«Abbiamo perso tutto ora torniamo a vivere»

«Abbiamo perso tutto ora torniamo a vivere» ALL'INFERNO CON UN BIGLIETTO DI ANDATA E RITOHMO «Abbiamo perso tutto ora torniamo a vivere» Si sfoga l'insegnante e racconta l'incubo lungo mesi Il collega difeso dal padre: sapevo che era innocente la storia Massimiliano Peggio HO perso il lavoro, la casa, gh anni migliori di mia figha. Oggi finalmente tomo a vivere. Quello che ho subito non lo auguro a nessuno». Due anni e mezzo di veleni, sofferenze. Sospetti infamanti di pedofilia. Vanda e Valerio sorridono, adesso. La sentenza ha confermato quello che sostenevano da sempre. Lo avevano detto subito: «Siamo innocenti». E lo avevano ripetuto dopo i 59 giorni in carcere, mentre fuori divampava ancora l'orrore per l'attentato alle Torri Gemelle. Una vicenda che ha spaccato in due una comunità. Diviso le coscienze. «Pensavo che tutto si sarebbe risolto in fretta, in poco tempo. Invece, mi è toccato lasciare l'alloggio in cui vivevo da quattro mesi. Ho dovuto anche abbandonare il mio lavoro. Dimettermi dall'asilo dove ho insenato per diciotto anni». La voce di Vanda è dolce, distesa. Per due anni e mezzo lei ha cercato di sopravvivere, di restare a galla aggrappandosi alla famiglia, alla figha, agli amici che non l'hanno mai abbandonata. «Nei momenti difficih pensavo a mia figha, e mi tornava il coraggio per andare avantb). Ha partecipato a tutte le udienze, affrontando l'inferno a testa alta. Perché una guerra si vince battaglia dopo battaglia. Fino alla fine. «Ho ricevuto tante lettere, prima in carcere e poi a casa, quando ero agh arresti domiciliari. Mi hanno scritto anche persone che erano state accusate deUe stesso reato e infine assolte». Il carcere? «Tremendo, un ambien¬ te che fa paura. Sto male a ricordare quei giorni. Di notte si sentivano urla, pianti, lamenti strazianti. Non si riusciva a chiudere occhio. Ma lì ho trovato tracce di umanità che non mi sarei mai aspettata. Le altre detenute e gh agenti di custodia conoscevano la mia storia, perché leggevano i giornali. Nonostante tutto credevano alla mia innocenza». I pochi contatti con l'esterno h ha mantenuti attraverso il suo legale, Nadia Garis, e i familiari autorizzati. «Ogni giorno aspettavo il mio avvocato con ansia, per sapere qualcosa di nuovo. Mi ha dato tanta forza sapere che lei, per prima, credeva nella mia innocenza». Poi la «libertà», a Natale del 2001: arresti domiciliari. Altri mesi di attesa logorante, rinchiusa in casa dei genitori. nel Pinerolese, tra mille ricordi. E quando gh obblighi della carcerazione domiciliare sono cessati ha potuto riabbracciare i suoi bambini. Un incontro commovente. «Sono venuti a trovarmi molti genitori, con loro figh. E' stato bello assaporare tanta solidarietà, il sostegno degh amici che non si sono allontanati». Valerio, invece, ha affrontato in modo diverso l'incubo. Quasi sopraffatto dalle paure è rimasto ai margini, lasciando che il papà Vittorio, personaggio noto in paese, lottasse per lui. Volantinaggi in strada, con «attacchi ai nemici», a chi voleva buttare fango sulla sua famiglia, su suo figlio. Oggi, la prima vittoria. Valerio ha dovuto interrompere per un lungo periodo gh studi universitari, rinunciare a una parte di goventù. Come Vanda non poteva mettere piede a La Loggia: per tutto questo tempo è rimasto in esilio presso parenti, lontano da casa, separato dalla famiglia. Al contrario, Vanda ha lottato fino in fondo. Aspettando la fine del processo, si è spaccata la schiena in mille lavori saltuari: per mantenere l'auto, le spese deUe causa, per dignità. «Impieghi umili, dove però non nascondevo mai nulla. Non mi sono mai vergognata di dire la verità. Sui soldi spesi, invece, non oso ancora fare i conteggi. Comunque sono tanti». Di La Loggia non vuole più sapere. «Troppo dolore. Ma andrò sempre a trovare gli amici che mi sono stati vicini, che mi hanno scritto e fatto forza per questi due anni e mezzo». Il futuro? «Vorrei riprendere a insegnare, mi manca tanto il mio mestiere. In fondo ho sempre fatto questo, per diciotto anni. E' sola la vita che mi piace». | A sinistra, la maestra Vanda Ballario: perle! e per il presidente dell'asilo di La Loggia all'epoca dei fatti la fine di un incubo cominciato nell'ottobre 2001

Persone citate: Massimiliano Peggio, Nadia Garis, Vanda Ballario

Luoghi citati: La Loggia