La prima giornata di Fatima con il velo
La prima giornata di Fatima con il velo La prima giornata di Fatima con il velo I sorrisi e la curiosità di genitori e bambini hanno accolto l'insegnante marocchina che, ieri mattina, ha iniziato il tirocinio nell'asilo di Ivrea Giampiero Maggio Alberto, due anni, è.corso incontro a Fatima Mouayache, la nuova maestra, e ha allungato la mano per toccare il velo che le incorniciava il volto. Forse, Alberto, era solo incuriosito e voleva scoprire il colore dei capelli nascosti daUhijab o semplicemente giocare. Un sorriso è fiorito sul volto di Fatima e tanto le è bastato per lasciare alle spalle l'amarezza provata nella scuola di Samone che l'aveva rifiutata proprio a causa di quel velo. E' iniziata così la prima giornata di Fatima al nido Olivetti di Ivrea, la struttura che le ha permesso dì incominciare il tirocinio, 500 ore di formazione, per otterenere un diploma da educatrice di prima infanzia. Sono le 9 spaccate quando Fatima varca lo stretto viale che conduce all'ingresso del nido. Lo hjiab giallo puntellato di pìccoh fiori, u cappotto beige, i mocassini che si intravedonp appena spuntare da sotto i pantaloni neri. Ha il passo svelto e si capisce che è quasi intimorita dal clamore che questa storia ha suscitato e dai riflettori che ora sono puntati su di lei. «Ringrazio tutti - dice con un filo di voce -, sono contenta perchè ora posso terminare i miei studi e spero che ora non si parli più di questa vicenda». Poche parole, prima di iniziare la sua prima giornata con i 130 pìccoh del nido. Le otto colleghe fanno quasi scudo per proteggerla. Ma anche per evitare che le telecamere, i flash dei fotografi e l'attenzione dei giornalisti possano turbare i bambini e la vita dì questo nido che all'improvviso sì è trovato al centro dell'attenzione invadente dei media. Non commentano I primi genitori arrivano aha spicciolata che non sono neppure le 7,30. Una mamma fa un cenno con la mano, come per dire: «Dopo, ora devo portare dentro il bimbo»; un'altra si ferma pochi secondi e spiega «che in fondo non era il caso dì sollevare tutto questo caos». Ma c'è anche curiosità, voghe dì capire, dì commentare. «Beh, forse è una lezione di vita per tutti - dice Giuliana Ciappi forse da questa storia ognuno avrà modo dì imparare qualcosa. Io aspetto di vedere quale sarà la reazione dei bambini e deUe maestre, poi, forse, tutto sarà più chiaro». Simona Torrero, ha la bimba in braccio e anche lei parla volentieri. «Il velo non spaventa nessuno, tanto meno i nostri figli. Spaventano di più le reazioni che sono nate attorno a questa vicenda». Poi aggiunge: «L'importante che non tratti argomenti religiosi». Antonietta Nocco va oltre e spiega: ((Può essere un'esperienza utile per tutti. Per i nostri bambini e per noi genitori, ormai dobbiamo capire che viviamo in una società multirazziale». Alle 9,30 si abbassano le tende blu che nascondono le grandi vetrate del nido aha vista dei curiosi, mentre Fatima viene accompagnata perchè prenda dimestichezza con il suo nuovo posto di lavoro. Tra due tende, uno scorcio lascia intravedere le aule con le pareti azzurre e i piunguini disegnati. L'edificio scolastico, progettata dagh architetti Luigi Figini e Gino Polli¬ ni nel '41, è un lungo parallelepipedo con le pareti in pietra grigia che ormai fa parte dell'architettura ohvettiana. Oggi è diventato anche il simbolo «della tradizionale tolleranza locale» come dice il sindaco Fiorenzo Grijuela e un esempio dì come certe barriere culturali possano essere superate. «Che questa vicenda serva come elemento dì riflessione - spiega Andrea Bene¬ dino, assessore ai Sistemi Educativi - e testimonianza dì come sia possibile far convìvere culture differenti». Sono le 16,30 quando Fatima lascia il nido. «E' stato un giorno speciale» dice, la voce strozzata dall'emozione. E racconta di come i bambini Ihanno accolta: «Mi hanno fatto sentire a casa, abbiamo giocato insieme ingiardino e si capiva che erano con¬ tenti. Spaventati per il velo? No, assolutamente. Anzi, qualcuno di loro lo ha anche toccato per curiosità. Col tempo si abitueranno aha mìa presenza». Il suo pensiero corre ai figli di 5 e 6 anni che l'aspettano a casa: «Forse questa vicenda rappresenta un passo in più verso l'integrazione, ecco quale sarà il messaggio che portrerò ai miei bambini». Fatima Mouayache all'arrivo all'asilo di Ivrea accolta dall'assessore Benedino
Persone citate: Antonietta Nocco, Benedino, Fatima Mouayache, Fiorenzo Grijuela, Giampiero Maggio Alberto, Gino Polli, Giuliana Ciappi, Luigi Figini, Simona Torrero
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