«Nuova sanità Che cosa cambia per il malato»

«Nuova sanità Che cosa cambia per il malato» SIRCHIA SPIEGA LA RIFORMA «Nuova sanità Che cosa cambia per il malato» «Ambulatori sempre aperti, più servizi e meno sprechi Così migliorerà anche il rapporto tra medico e paziente» Giacomo Gaieazzi inviato a CERNOBBIO (Como) Solidarietà e devolution come pilastri della riforma sanitaria. Da ima parte, ambulatori con apertura no-stop, sette giorni su sette, e dall'altra prestazioni mediche uguali in ogni Regione e unità territoriali di assistenza primaria. «Per traghettare la Sanità nel futuro e darle maggiore qualità ha spiegato il ministro della Salute Girolamo Sirchia, intervenuto ieri al forum di Cemobbio con il titolare degli Affari Regionali Enrico La Loggia e dell'Innovazione Tecnologica Lucio Stanca - passeremo dalla fase arcaica Anni '70 all'era delle nuove tecnologie e degli ospedah-officine, anche in vista della difficile situazione economica intemazionale». Tra le priorità: ridisegnare il sistema informativo sanitario, mettere ordine nelle tariffe, aggiornare gli standard dell'offerta. «Assegneremo nomi uguali ai servizi di tutta Italia in modo che, per esempio, le Rsa (Residenze sanitarie assistite) siano omogenee ovunque - garantisce Sirchia -. Daremo anche più attenzione al territorio e ai medici di famiglia, che devono essere organizzati in reti, in grado di assicurare l'apertura degli ambulatori da 16 a 24 ore al giorno». Per i cittadini, quindi, dovrà esserci un medico sotto casa sempre disponibile e che può accedere in qualsiasi momento ai dati sanitari del paziente, quando il suo medico personale non è rintracciabile. «Così si eviterà di intasare ipronto soccorso per quella che non è un'emergenza». Inoltre, sarà lotta decisa agli sprechi. D'ora in poi si potranno individuare le inefficienze attraverso ima serie di strumenti: le conferenze di servizi e i tavoli di lavoro tra enti locali, il controllo e la certificazione di qualità dei servizi (con una sorta di «pagella» delle strutture sanitarie), la collaborazione attiva nelle verifiche tra Stato e Regioni. Ma il «piano Sirchia» prevede anche maggiori informazioni istituzionah ai cittadini, alle scuole e ai medici sui temi della prevenzione e, in parti¬ colare, sugli stili di vita. I programmi di comunicazione si baseranno sulla pubbhcazione periodica di «report card», cioè delle prestazioni e dei risultati degli ospedali. Inoltre, la ricerca italiana deve tornare a essere competitiva a livello intemazionale in modo da poter attrarre finanziamenti anche dall'estero. E' quindi considerato utile che gli istituti di cura a carattere scientifico, gli ospedali metropolitani e i policlinici si cohfigurino come fondazioni di diritto privato dal punto di vista gestionale, ma sotto il controllo pubblico. Altra risorsa, poi, è costituita dalle agevolazioni fiscali per la ricerca contro le malattie rare. Inoltre, viene rilanciato il rapporto medico-paziente con la formazione post-universitaria e il potenziamento dell'educazione continua. Il principio fondamentale è che i «camici bianchi» dovranno garantire informazioni agli assistiti e collocare al centro della loro attività «le istanze del paziente come persona». E' «strategico», quindi, riconsiderare i rapporti contrattuali e professionah tra i medici e gli ospedali in funzione delle esigenze dei pazienti e dei modelli sanitari scelti dalle Regioni. Per i medici si tratta di recuperare il ruolo originario, motivandoli con un rapporto contrattuale chiaro, che superi le iniquità dell'attuale sistema. No, quindi, alle «doppie corsie» d'accesso all'ospedale e alle liste di attesa per chi non può pagare. Un'altra emergenza è rappresentata dalla carenza di infermieri, dovuta anche alla necessità di un titolo universitario a cui segue uno stipendio ormai considerato non adeguato. E ciò proprio mentre l'assistenza sta evolvendo verso cure mirate a domicilio, in particolare per malati cronici e anziani. Servono, perciò, scuole per infermieri negh ospedali e corsi in grado di formare operatori socio-sanitari. Le risorse verranno riequilibrate alla luce delle nuove dinamiche demografiche, che fanno dell'Italia uno dei Paesi più longevi del mondo. Nei nosocomi verranno attivati reparti di convalescenza e sarà riorganizzata la rete ospedaliera, trasformando alcune strutture sottoutilizzate in centri di salute gestiti dal distretto sanitario. Nel settore dei farmaci, invece, la priorità è attrarre nuovi investimenti per la ricerca, sviluppare brevetti, utilizzare rapidamente i nuovi medicinali per i pazienti sotto la vigilanza del ministero della Sanità. «In Italia non si fa prevenzione organizzata e per questo una montagna di denaro finisce in fumo - ha sottolineato Sirchia -. Il servizio sanitario nazionale spende ogni anno l'equivalente di 50 mila miliardi di vecchie lire in cure dovute alla mancanza di prevenzione. Oggi potremo finalmente coinvolgere negh "screening" tutti gli aventi diritto e controllare la popolazione a rischio». Se finora anziani, malati cronici e il resto della popolazione non sono stati raggiunti da campagne mirate (contro il fumo, per una sana alimentazione e contro l'obesità). «D'ora in poi, invece, terremo registri completi su malattie come 3 diabete che colpisce il 5'^ degli italiani - evidenzia il ministro -. Prevenire le patologie vuol dire proteggere la salute e incidere sui costi della Sanità». Il progetto di Sirchia: ambulatori con apertura no-stop sette giorni su sette e prestazioni mediche uguali in ogni Regione

Persone citate: Enrico La Loggia, Giacomo Gaieazzi, Girolamo Sirchia, Lucio Stanca, Sirchia

Luoghi citati: Cernobbio, Como, Italia, Solidarietà