Cartolarizzazioni a rischio bolla Enti locali in rivolta contro i tagli di Valeria Sacchi

Cartolarizzazioni a rischio bolla Enti locali in rivolta contro i tagli I NOMI E GLI AFFARI Cartolarizzazioni a rischio bolla Enti locali in rivolta contro i tagli Valeria Sacchi Tra i problemi sul tavolo del superministro dell'Economia Giulio Tremontì imo non di poco conto riguarda le cartolarizzazioni delle banche, quei meccanismi attraverso i quali esse scaricano parte dei loro crediti incaghati attraverso società «veicolo» e che vede il gruppo Capitalia in testa per molte lunghezze con i suoi 6,5 miliardi. Il timore è che, alla fine, una parte di questi 15 miliardi di euro complessivi che sono sul mercato rimbalzino, creando una sgradevole «bolla». Il governatore Antonio Fazio ha affermato che non c'è di che preoccuparsi, ma l'allarme resta alto. Un secondo fronte delicato riguarda i 99 miliardi di debiti contratti dagli enti locali, ossia regioni, comuni e province. Su questi è intervento il direttore generale del Tesoro Domenico Siniscalco che, tuttavia, ha anticipato il proposito di creare per queste emissioni un sistema più stringente di controlh. I comuni, a loro volta, fanno pressing su Tremonti, sostenendo che i tagli della finanziaria 2004 li costringeranno a ridurre molti servizi ai cittadini. E del resto già da tempo il sindaco di Milano Gabriele Alb ertini non lascia passare settimana senza prendersela con il governo di Roma che non gli manda i soldi promessi. Nel frattempo il presidente della Corte , dei Conti, Francesco Staderini, ridimensiona le prospettive di crescita del Pil e definisce «ottimistico» uno scatto dell'l,9% mentre l'Isae rettifica le stime dall'l,707o all'1,4%. Intanto, nella speran¬ za che un responso favorevole del Tar gli consenta di mantenere alla* testa della Vigilanza Bruno Bianchi, che per limiti di età dovrebbe essere in pensione ed è al momento sospeso dall'incarico, Fazio affida ad interim la Vigilanza al direttore generale Vincenzo Desario. La mossa è comprensibile. In vista delle nuove norme a tutela del risparmio che, tra l'altro, potrebbero togliergli non pochi poteri e magari fissargli una scadenza per tornare a casa, il governatore ha più che mai bisogno di avere accanto amici fidati. Bombe aiutando, l'oro continua a mantenere alto il suo prezzo. Sarà forse per questo che .11 cancelliere Gerhard Schroeder sta pensando di utilizzare parte delle riserve auree della Bundesbank (che come Bankitalia e Bce ha visto gli utili scendere per il calo del dollaro) per aumentare gli investimenti destinati all'istruzione e alla ricerca, portandoli entro il 2010 dall'attuale 2,5 al 30Zo del Pil. Molti deputati hanno sollevato obiezioni, temendo che il governo finisca per utilizzare le riserve per ripianare i buchi del bilancio statale, ma il presidente della Bundesbank Ernst Welteke, che appoggia il progetto di Schroeder, ha precisato che non venderà oro prima di essere certo della sua destinazione finale. Come negli Stati Uniti, anche in Germania è più che mai d'attualità lo scottante tema della delocalizzazione delle industrie che, negli ultimi anni, è già costata al Paese due milioni e mezzo di posti di lavoro. Il presidente delle Camere di Commercio Ludwig Georg Braun, che ha consigliato alle imprese di non perdere l'occasione del prossimo allargamento a Est della Uè, si è già beccato un'accusa di «antipatriottismo». Dopo lo scandalo dei bilanci gonfiati da riserve petrolifere sovrastimate che era costato il posto al presidente della Royal Dutch Shell Fhilp Watts (il quale, come sta emergendo, era al corrente del fatto da due anni), tocca ora al Crédit Suisse, secondo gruppo bancario elvetico, rettificare verso il basso l'utile netto dell'ultimo trimestre 2003 a causa di un errore nell'immissione di dati della controllata Dbv-Winterthur. Uno scherzetto da 210 milioni di franchi che ridimensiona l'utile dell'anno da 5,2 a 5 miliardi di franchi e che costringerà il direttore finanziario Philip Ryan a lasciare l'incarico entro l'estate. Nonostante le molte smentite, il tam tam finanziario insiste a rilanciare la voce che Citibank non abbia abbandonato l'idea dì acquistare la Deutsche Bank presieduta da Joseph Ackermann. Tallonata da presso dalla crescita delle rivali Bankamericana e Jp Morgan, la maggiore banca del mondo gui¬ data da Charles Prince non vuole farsi superare e sta accelerando in Asia, dove ha appena acquistato la KorAm Balde di Seul e ha avviato in Cina il primo servizio di carte di credito gestito da un istituto straniero. Tutte cose interessanti, ma nulla a confronto della conquista del prestigioso gruppo bancario tedesco che, negli Anni Novanta, aveva insidiato il mondo anglosassone acquistando Morgan Grenfell e Bankers Trust. Sempre in Asia, la StMicroelectronics guidata da Pasquale Pistorio (die ha appena designato Carlo Bozzetti a succedergli nel 2005) sta trattando con la coreana Hynix, terzo produttore mondiale di chip di memoria, la costituzione di una joint-venture finalizzata a costruire uno stabilimento in Cina che consenta ai due partner di consolidare le posizioni in un mercato che cresce al ritmo del 20lKi all'anno. In attesa di rilevare tra un mese da Marco Perel11 Cippo il bastone del comando in Campari, Enzo Visone, prossimo amministratore delegato del gruppo italiano delle bevande, ha già anticipato le nuove direzioni di sviluppo: gli Usa e l'Europa dell'Est. Il problema del futuro assetto societario di Edison, che ha al centro l'opzione che nel 2005 consentirà alla francese Edf di rilevare le quote di Fiat e di altri soci bancari, è invece oggetto di fitti colloqui tra il presidente di Edf Francois Roussely e quello di Edison Umberto Quadrino. Tra le ipotesi sul tavolo, il rinvio di un anno (alla primavera del 2006) dei diritti di compravendita o il loro frazionamento in più tranche. Il ministro per le Attività produttive Antonio Marzano lancia l'allarme: la fase espansiva della rete commerciale al dettaglio, incoraggiata dalla deregulation delle licenze varata con la riforma dell'ex ministro Bersani, sta rallentando. Nel 2003, a livello nazionale, il saldo positivo tra aperture e chiusure, pur rimanendo positivo per 5582 unità, è quasi dimezzato rispetto alle 9754 unità del 2002. Si capisce il pessimismo del presidente di Confcommercio Sergio Bilie che, a Cemobbio, ha detto che potremo dirci fortunati se, quest'anno, la nostra economia crescerà dello 0,8^0.

Luoghi citati: Asia, Cina, Europa Dell'est, Germania, Roma, Stati Uniti, Usa