto al centro-sinistra, ha promesso misure correttive e invoca le clausole sugli eventi eccezionah a causa delle spese perle Olimpiadi della prossima estate. Per il 2004, scontato che Francia e Germania trasgrediranno ancora, entra in zona rischio l'Italia. Ormia anche gh Stati piccoli, che il Patto l'hanno sempre rispettato o promettono di correggersi subito, cominciano a pensare che così com'è le regole sui deficit siano troppo rigide e vadano aggiustate. Aggiustate come, senza cedere al fatto compiuto dei Paesi grandi che sono riusciti a infischiarsene? Il primo ministro lussemburghese Jean-Claude Juncker, che guida lo Stato più piccolo di tutti ma gode di ampia stima, propone polemicamente che prima tornino a rispettarlo tutti gh Stati grandi (dal 2005, perché per il 2004 ormai è tardi) poi si discuta come anivare a regole per deficit variabili secondo il ciclo economico. Il successivo appuntamento importante sarà il 28 aprile, quando la Corte di giustizia europea discuterà il ricorso della Commissione di Bruxelles contro la decisione delTEcofin di non punire Germania e Francia per i deficit eccessivi. L'Ecofin si riunirà l'I 1 maggio, per la prima volta con 25 ministri dell'Unione allargata e non più con 15. Il governo italiano spera che il Patto venga allentato di fronte alle sempre più diffuse violazioni. Però, si osserva a Bruxelles, gh sgravi fiscali ipotizzati in Italia a carico del bilancio 2005 configurano qualcosa di più del perdono a una violazione già avvenuta: un permesso a trasgredire in anticipo. Mentre il testo «preparato dalla Commissione è molto severo, consiglia di varare anzi un Dpef austero, con «un mighoramento della posizione di bilancio in tennini aggiustati per il ciclo dello 0,507o minimo del Pil ogni anno, sostituendo le misure una tantum con misure a carattere permanente». La Banca centrale europea resterà schierata a difesa del rigore, specie se è vera la ricostruzione dell'ultima riunione del consigho uscita sul Daily Telegraph àiLonàra: il presidente Jean-Claude Trichet aveva proposto di calare i tassi, la Bundesbank tedesca e i suoi alleati lo hanno messo in minoranza. Se questa è l'aria a Francoforte, un rompete le righe sul Patto di stabilità potrebbe portare a un aumento dei tassi. I governi di Francia e Germania desiderano libertà d'azione per sé ma temono che risulti improponibile garantirla apertamente anche all'Italia. Il commissario Uè Pedro Solbes assieme al ministro dell'Economìa Giulio Tremonti

Persone citate: Alogoskoufis, Claude Juncker, Claude Trichet, Gerrit Zalm, Giulio Tremonti, Pedro Solbes