Rai, anche i centristi contro il «piano Cattaneo»

Rai, anche i centristi contro il «piano Cattaneo» IL PROGETTO DI RISTRUTTURAZIONE SARA VOTATO OGGI DALCDA. NO DELLA PRESIDENTE ANNUNZIATA Rai, anche i centristi contro il «piano Cattaneo» ROMA «Un tentativo di introdurre in Rai un vero e proprio monocolore di partito: una scelta che non riteniamo né giusta né condivisibile». Con queste parole secche, pur addolcite da vari condizionali, il capogruppo dell'Udo Luca Volonté boccia quello che definisce il «piano Cattaneo», il progetto di ristrutturazione della Rai che, presentato al eda solo venerdì scorso, dovrebbe essere votato oggi da un consiglio di amministrazione straordmario, per passare domani a riempirlo delle nomine previste. Dopo l'altolà dell'opposizione («Almeno si aspettino le elezioni del 13 giugno», ribadisce Piero Fassi¬ no, «Chiunque abbia un minimo di senso deUe istituzioni si adoperi affinchè Cattaneo non metta in scena un piano teso a garantire al premier il controllo integrale sulle piazze televisive», invoca il ds Giulietti), a prendere le distanze sono adesso anche i centristi della maggioranza. C'è il rischio di ridurre la Rai a un «monocolore di partito», addirittura, paventa il presidente dei deputati Udo. Timore forse non ingiustificato. Il discusso piano, che passerebbe con il no dello stesso presidente del eda Annunziata (e forse, dopo l'uscita di Volonté, anche di quello del consigliere Rumi di area centrista), accentra infatti sotto la direzione generale una serie di macrodirezioni, alcune del tutto nuoove, in cui verrebbbe concentrato il «potere reale» in Rai, svuotando di fatto le testate e soprattutto le reti, ridotte a mere strutture esecutive. Di rilievo in particolare il Marketing e il Palinsesto fr innovazione prodotto. Che resterebbero ad interim allo stesso Cattaneo, le Risorse tv dove sarebbe promosso Alessio Gorla, Finanza S- controllo e Acquisti a cui sarebbero chiamati manager indicati dal Tesoro, Risorse umane, al cui vertice resterebbe Gianfranco Comanducci: tutti di area Fi o vicinanze. Al di là dei nomi che andrebbero a riempire le nuove caselle. configurando il «monocolore» paventato, si fa notare come ad essere stravolta sarebbe la struttura stessa della Rai, così come era uscita dalla riforma del 1975, per arrivare a una Rai modello Mediaset. Osserva Paolo Gentilonì: «Con il pretesto, magari anche legittimo, di una ottimizzazione aziendale, si cancella di fatto la "Costituzione materiale" della Rai, incentrata su un'autonomia delle reti che fanno riferimento ad aree culturali e politiche diverse. Il tutto aggiunge l'esponente della Margherita - senza né una legge, né una discussione in Parlamento, nonché ignorando il messaggio di Ciampi sullo statuto delle opposizioni». [m. g. b.l Flavio Cattaneo, direttore generale Rai

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