Marina, processo al filatelico per ordine del gip

Marina, processo al filatelico per ordine del gip CLAMOROSA SVOLTA NEL CASO DI MODICA: IL GIUDICE ACCOGLIE IL RICORSO DELLA FAMIGLIA E IMPONE AL PM DI CHIEDERE IL RINVIO A GIUDIZIO DELL'UNICO INDIZIATO Marina, processo al filatelico per ordine del gip Approda in un'aula giudiziaria il giallo della logopedista scomparsa nel '96 il caso Giorgio Ballano PROCESSATE Stroppiana». Federica Gallone, giudice per le indagini preliminari, non ha dubbi: contro il filatelico accusato di avere ucciso Marina Di Modica, logopedista Asl scomparsa nel maggio del 1996 in circostanze mai chiarite, ci sono sufficienti elementi per andare avanti, e magari trascinarlo alla sbarra, in Corte Assise. Altro che indizi vaghi. Altro che quadro probatorio incerto. E altro che archiviazione, come chiesto invece dal pubblico ministero Onelio Dodero. No, il fascicolo non si chiude. E il ricorso presentato due settimane fa dei familiari della donna è accolto: uno dei casi più controversi della storia recente, l'ultimo grande giallo di Torino, entra nella sua fase finale e approda in un'aula giudiziaria. E'un'ordinanza dai contenuti esplosivi. Il giudice impone testuale: «impone» - al pm di predisporre una richiesta di rinvio a giudizio, che verrà successivamente vagliata da un altro giudice. Sarà poi quest'ultimo, in sede di udienza preliminare, a decidere se mandare a processo Stroppiana oppure proscioglierlo. Questi i punti fondamentali dell'ordinanza che portano all'imputazione coatta. Primo: sull'agenda di Marina è indicato per il giorno della scomparsa un appuntamento con Stroppiana («Paolo x f.bolli) che lui prima ha negato, poi ha detto di aver spostato perché quel giorno aveva un forte mal di schiena. Una scusa che il gip ritiene poco credibile. Secondo: il presunto alibi di Stroppiana («Quella sera ero a cena dalla mia fidanzata») non regge, perché oltre alla donna nessuno può confermarlo e i tabulati telefonici rivelano che comunque l'uomo ha chiamato la fidanzata con il cellulare dalla strada alle 21,45. Da quel momento nessuno può testimoniare che cos'abbia fatto. Terzo: in casa dell'indagato è stata trovata una pistola Astra calibro 38 regolarmente denunciata con 100 proiettili. Ma di colpi ne mancavano 6. Che fine hanno fatto? Per la difesa Stroppiana li ha sparati molti anni prima al poligono, ma secondo il Gip la spiegazione non convince. Quarto: il giudice scrive che non può essere sottaciuta «l'inquietante coincidenza con la scomparsa di Camilla Bini nell'agosto del 1989», una collega di lavoro di Stroppiana (entrambi erano impiegati da Bolaffi) che aveva avuto una relazione con l'indagato. La decisione del gip è stata accolta con grande soddisfazione dagli avvocati di parte civile Gian Paolo Zancan e Stefano Castrale, che rappresentano la famiglia Di Modica. «Dopo sette anni di ritardi, incertezze ed esitazioni da parte della Procura - sottolinea Castrale - finalmente grazie al gip Gallone si potrà fare un passo avanti decisivo nell'accertamento della verità. Ci sarà un processo a carico di Stroppiana, che la povera Marina aveva indicato nella sua agenda lasciando, in modo inconsapevole ma efficace, un preciso e autentico segnale indicatore per le indagini. Affrontiamo questo processo - conclude il legale della famiglia Di Modica - nella convinzione di poter ottenere una sentenza di condanna che serva come riparazione, sia pure tardiva, al lutto dei familiari di Marina». Il padre della donna scomparsa, Gaetano Di Modica, è chiaramente soddisfatto, ma le sue parole esprimono anche civiltà e compostezza: «Nessuna sentenza mi potrà mai restituire mia figlia, quindi anche se quella persona venisse condannata non mi sentirei più o meno felice. Spero solo che sia la volta buona per fare piena luce sulla scomparsa di Marina e che il processo rappresenti un deterrente per chiunque, affinché episodi di questeo genere non si ripetano. Se si arriverà a una condanna ne sarò lieto non per me, ma per l'intera società». Il professor Di Modica si dice riconoscente nei confronti dei suoi legali, dei magistrati e degli investigatori che hanno riaperto il caso. Ma ne approfitta pure per togliersi qualche sassolino dalle scarpe: «Il mio unico rimpianto è che nei primi tre anni non siano state condotte quelle indagini che sono state eseguite successivamente, forse si sarebbe potuto arrivare prima a una soluzione del mistero». L'ordinanza del Gip è stato un duro colpo per la linea difensiva dell'avvocato di Stroppiana, Aldo Albanese, ma il legale non si perde d'animo e annuncia battaglia all'udienza preliminare e, nel caso, anche davanti alla Corte d'Assise: «Aspettiamo entrambi con serenità le prossime decisioni del Gup. Io perché sono assolutamente convinto dell'innocenza di Stroppiana, e lui perché sa di non aver commesso l'omicidio. La verità è che Stroppiana non ha niente-a che vedere con la scomparsa della signora Di Modica e il dibattimento lo dimostrerà». Albanese dichiara sin d'ora di non avere nessuna intenzione di chiedere il giudizio abbreviato: «Andremo davanti alla Corte d'Assise e voghe vedere se i sospetti e gli indizi raccolti nelle indagini reggeranno in un vero dibattimento». Il padre della donna: «Giusto così, anche se nessuno potrà restituirmi mia figlia» L'awocato dell'uomo: «Aspettiamo sereni ma anche determinati a dare battaglia» Marina Di Modica: quando è scomparsa, nel maggio 1996, la logopedista Asl aveva 39 anni

Luoghi citati: Quarto, Stroppiana, Torino