L'Europa salva le specialità italiane di Enrico Singer

L'Europa salva le specialità italiane L'Europa salva le specialità italiane Dalla pizza al lardo. Modificate le norme igieniche di produzione Enrico Singer inviato a STRASBURGO La battagha è stata dura. A un certo punto sembrava addirittura persa. Ma, alla fine, l'esercito dei 3700 prodotti tipici italiani ha vinto. In nome della flessibilità e del rispetto delle tradizioni, l'Europarlamento ha modificato le norme del cosiddetto «pacchetto per l'igiene alimentare» che rischiavano di mettere fuori legge un elenco spaventoso di delizie alimentari: dalla pizza al formaggio di fossa, dalla n'duja calabrese al ciauscolo, dallo squaccherone al lardo di colonnata. Ogni Regione ha le sue specialità regolarmente censite - il record è della Toscana con 372, il secondo posto è del Piemonte con 369 - che erano in pericolo, perché gli standard igienici di produzione impósti dalla Uè già nel 2000 non sono sempre compatibili con alcune fasi della lavorazione artigianale e spesso manuale che le rendono uniche e prelibate. Ma adesso il rischio è evitato. La pizza è salva. E così tutto il resto. La chiave per armonizzare ricette secolari e sicurezza alimentare sta nell'articolo 13 del nuovo regolamento che prevede la possibilità per gh Stati membri di adottare misure nazionali per «consentire l'utilizzazione di metodi tradizionali in una qualsiasi delle fasi di produzione, trasformazione o distribuzione degli alimenti». C'è anche la possibilità di «tenere conto delle esigenze delle imprese alimentari situate in regioni soggette a particolari vincoli geografici». Tutto, naturalmente, a condizione che «non venga compromesso il raggiungimento degli obiettivi del regolamento stesso». In altre parole: la garanzia igienico-sanitaria finale deve comunque essere assicurata dal produttore, ma senza vietare la cottura in un forno a legna, la stagionatura in fosse naturali e tutte le altre procedure particolari di ognuno di que- sti prodotti alimentari tipici. In realtà, quella che si è combattuta a Strasburgo è stata anche una battagha di lobby. Da una parte c'era la grande industria agro-alimentare, dall'altra i difensori della produzione tradizionale. Il punto più controverso del «pacchetto, igiene» - che è composto da ben tre regolamenti - è il sistema «Haccp». Una sigla che vuol dire «Hazardous analysis criticai control points»: analisi di rischio e punti critici di controllo. Si tratta di un meccanismo articolato in 17 direttive per controllare il rispetto degli standard igienici durante tutte le fasi della produzione. Secondo Legambiente, la normativa comunitaria prescriveva «requisiti iperigienisti modellati esclusivamente sulle esigenze della grande industria alimentare» e penalizzava le produzioni tradizionah italiane, come quelle di altri Paesi europei. Anche la Coldiretti aveva criticato le norme proposte nel 2000 e ora esprime soddisfazione per le modifiche. Il nuovo «pacchetto igiene» entrerà in vigore dal 1 "gennaio del 2006. Ci sarà, quindi, un lungo periodo transitorio per consentire ai produttori di adeguarsi alle regole Uè. Ma i prodotti tipici non dovrebbero più correre pericoli, anche se toccherà agli Stati il compito di elaborare i «correttivi» nazionali caso per caso e di sottoporli alla Commissione di Bruxelles. Per la Coldiretti «si sono create le condizioni per porre fine ai ricorrenti allarmi sugh attentati alle tipicità alimentari e iniziare una seria politica di valorizzazione del patrimonio gastronomico del nostro Paese». Per Ermete Realacci, di Legambiente, il voto di ieri dell'Europarlamento è «un'ottima notizia, un riconoscimento importante alla qualità delle produzioni tipiche e la premessa per l'ulteriore crescita di un mercato che può avere un ruolo di punta nella ripresa del Paese».

Persone citate: Ermete Realacci

Luoghi citati: Bruxelles, Europa, Piemonte, Strasburgo, Toscana