Il Teatro fantasma alla fonderia Limone

Il Teatro fantasma alla fonderia Limone MONCALIERI INIZIATI ANNI FA, I LAVORI SONO STATI BLOCCATI DALL'ALLUVIONE DEL 2000 E DA CONTROVERSIE CON LA DITTA APPALTATRICE Il Teatro fantasma alla fonderia Limone Già costato ventidue miliardi di lire, per allestire la sala, il palco il foyer e i camerini adesso occorrono ancora 2,7 miliardi Massimiliano Peggio Una fabbrica di cultura sulle ceneri di una fonderia Anni Venti. Progettate dagli ingegneri del Cit ai tempi delle vecchie lire, 22 miliardi in gran parte finanziati dall'Unione Europea, le Fonderie Teatrali Limone di Moncaheri, restano per ora un tempio fantasma, il sogno proibito di registi, attori, macchinisti. «Un teatro unico in Italia», dicono gli esperti. Ma vicissitudini di ogni genere, difficoltà e difformità costruttive, un'alluvione devastante nel 2000, ne hanno rimandato di anni l'inaugurazione. E soprattutto hanno fatto lievitare i costi. Non a caso tra Comune e la prima ditta appaltatrice, la Tekno 3 di Pianezza, è in corso un arbitrato con ricbieste faraoniche di risarcimenti. Un sogno costosissimo, dunque, che per Eoter entrare in «circuito» avrà isogno ancora di una pioggia di euroj Circa 1 milione e 370 mila euro: necessari per allestire la sala, il palco, il foyer, g[li impianti luce e audio, i camerini. Affidate in gestione al Teatro Stabile di Torino con una convenzione ventennale, le Fonderie Limone avrebbero dovuto vivere il loro esordio trionfante il 5 maggio, con una prima nazionale, «La Peste» di Albert Camus, con Franco Branciaroli. Nonostante i migliori auspici, l'esordio si avrà a fine estate. Forse autunno inoltrato. Tutto dipende dai tempi di esecuzione degli appalti per l'allestimento finale. «Dopo tutto quello che abbiamo superato, adesso posso essere finalmente ottimista. Il traguardo è vicino: sono convinta che la Limone diventerà un polo culturale di rilevanza europea. Una grande occasione per Moncaheri», dice l'assessore alla cultura Mariagiuseppina Puglisi. Anche Agostino Re Rebaudengo, presidente del Teatro Stabile, ne è convinto. «Quando il teatro Carignano sarà chiuso per restauri, parte della produzione teatrale potrà essere trasferita a Moncaheri. Un'opportunità per fare conoscere al pubblico affezionato un nuovo spazio teatrale, ma anche per ampliare il bacino di spettatori». Le potenzialità del teatro sono racchiuse nella sua concezione tecnica: uno spazio ampio.a ((tutta scena», dove non c'è un palco tradizionale ma un luogo di recitazione adattabile alle esigenze. Un sorta di teatro plasmabile, mutevole, rivoluzionario rispetto ai canoni tradizionali. Cuore di questa struttura è il cubo: l'interno ora è vuoto. Non ci sono sedie, né scenografie. C'è solo il «graticcio», una piattaforma di acciaio da dove i macchinisti potranno governare le scene. «Uno spettacolo di attrezzatura», dicono gli operai dello Stabile. Che tristezza, però vedere il «cubo» ancora vuoto, il pavimento in legno già in parte rifatto per colpa delle infiltrazioni. Per allestire il cubo la Regione ha stanziato una somma di 600 mila euro. Il resto dell'attrezzatura sarà pagato dal Comune di Moncaheri, attraverso un mutuo di 1 milione e 70 mila euro. Stando allo studio eseguito dal Politecnico di Torino, dal gruppo di lavoro del professor Franco Prizzon, i costi di manutenzione della struttura e degli impianti ammonteranno a circa 120 mila euro l'anno. «Tutto sommato ridotti», affermano in Comune. Per la gestione invece, le cifre non sono ipotizzabih. «Dipende tutto dalle produzioni», dice Re Rebaudengo. Mentre il Comune, che si appresta a rivedere la convenzione, sta valutando l'ipotesi di entrare a far parte del consiglio di amministrazione dello Stabile. Le Fonderie Limone costruite negli Anni 20, sede del nuovo teatro di Moncalieri

Persone citate: Agostino Re Rebaudengo, Albert Camus, Franco Branciaroli, Franco Prizzon, Mariagiuseppina Puglisi, Massimiliano Peggio, Re Rebaudengo

Luoghi citati: Comune Di Moncaheri, Italia, Limone, Moncalieri, Pianezza, Torino