Al Qaeda rompe la tregua: «Spagnola sarà l'inferno» di Gian Antonio Orighi

Al Qaeda rompe la tregua: «Spagnola sarà l'inferno» ERANO SEI I COMPONENTI DEL COMMANDO CHE SI SONO UCCISI Al Qaeda rompe la tregua: «Spagnola sarà l'inferno» Nuovo comunicato di minacce: «Lasciate subito Iraq e Afghanistan» Gian Antonio Orighi MADRID Erano sei i terroristi di Al Qaeda che si sono fatti saltare per aria lo scorso sabato in una palazzina di Leganés, a 15 chilometri da Madrid. Gli inquirenti continuano le indagini sul posto, ma nella cittadina dell'hinterland i nervi sono sempre più a pezzi. Intanto, la capitale (e la Spagna) ripiomha nel terrore dopo il nuovo comunicato dei terroristi islamici che minacciano di trasformare il Paese in un «inferno» se non vengono ritirate le truppe spagnole dall'Iraq e dall'Afghanistan. Continuano gli arresti: un altro membro della «Base» di Bin Laden è stato catturato nella colonia spagnola mediterranea di Ceuta. La notizia che ha gelato di nuovo il Paese è stato pubblicata ieri mattina sul giornale madrileno Abc. Il testo, giunto via fax nel pomeriggio di sabato, è stato ritenuto attendibile dall'intelligence: Abu Duijana Al Afgani Gruppo Ansar Al Qaeda in Europa notifica di aver rotto la tregua concessa lo scorso 16 marzo dopo l'annuncio del premier in pectore José Luis Rodriguez Zapatero di ritirare i suoi 1.300 soldati dall'Iraq entro il 30 giugno prossimo se il Paese non passerà sotto l'egida dell'Qnu. Dopo aver definito «benedetta» la strage dell' 11 Marzo a Madrid (191 morti), la filiale di Bin Laden, la stessa che ha rivendicato la paternità della mattanza il 13 marzo con un video lasciato a fianco della Moschea di Madrid, sostiene che lo sventato attentato di venerdì scorso ai treni ad Alta Velocità Madrid- Siviglia (una borsa di 12 chili di dinamite trovata sui binari alle 11 del mattino) era solo «un avvertimento della capacità di attaccare quando vogliamo, perché l'ordigno avremmo potuto farlo scoppiare giovedì sera o venerdì mattina». Il comunicato chiude con la minaccia di «far scorrere il sangue a fiumi» se non saranno ritirate le truppe dall'Afghanistan ( 150 uomini schierati con i 6 mila militari dell'Isaf, il contingente intemazionale sotto il comando Nato) e dall'Iraq, e se non cesserà la collaborazione con gli Stati Uniti e gli Alleati. La spada di Damocle è stata presa molto sul serio a Madrid. Per la prima volta, la polizia municipale vigilerà sul metrò finora controllato solo da vigilantes privati - i bus, i grandi centri commerciali. Chiusa anche la stazione di Nuevos Ministeros, il ter¬ minal per l'aeroporto da dove era possibile svolgere le operazioni di imbarco. In questo clima plumbeo, lenito solo in parte dall'arresto di un marocchino di 28 anni mentre passava il confine tra Ceuta e il Marocco, mentre in tutti i centri di trasporto e tutti i commissariati spagnoli sono state diffuse le foto dei tre terroristi magrebini che sono sfuggiti al blitz della polizia di Leganés, la polizia cerca di scoprire tutte le informazioni possibili nel covo distrutto. Nel pomeriggio, tra i resti della colossale esplosione che ha quasi distrutto un edificio di quattro piani, le forze dell'ordine hanno trovato i resti di un sesto cadavere, non ancora identificato. I lavori di riconoscimento, già conclusi per cinque membri di Al Qaeda ( tra cui i due capi, il Tunisino e il Cinese) continuano a rilento, mentre gli abitanti deUe sette case addossate al condominio continuano a trovare tra le loro mura macabri resti dei kamikaze. Ieri due falsi allarmi hanno fatto sgomberare un centinaio di famiglie. «Non siamo preparati psicologicamente per vivere con la paura», si lamentano impotenti. In serata, un migliaio di abitanti di Leganés è scesa in piazza per manifestare contro il terrorismo. Si sono sentiti molti slogan per il ritomo delle truppe spagnole dall' Iraq e molti «No a la guerra». C'erano anche tutti i partiti, tranne quello del premier uscente, l'interventista e popolare José Maria Aznar, sicché mancava sia il sindaco di Madrid, Alberto Ruiz Gallardón, sia la presidentessa regionale Esperanza Aguirre. La situazione, mentre cresce la rabbia (ancora controllata) contro gli abitanti marocchini e arabi in generale, è ormai al livello di guardia. Alle otto di sera è stato lo stesso ministro uscente degli Interni, Angel Acebes, a chiedere pubblicamente «calma e tranquillità» ai madrileni, ribadendo che tutte le misure di sicurezza possibili sono state prese. Ma è difficile razionalizzare il terrore. jfc&P ,..Jt■fW<■*^■'• ryV. Jji\ Ji *^ bVivM ■òuy- .àJ-^^^1'"' u* -^V* W "•»','-: «W i ^*,^ss^i^0m*ù ^^^^^ IrCqvAcdEmcroosA«nsst Le forze di sicurezza spagnole continuano a setacciare quanto resta dell'alloggio di Leganés in cui si è fatto saltare il commando di terroristi A sinistra il fax con le minacce di Ansar Al Qaeda

Persone citate: Alberto Ruiz Gallardón, Angel Acebes, Bin Laden, Esperanza Aguirre, José Luis Rodriguez Zapatero, José Maria Aznar