«Via gli inglesi» Ore di guerriglia a Bassora
«Via gli inglesi» Ore di guerriglia a Bassora «Via gli inglesi» Ore di guerriglia a Bassora Paul Bremer BAGHDAD Ancora sangue, morti, rivolte, disordini in Iraq, mentre all'Gnu si annunciano i primi provvedimenti contro i responsabili della sicurezza dopo che un rapporto ne ha evidenziato «gravi lacune», forse decisive per l'esito dell'attacco dinamitardo al compound delle Nazioni Unite a Baghdad che nell'agosto scorso costò la vita al diplomatico Sergio Vieira de Mello e ad altre 23 persone e segnò il disimpegno dell organismo nel Paese. Si aggiorna il conto dei soldati statunitensi che mancano all'appello: un militare americano è morto ieri nell'esplosione di un ordigno collocato sul passaggio di un convoglio di mezzi militari nella zona di Falluj a, nel famigerato «triangolo sunnita». Sono così 400 i caduti in combattimento, 591 contando le vittime di incidenti e del cosiddetto «fuoco amico», esclusi i civili statunitensi e probabilmente i suicìdi, un fenomeno dì una certa entità, ma tenuto molto in sordina dagli alti comandi. A un numero imprecisato dì morti iracheni si aggiungono invece i quattro «ribelli» uccisi ieri dopo aver tentato un agguato alle truppe americane dì stanza a Mossili, dove nei giorni scoisi due guardie del corpo - un britannico e un canadese - erano state uccise in un agguato presso la locale centrale elettrica, .- v /,:.i i Peggiora ancora la situazione nel Sud, nei dintorni di Bassora, in quella che fino a qualche tempo fa era un'oasi dì assai relativa quiete sotto la vigilanza britannica e dove per la seconda volta in due giorni ì soldati del Regno Unito sono rimasti coinvolti in scontri con la popolazione civile, Non si tratta in questo caso dì nostalgici del regime ma di gente esasperata dall'indigenza. Ad Amara 1 militari, appoggiati dalla polizia locale, hanno sparato in aria per disperdere ì disoccupati che manifestavano davanti alla sede del locale governatorato bersagliando i soldati con una sassaiola. Ma, sempre a Bassora, si registrano anche incidenti inquietanti con la militanza islamica sciìta, armata dì sassi e sbarre dì ferro, la stessa che a Baghdad ha manifestato contro la chiusura, decisa dal governatore americano dell'Iraq, Paul Bremer, dì un quotidiano considerato portavoce del leader sciìta radicale Moqtada Sadr e accusato di pubblicare articoli che incitano alla violenza contro le truppe Usa. Oggi nella capitale sono state annunciate altre dimostrazioni davanti alla sede della coalizione. A New York intanto il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, ha chiesto le dimissioni del coordinatore della sicurezza in Iraq, Tun Myat, nel quadro di una serie di misure destinate a migliorare la sicurezza dello staff Onu nelle aree di conflitto. Secondo il rapporto di una commissione indip endente che era stata nominata per far luce sulla vicenda: «Gh uomini a cui era affidata l'estate scorsa la sicurezza del personale dell'Orni a Baghdad, erano accecati dalla convinzione che il personale delle Nazioni Unite e le sue installazioni non sarebbero stati bersagho dì attentati». Infine, arrivano i primi esiti delle numerose inchieste annunciate dall'esercito Usa sulla condotta delle sue truppe. Il comando militare americano a Baghdad ha ammesso la propria responsabilità nell'uccisione per errore, lo scorso 18 marzo a un posto dì blocca nella capitale irachena, di due cameraman dell'eminente satellitare di Dubai Al Arabiya. Ah Abdelaziz e Ah al-Khatib morirono per le ferite riportate dopo che la loro auto era stata colpita da proiettili sparati da soldati americani diretti a un'altra vettura che aveva forzato un check point. L'episodio era avvenuto in un momento «caldo», alla vigilia della vìsita in Iraq del segretario di Stato americano, Colin Powell. Icre.l Paul Bremer
Persone citate: Colin Powell, Kofi Annan, Moqtada Sadr, Paul Bremer, Sergio Vieira De Mello
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