C'è una speranza per le schiave del sesso di Francesca Paci

C'è una speranza per le schiave del sesso GIÀ 1500 PROSTITUTE HANNO DENUNCIATO CHI LE SFRUTTAVA IN CAMBIO DEL PERMESSO DI SOGGIORNO C'è una speranza per le schiave del sesso Francesca Paci ALMENO il 10 per cento delle ragazze straniere dedite alla prostituzione in Italia sono vittime di tratta. Le stime elaborate dalla Direzione Nazionale Antimafia sono state rese note ieri a Torino in un incontro nell'aula magna del Rettorato organizzato daU'Unicri (United Nations Interregional Crime and Justice Research Institute) e presieduto dal procuratore dell'antimafia Piero Vigna. L'incremento del traffico di esseri umani dai paesi più poveri, giovani donne raramente al di sopra dei trent'anni ma anche minori sottratti alla famiglia d'origine come compensazione di un debito contratto per far fronte all'indigenza, inizia alla fine degli anni 80. Quando la minaccia dell'Aids mette fuo¬ ri mercato le italiane tossicodipendenti si aprono le porte per le «economiche» fanciulle del sud del mondo. Nigeriane soprattutto (il 60 per cento del totale, secondo l'Eurispes), albanesi, rumene, ucraine, avviate più o meno consapevolmente sulle rotte della nuova schiavitù e spedite sulle strade delle nostre città. Torino, in questa mappa globale dello sfruttamento, è considerata ima stazione di arrivo e di transito nodale. Molte ragazze, calcola l'Unicri, sono riuscite ad affrancarsi attraverso i programmi di protezione come l'articolo 18 del Testo unico sull'immigrazione, che prevede la possibilità del permesso di soggiorno in cambio della collaborazione nell'individuare gli sfruttatori. Tra il 1998 e il 2002 circa 1500 persone sono state ammesse a questi benefici eccezionah contribuendo all'avvio degli oltre 2700 procedimenti penali in corso. L'assistenza alle vittime come strategia, ha sottolineato il procuratore Vigùa illustrando il recente accordo siglato con il ministero della giustizia nigeriano contro la criminalità organizzata. Ecco perché: «Con l'articolo 18 l'Italia è all'avanguardia nel mondo. Una direttiva europea prevede un permesso di soggiorno breve solo in caso di collaborazione. La nostra esperienza giudiziaria dimostra invece che la vittima rende dichiarazioni attendibili solo dopo il reinserimento: prima teme la rappresaglia dei trafficanti privati del business». Sul mercato del sesso ogni straniera può rendere fino a 5000 euro al mese, mentre per affrancarsi dal debito deve pagare una cifra almeno dieci volte superiore. Torino e la provincia piazze importanti dunque, ma proprio per questo territori pilota per l'attività di recupero. Nella regione Piemonte funzionano 5 dei 49 progetti previsti dal percorso di protezione sociale contemplato dall'articolo 18. Sotto la Mole, l'assistenza alle vittime della tratta è stata affidata daU'Unicri all'associazione Tampep Onlus che tra il primo novembre 2002 e il 30 novembre 2003 ha effettuato un primo monitoraggio. Tre dati balzano agli occhi: 749 delle 1236 donne contattate provenr gono dalla Nigeria; la maggior parte è arrivata da poco in Italia, confermando il tum over elevato; l'età dichiarata più di frequente è 22 anni. Povere, inesperte, giovanissime. Le schiave del nuovo millennio.

Persone citate: Crime, Justice, Piero Vigna, Soggiorno

Luoghi citati: Italia, Nigeria, Piemonte, Torino