Il Ducale: uno scrigno per raccontare Genova di Marco Raffa

Il Ducale: uno scrigno per raccontare Genova Il Ducale: uno scrigno per raccontare Genova Dal medievale-Palazzo degli Abati del popolo al restauro del 1992 La «fabbrica» seicentesca, l'incendio del 1777 e Simone Cantoni Il presente: un contenitore di cultura, luogo d'incontro della città Marco Raffa GENOVA In una città che dalla «magnificenza privata» dei suoi palazzi nobiliari traeva uno dei principali motivi di vanto - enon à caso Rubens con i sud disegni ritenne di dover «esportare» in tutta Europa questo patrimonio architettonico - esisteva anche un Palazzo pubblico, dalla metà del Seicento non meno ricco di capolavori, ma del quale per secoli si è ccmsideiato soprattutto il molo di sede del potere dd Comune prima e della Repubblica oligarchica poi Palazzo Ducale ha attraversato, tra alterne vicende, tutta la storia medievale e moderna di Genova, da quando nel 1291 i Capitani del popolo Oberto Spinola e Corrado Boria fecero edificare il Palazzo degli Abati, fino all'intervento di Giovanni Spalla inaugurato il 14 maggio 1992 e considerato - con 38 mila metri quadri di superficie e 300 mila metri cubi di volume - il più esteso restauro mai realizzato in Europa. La storia del Palazzo, sunteggiata nel 2000 dall' urb anista Ennio Poleggi in occasione della mostra, è controversa e non priva di punti oscuri. Dell'edificio medievale, in cui venne inglobato anche il palazzo con torre di Alberto Keschi, acquistato dal Comune nel 1294, oggi sopravvivono poche tracce, alcune inedite rivelate dal restauro del'92, ma soprattutto la ((Torre del popolo» o «Grimaldina» che domina tuttora sul centro storico genovese. Tra Quattro e Cinquecento il Palazzo viene progressivamente ampliato con l'aggiunta di nuove costruzioni, fino a chiudere sui quattro lati l'antistante piazza d'Armi (piazzaMatteotti). 11 lato di mezzogiorno, la «Cortina», verrà demolito ametà Ottocento. La strutturamedievale scompare con gli interventi del XVI secolo: nel 1591 viene affidato all'architetto Andrea Ceresola detto il Vaimene, da Lanzo dlntelvi (Como) l'incàrico di ricostruire il Palazzo. Al Varinone si deve l'impostazione generale del nuovo edificio, con un grandioso atrio coperto e con un ampio scalone che si divide in due rampe contrapposte e collega l'atrio con le logge del piano nobile. La decorazione interna si arricchisce nella prima metà del Seicento degli afficeschi di Domenico Fiasella d'Arma regia della Repubblica e la Vergine con i santi Giovanni Battista, Gioigio e Bernardo). Di poco più tarda la decorazione della Cappella dogale di GB. Carlone (1653-55); nelìa volta un ciclo di affreschi con la Madpnna, incoronata nel 1637 Regina di Genova, e sulle pareti episodi gloriosi della storia cittadina. Nel 1777 un grave incendio distrugge alcune parti del Palazzo. La decorazione del Salone del Maggior Consiglio, con gli affreschi di Marcantonio Franceschini, è irrimediabilmente rovinata. La ricostruzione è affidata all'architetto ticinese Simone Cantoni, che progetta anche la decoratone interna degli ambienti di rappresentanza, rimasta pressoché inalterata fino ad oggi. Tra Ottocento e Novecento, però, vienemodificatal'originaria fisionomia del Palazzo e anche la sua collocazione urbanistica : con l'apertura di Piazza De Ferrari sul lato est del Ducale, vengono ricavati tre portali e una seconda facciata decorata «a fresco». Nel frattempo, da partire dal 1797, cambia anche il molo istituzionale del Palazzo; sede del Direttorio della Repubblica democraticanel 1798, della Prefetturanapoleonica nel 1812, del Governatorato del RegnodiSardegnanel 1814-18,poiPalazzo di Giustizia, destinazione che manterrà fino al 1970. . HDucale è, dal 1992, un «contenitore» di cultura che ha ospitato centinaia di mostre, spettacoli ed eventi. Tra i principali, dopo l'inaugurazione nel 1992 con «Due mondi a confronto» e «I Macchi aioli e l'America», le grandi mostre dedicate a Chagall ('94), Bernardo Strozzi e Pierre Puget ('95), Van Dydc ('97), Kandinsky, Vrubel e Jawlenski (2002) e Francesco Messina (2003). Tra le grandi antologiche, ((Dipinti della Galleria Dona Pamphilj»e((Odonedi Savoia-La collezione di un Principe» ('96), «El Siglo de los Genoveses» ('99) «Arte e lusso della seta a Genova dal'500 al 700» (2000), «Viaggio in ItaliaUn corteo magico dal'500 al'900» e «Arte per il GB» (2001), «Grande Pittura genovei se dall&mitage» e (di Ducale delle meraviglie (2002)», «Pittura barocca tra Napoli, Genova e Venezia)) (2003). Palazzo Ducale è divenuto uno dei poli di attrazione di Genova, creando caso più unico che raro nei grandi palazzi storici italiani - un rapporto «(Interattivo» con la città. Gli atri diel Ducale, infatti, sono aperti al pubblico che può liberamente passeggiare, sedersi ai tavolini dei bar e dei ristoranti, fermarsi nelle libre- ' rie, nelle gallerie d'arte e nelle botteghe antiquarie del pianterreno, Negli stessi spazi convivono istituzioni culturali e istituzionali come la Società di Storia Patria, l'Accademia di Scienze e Lettere, l'Archivio Storico del Comune, la Fondazione Colombo, llnfonnagiovani, l'Agenzia regionale di promozione turistica, il Centro della Creatività, la Società di Letture e Conversazioni Scientifiche, il Centro di Storia Sociale. Da qualche anno fl Ducale ospita anche una serie di «stanze» culturali specializzate: la Stanza del Jazz, quella del Cinema, della Poesia, della Fotografia e della Robotica: spazi per mostre, incontri, spettacoli e attività didattiche che hanno traghettato nel Terzo Millennio l'antico Palazzo dei Dogi. L'imponente facciata dell'ingresso principale di Palazzo Ducale si specchia su piazza Matteotti, completamente pedonalizzata come la vicina via San Lorenzo