Telekomy «Volpe un killer politico»
Telekomy «Volpe un killer politico» IL TRIBUNALE DEL RIESAME DI TORINO MOTIVA IL NO ALLA SCARCERAZIONE Telekom, «Volpe un killer politico» I giudici nel sottobosco dove nacquero le calunnie ai leader ulivisti Alberto Caino TORINO «Anche in questo caso Volpe ha svolto il ruolo di informatore (ed eventualmente di "killer" pohtico) al servizio di persone che, in un certo qual modo, appaiono legate ad organi istituzionali dello Stato». Chi? E' l'ultimo, o quasi, interrogativo dell'inchiesta sul «complotto». Tanti sono i personaggi che gli stessi indagati fanno entrare in scena (Romanazzi parla di «un uomo politico di primissimo piano dell'attuale governo»), ma i magistrati si mostrano molto cauti. Oualcosa di più dicono sull'«attivismo» dell'on. Alfredo Vito (Forza Italia) senza nominarlo e anticipando: «Non vi è prova che fosse consapevole della falsità dei documenti predisposti per incastrare i leader dell'Ulivo». Telekom Serbia, atto secondo: la calunnia a Prodi, Fassmo e Dini. U tribunale del Riesame motiva il provvedimento contrario all'istanza di Antonio Volpe di essere scarcerato e, nel farlo, svela parte dello scenario su cui si sta orientando la procura di Torino, alla ricerca dei mandanti del «conte» Igor Marini, dello stesso Volpe e degli altri concorrenti noti nella calunnia ipotizzata nei confronti dei leader dell'Ulivo. Il presidente del collegio, Francesco Palmisano, lo scrive con chiarezza nell'ordinanza depositata ieri: «Volpe non aveva (e non ha) alcun motivo diretto e personale per accusare falsamente Prodi e Dini; dalle indagini dei pm emerge che altre erano e sono le persone interessate a sostenere le accuse di Marini contro Prodi». L'inchiesta del procuratore capo Marcello Maddalena e dell'aggiunto Bruno Tinti ha individuato r«area di riferimento» di Volpe, il «regista» dell'operazione. Semmai, per come si esprime lo stesso Riesame («si prevedono indagini lunghe e complesse»), la difficoltà sta nel risalire da rapporti compartimentati sin dalla base (Marini é Volpe) agli eventuali manovratori. Lo conferma il collegio composto, oltre che dal presidente Palmisano, dai giudici Daniela Colpo e Diamante Minucci: «L'intera trama non è stata ancora acclarata.... Il pm deve compiere indagini proprio in quel sottobosco di cui fa parte Volpe». Un'annotazione appare illuminante : «Per tutta la vita l'indagato ha svolto, al servizio di altri, l'attività di informatore. Rilevanti, in questo senso, sono le sue dichiarazioni, secondo cui in Spagna e in Francia, in collaborazione con "enti istituzionah di quei paesi". Volpe ha svolto "attività di verifica e di controllo di alcuni personaggi che circolavano all'epoca". Attività che sono state "utili anche alle istituzioni italiane". In questo servi¬ zio di spionaggio Volpe non ha esitato a fornire notizie non vere, costituenti a volte autentiche truffe, come risulta dalle note di Sisde e Sismi che abbiamo esaminato». Altro passaggio dell'ordinanza: «Dagli atti risulta che, al fine di reperire nuove prove contro Prodi, si muovono numerosi personaggi che gravitano nel sottobosco della politica». Più avanti i giudici scrivono: «Risulta che Volpe aveva preventivamente informato un deputato, membro della commissione di inchiesta. dei pay order Mortad e Ranoc posseduti da Romanazzb, le false prove «finali» contro Prodi. E' a questo punto che i magistrati indicano senza nominarlo Alfredo Vito: «Volpe gli aveva chiesto di dare un compenso a Romanazzi per la consegna dei due pay order; Volpe aveva concordato con lui modi e tempi della consegna del plico alla commissione parlamentare; Volpe ha dichiarato che il medesimo deputato gli aveva offerto l'incarico (non formale) di collaborare con la commissione; Volpe ha confermato quanto riferito da altri, secondo cui, immediatamente dopo le prime accuse di Marini ai leader dell'Ulivo, questo deputato lo aveva contattato per parlargli dell'affare Telekom Serbia. Dagli atti emerge pure che l'onorevole, nei mesi di luglio-settembre 2003, avendo ricevuto un altro plico, aveva affidato ugualmente a Volpe l'incarico di assumere informazioni». li faccendiere Antonio Volpe
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