Giovani storie
Giovani storie IL NUOVO CINEMA FRANCESE Giovani storie Speranze d'Oltralpe dal 26 al Massimo PERIODICAMENTE il cinema francese si rinnova. Nuove generazioni rilevano il posto dei vecchi, a volte con un'armonia e un accordo che rendono quasi dolce il superamento dettato dalla natura, a volte con una violenta contrapposizione figlia di un modo diametralmente opposto di vedere le cose. In ogni caso, il cinema francese è riconoscibile per generazioni a differenza, ad esempio, di quello italiano o di quello americano. Ecco perché l'annuale appuntamento con la Quindicina del Nuovo Cinema Francese (una rassegna curata dal Centre Culturel Frangais, al quale da qualche anno offre preziosa collaborazione il Museo Nazionale del Cinema) è diventato un momento imperdibile per essere aggiornati su quanto di nuovo avviene Oltralpe. Il cinema francese è più in salute di quello itabano, per tanti motivi (culturab - una maggiore consapevolezza di quanto sia importante avere ima cultura autonoma non colonizzata - e politiche - una legge del cinema che funziona molto megbo della nostra), anche se ultimamente il divario si è un po' ristretto vista l'indubbia ripresa del nostro prodotto nazionale. Ma è molto significativo che la rassegna in programma dal 26 al 30 marzo al Massimo e poi sino all'8 aprile al Centre sia introdotta dalla proiezione di un film del maggior regista vivente (Jean-Luc Godard) introdotta dal maggior critico vivente (Jean Douchet): siccome entrambi non sono certo giovanissimi, questa scelta sottolinea con chiarezza come in Francia il concetto di giovane cinema sia completamente svincolato dall'età anagrafica ma si riferisca piuttosto alla capacità di inventare, reinventare, ricercare, stupire. E un'attrice molto importante per Godard, Anna Karina (vi ricordate la sua stupenda interpretazione di «Questa è la mia vita?» e l'altrettanto notevole documentario che le è stato dedicato dal cineasta torinese Armando Ceste?), appare in un altro film diretto anch'esso da un ex-critico, Thierry Jousse: si intitola «Nome in codice: Sacha» ma, a dispetto del titolo, non è un film d'azione ma una storia intima e appassionante tra un cantante e una spogliarelbsta. Si dice un gran bene anche di «Il mio viaggio d'inverno» di Vincent Dieutre e di «Addio» di Amaud Des PalUerei. In tutti i film, inoltre, va guardato con attenzione il parco degli attori e delle attrici. Nessun cinema come quello francese presenta un così gran numero di interpreti giovani e giovanissimi così bravi, interessanti, capaci di essere credibiU. Un patrimonio, anche questo, che è tipico di un'industria sana e che deve essere un esempio per i tentativi di rilanciare la nostra produzione nazionale: il cinema, infatti, è anche i volti che si vedono sullo schermo... Stefano Della Casa Una scena del film «Osmose»
Persone citate: Anna Karina, Armando Ceste, Godard, Jean Douchet, Stefano Della Casa, Thierry Jousse, Vincent Dieutre
Luoghi citati: Francia
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