«In Medio Oriente e Iraq una ricetta europea» di Emanuele Novazio

«In Medio Oriente e Iraq una ricetta europea» L'UNIONE PUNTA A DIVENTARE PROTAGONISTA «In Medio Oriente e Iraq una ricetta europea» I Quindici: «L'Onu subito e consultazioni mirate invece del progetto Usa» Emanuele Novazio inviato a BRUXELLES Tutte le crisi dell'area mediorientale, da quella irachena al conflitto israelo-palestinese, vanno risolte «nel quadro di un approccio globale». A questo scopo ITJe svilupperà «la propria visione di stabflità» nella regione, grazie al Partenariato Strategico con i Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente: un progetto ad ampio raggio fondato su «consultazioni intense». Quanto all'Iraq i 15 leader sollecitano il Consigho di sicurezza - soltanto implicitamente, ma con l'intenzione di disinnescare il disimpegno annunciato dal nuovo govemo socialista spagnolo - a formalizzare con una risoluzione un più deciso impegno Onu nel Paese: senza aspettare il passaggio di poteri dalTamministrazione militare americana al govemo provvisorio, previsto per il 30 giugno. Sono i due punti chiave del documento dedicato alla situazione mondiale - una mappa delle emergenze intemazionali approvato a conclusione del vertice europeo di primavera, il primo a presidenza irlandese. Collegati indirettamente l'uno all'altro, segnano una messa a punto dei rapporti fra Unione e Stati Uniti attraverso la rilettura deUe due più gravi crisi del momento. Il Medio Oriente, innanzitutto. La strategia europea di sostegno allo sviluppo e alle rifonne nell'area - che sarà presentata al G8 di giugno negh Stati Uniti - si differenzia da quella del «Grande Medio Oriente» ideata da Washington. La chiave del modello europeo sono le «consultazioni», si sottolinea: dunque una personalizzazione dell'approccio che tenga conto deUe caratteristiche di ogni interlocutore. Un metodo del quale la diplomazia itahana si è fatta portavoce, come le recenti visite del ministro degh Esrteri Frattini al Cairo e a Gerusalemme hanno confennato. Ma soprattutto un modo per rimarcare la differenza dalla formula «modello globale» che, almeno in un primo tempo, gh americani pensavano di esportare in tutti i Paesi del Grande Medio Oriente, dal Maghreb all'Afghanistan: nessuna imposizione dall'alto, è il messaggio europeo, ma ricerca deUe soluzioni insieme ai diretti interessati. La posizione Uè era stata anticipata alla vigilia del vertice dall'Alto rappresentante Solana: «I Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente, per noi, sono vicini e partner nei confronti dei quah l'impegno deve essere coe¬ rente e di lungo termine». Questo progetto strategico s'incrocia naturalmente con una priorità assoluta, la pace fra israeliani e palestinesi. La strada per raggiungerla - affermano i 15 con una convinzione alla quale ì fatti non offrono riscontri incoraggianti - resta la «road map» elaborata dal Quartetto (Uè, Onu, Usa e Russia). Anche l'annunciato ritiro unilaterale israeliano da Gaza deve avvenire nel suo ambito, sottolinea il documento: con una messa a punto che è rivolta direttamente a Isra¬ ele ma implicitamente anche agh americani.A Washington parla, ancora una volta indirettamente, anche il capitolo del documento dedicato all'Iraq. La richiesta di un «maggiore e sempre più marcato» coinvolgimento delle Nazioni Unite durante il passaggio di poteri e nella fase successiva - rafforzata dal riferimento al Consigho di sicurezza è il segnale che si vuole definitivamente risanare lo strappo con gli Stati Uniti aperto dalla crisi irachena. Il segnale più forte, dopo la dichiarazione sulle relazioni euroatlantiche sottoscritta al vertice che lo scorso dicembre ha chiuso il semestre italiano. A rafforzarlo ulteriormente, è l'esphcito sostegno alla dichiarazione fatta il 23 marzo dal presidente di turno del Consigho di sicurezza, il francese de la Sabhère: quella che approva l'invio di Lakhdar Brahimi in Iraq deciso dal Segretario generale dell'Orni quale suo rappresentante personale - insieme a un gruppo di funzionari incaricati di assistere la formazione del govemo iracheno e la preparazione delle elezioni del prossimo gennaio.Inevitabile e attesa, in questo quadro, la polemica tutta spagnola sul ritiro del contingente di Madrid annunciato dal premier designato Zapatero: «Un errore madornale per la pohtica e gh interessi della Spagna», la definisce il premier uscente Aznar, protagonista dimezzato e mesto del suo vertice d'addio. K.^v«!!«*a««3*5 In Iraq continuano le imboscate egli attacchi alle truppe della Coalizione

Persone citate: Aznar, Frattini, Lakhdar Brahimi, Solana, Zapatero