Il patto Mediobanca scende al 52,4%

Il patto Mediobanca scende al 52,4%NESSUNA RIVOLUZIONE NEGLI ASSETTI DI PIAZZETTA CUCCIA. LA BORSA PENALIZZA IL TITOLO: -2,70Zo Il patto Mediobanca scende al 52,4% Escono Ras, Burgo e Montefibre, più leggeri Pecci e Consortium MILANO E alla fine, nell'ultimo giorno valido per comunicare al presidente Piergaetano Marchetti eventuali disdette dal patto di sindacato di Mediobanca, qualche disdetta è arrivata, quella della Ras, di Montefibre, delle Cartiere Burgo, del gruppo Pecci (che però non esce del tutto ma riduce la propria quota apportata nel patto: da 5,450 milioni di azioni a 1,557 milioni), così come disdettate sono state le quote possedute attraverso Consortium da parte del gruppo Cerutti, della Falck, della Sinpar del bresciano Luigi Lucchini, della Sofist del comasco Ratti e della Rover International che fa capo al gruppo siderurgico Ferrerò, tutti azionisti che (Ferrerò a parte) resteranno nel patto con le loro quote dirette. A conti fatti, esce dal patto il 4,2'}(i del capitale su un totale vincolato oggi del 56,7150Zo. Nessuna rivoluzione, nessun terremoto, nessun equilibrio alterato, come era ampiamente prevedibile escono di scena alcuni piccoli soci mentre i grandi azionisti, Ras a parte, a cominciare dalle banche, Unicredit e Capitalia, dai francesi riuniti attorno a Vincent Bollore, restano grandi azionisti insieme ai grandi soci industriali, Italmobiliare, Fondiaria-Sai, Generali, Fiat, Pirelli, Telecom. Certo, un pezzetto di storia di piazzetta Cuccia, con l'uscita di scena della Burgo (storico azionista a sua volta controllata da Mediobanca) ma soprattutto della Ras, passa definitivamente negli archivi delle cose che furono. Perché, è noto, era stato proprio Enrico Cuccia, quando ancora Mediobanca era l'istituto di via Filodrammatici e Cuccia era il dominus, a organizzare la cessione della Ras, seconda compagnia di assicurazioni italiana, ai tedeschi della Allianz per alleggerire l'insopportabile indebitamento dei Pesenti che proprio a Mediobanca si erano rivolti per risolvere la crisi, dopo la morte del patron Carlo. U legame, insomma, un tempo era profondo ma poi, si sa, le cose sono andate come sono andate e ormai la competizione, la concorrenza tra le Generali, partecipazione strategica diMediobanca, elaRas-Allianz rendeva obbligata la scelta fatta da Mario Greco, numero uno di Ras, di uscire dal patto e dal consiglio d'amministrazione dell'istituto gui- dato da Gabriele Galateri. «Bisognava scioghere un conflitto di interesse evidente», ha fatto sapere Greco, che già più volte si era assentato dalle riunioni nelle quali il consiglio di Mediobanca discuteva di Generah. Il 2,13,!4 di Ras - ri,810Zo diretto, il resto in Consortium - dal primo di luglio, giorno di scadenza ufficiale del vecchio patto, sarà di fatto tra le partecipazioni considerate di trading dalla compagnia e da quel momento potenzialmente sul mercato. Lo stesso varrà per lo 0,0960Zo oggi in portafoglio a Montefibre, 750inila titoli che, a dar conto al boom del titolo ieri in Borsa (-1-9,7^0) il mercato già considera venduto per far cassa. A caldo, ieri, la Borsa il suo umore l'ha già espresso, penalizzando del 2,72IX) il titolo Mediobanca, evidentemente immaginando che i quasi 33 milioni di titoli in uscita dal patto (l'equivalente del 4,20Zo del capitale, appunto) possano, se messi in vendita, avere effetti ribassisti sul titolo della banca d'affari. Ma c'è da immaginare che, proprio per evitare un ingolfamento che avrebbe effetti negativi sul titolo, le prossime mosse saranno studiate con attenzione. Lo stesso presidente del patto, Marchetti, ha tre mesi di tempo, da oggi al primo luglio, per studiare e predisporre il nuovo patto con il possibile ingresso di nuovi soci, anche se per ora non si ha notizia di convocazioni a breve del direttivo e dell'assemblea del sindacato. Anche perché, in lista d'attesa, c'è l'alieggerimento (dal IS'ft al I20z6) di Unicredit e Capitalia che, dopo la discesa al 52,49094 delle azioni vincolate, hanno nel patto un peso maggiore di prima e quindi si sono si sono dette pronte a vendere un S1!*) ciascuna: il problema è a chi visto che, per ora, l'ipotesi di un ingresso di alcune banche popolari (che si erano fatte avanti) resta un'ipotesi e poco più. Altro punto su cui Marchetti è al lavoro è come scioghere il nodo Consortium, la società che ha il 4,3390Zo del capitale Mediobanca apportato al patto più un altro 8,873')() non aderente al patto, in totale poco meno del 14l}{i die ancora non si sa dove e a chi finirà con lo scioglimento della società deciso all'inizio di marzo: inizialmente si era pensato a una redistribuzione tra i soci di una parte (almeno il 4,339^0 sindacato) in portafoglio a Consortium (come pure 1*1,7596 in possesso a FinPriv, anch'essa da scioghere) ma l'ipotesi presenta difficoltà tecniche (soprattutto di valutazione ai fini fiscali) che non sembrano di facile soluzione, mentre il resto potrà essere ceduto (cosi è stato deciso) a società non in conflitto d'interesse con Mediobanca. [a.z.] COME CAMBIA IL SINDACATO DI PIAZZETTA CUCCIA Capitalia 8,57607o Unicredit 7,833yo Mediolanum 1,8130Zo Commerzbank 1,6490Zo MERCATO 47.510Zo GRUPPO Ì7,6ÌVo PRINCIPALI AZIONISTI Fondiaria Sai 3,8120Zo Gruppo Italmobiliare 2,6470Zo Generali Pirelli Jelecòrh Italia; .'/-r, RnÉriv Consortium TOTALE PATTO 52,490Zo (era al 56,7150Zo) 1,9990Zo 1,813«K) 1,8130Zo 'a ■' i^TM'fc 4,33914. (eraal4,9990Zo) ÌUtgo '-.vwv GWi GiuppoPecci' :.~ iSjiW'Ki Morilèfibfe :- ^,Ò;Ò960Zo ^pqMItìrf^ 5* ijrutipoiGrb'upama 30Zo Santusa (Bsch) 1,4060Zo Dassault 0,5940Zo Il presidente di Mediobanca Gabriele Galateri

Luoghi citati: Consortium, Italia, Milano