Pazzi porta in convento uomo più ricco d'Italia di Roberto Pazzi

Pazzi porta in convento uomo più ricco d'Italia Pazzi porta in convento uomo più ricco d'Italia Massimo Romano DA qualche anno protagonista nella saggistica, Berlusconi è ora diventato anche un personaggio letterario. Duca di Mantova nel romanzo di Cordelh, Enrico Magnoni in quello di Pazzi. E il fenomeno sembra obbedire più a una moda per catturare il consenso dei lettori che a una reale necessità, se è vero che lo sguardo straniato della letteratura richiede una decantazione del tempo per collocare eventi e personaggi in una adeguata prospettiva. Il protagonista del romanzo di Pazzi a settantaquattro anni si scopre "l'uomo più solo d'Italia" che non ha amici ma soltanto servitori. Va a visitare il museo egizio del Cairo e osserva le tombe dei faraoni per sapere come prepararsi alla morte. "Come si esce di scena quando si è conquistato quasi tutto, quando si è diventato l'uomo più ricco e potente?". La moghe Laura gh suggerisce come risolvere questo problema ricordandogli che l'imperatore Carlo V ha lasciato il potere dividendolo tra il figlio e il fratello per ritirarsi in convento. Enrico allora decide di affidare tutti i suoi beni alla Chiesa e si fa ricevere dal papa, che sceghe per lui l'abbazia cistercense di Sant'Ulrich, arroccata sulle Alpi austriache. La sua vita, dopo aver indossato il saio bianco con il cappuccio nero e assunto il nome di frate Agostino, subisce un mutamento radicale: l'uomo di potere, "il signore degh occhi", padrone di tutte le televisioni e protagonista deU'immaginario coUettivo, abituato a convivere con la ricchezza e la notorietà, si abitua ai ritmi del silenzio, della preghiera, dell'anonima umiltà. E' attratto dall'abate generale dell'ordine, Dionigi di Ttìbingen, che diventa la sua guida spirituale e lo aiuta a vincere i turbamenti deh' animo che lo assillano soprattutto di notte, quando il silenzio è rotto da strani rumori, voci nei corridoi, passi e scricchiolii neDa cella sopra la sua, situata nella torre del convento. Agostino si accorge che c'è un sistema di segnali luminosi per comunicare con l'esterno e dalla finestra della sua cella scopre inaspettatamente una presenza femminile. Marta, la figlia del vecchio fattore, bella ma insana di mente, che vive nel convento con i suoi tredici figli dall'incerta paternità. Uno di questi in particolare, Daniele, suscita le sue attenzioni e il suo affetto: Agostino passa il tempo a raccontargli le storie del mondo, il mare che il bambino non ha mai visto e che si mette a disegnare dopo aver rubato la conchiglia alla statua di san Giacomo per ascoltarne il rumore. Nello spazio del convento non può mancare una sfumatura gotica; sulla porta della sua cella sono incise le iniziali di un monaco che l'aveva abitata tre secoh prima e si era impiccato per sfuggire ai rimorsi deUe colpe passate. L'arrivo di una troupe televisiva per filmare la reclusione del famoso uomo di potere sconvolge la vita monastica e infastidisce lo stesso Agostino, che si rifiuta alle interviste e accetta di farsi filmare solo quando ottiene in prestito da frate Edgardo il cannocchiale per osservare il cielo e le montagne. Il finale, che naturalmente non sveliamo, non è "sconvolgente", come si afferma nel risvolto di copertina, ma prevedibile, perfettamente in linea con la storia narrata. Una storia in cui Pazzi eccede nei sermoni e trasforma un uomo pohtico in uno scrutatore d'anime che si abbandona a ridondanti riflessioni spirituali nel diario che scrive "per riuscire a conoscere la morte, entrando in confidenza con lei come un'abitudine, diventata quasi un vizio". Roberto Pazzi Il signore degli occhi Frassinelli pp.339.ei6.00 ROMANZO

Persone citate: Berlusconi, Carlo V, Enrico Allora, Enrico Magnoni, Frassinelli, Massimo Romano

Luoghi citati: Italia, Mantova