«Speculazioni sugli alpeggi» di Gianni Giacomino

«Speculazioni sugli alpeggi» SECONDO GOTTERO SOCIETÀ' IMMOBILIARI MIRANO A DIVIDERSI I FONDI UE EROGATI ALLA MONTAGNA «Speculazioni sugli alpeggi» Lo denuncia il presidente della Coldiretti Gianni Giacomino La denuncia arriva dalla Coldiretti: «Ci sono delle società immobiliari che vanno a caccia di alpeggi e poi speculano su baite e pascoli». Come? «Affittando a delle aziende agricole di pianura ettari di terreno in modo che queste possano allevare un numero maggiore di capi e ottenere così incentivi più cospicui dall'Unione Europea - sbotta fuori di sé Carlo Getterò, il presidente provinciale della Coldiretti -. Ovviamente le bestie non saliranno mai all'alpeggio ma rimarranno nei box degli allevamenti nutrite con i mangimi. E allevatori e agenti immobiliari si divideranno gli euro di premio per i vitelli da carne erogati dall'Unione Europea». Un timore più che giustificato visto che la normativa non impone che effettivamente i vitelli vengano portati in alpeggio ma è sufficiente che le aziende dichiarino la disponibilità di questi terreni. Ma il quadro tracciato dal presidente è disarmante, alla faccia della salvaguardia della montagna e della tutela di chi ci vive. A scatenare le preoccupazioni della Coldiretti è stato il Comune di Lemie che giorni fa ha indetto un'asta pubblica per l'affitto triennale di due alpeggi. Per l'Alpe «Ovarda», baite e stalla più 60 ettari di verde pascolo a 1800 metri di quota, la base d'asta era di 5 mila euro. Chi ha vinto? Una società immobiliare di Ravenna che ha offerto 22 mila euro. Più del quadruplo. Al secondo posto si è classificato un allevatore del Cuneese che era disposto a sborsare 260 euro in meno dei concorrenti romagnoli. Per l'Alpe «Sagna», solo 31 ettari di terreno senza fabbricati, da 1500 euro di base si è arrivati a 3700 euro. «Esagerato, questi sono prezzi fuori mercato - dice secco Gottero -. Con la normale attività agricola in alpeggio non è possibile ricavare quanto è stato offerto. Così si rischia di cancellare la figura del margaro ed è assicurato il degrado degli alpeggi. Noi dobbiamo tutelare gli allevatori onesti che stanno compiendo uno sforzo immane per aumentare la qualità della carne». «Il Comune di Lemie doveva trattare direttamente con degli allevatori - continua Gottero - per questo invitiamo il sindaco ad invalidare l'asta». Così la Coldiretti chiederà una modifica alla normativa anche perché sospetta che l'utilizzazione di alpeggi da parte di società di altre regioni possa essere un escamotage per eludere controlli sanitari e di produzione. L'allarme della Coldiretti non suote più di tanto gli amministratori del Comune di Lemie. «L'asta non verrà affatto invalidata perchè non sussite nessuna irregolarità di legge - taglia subito corto Giovanni Sapetti, alla guida del centro della Valle di Viù da cinque anni -. E poi non é colpa nostra se una società immobiliare di Ravenna vuole affittare un alpeggio a Lemie. Una cifra del gene-. re é ima boccata di ossigeno anche per le casse del Comune e poi una parte dei soldi li utilizzeremo proprio per ristrutturare l'alpeggio dell'Ovarda». H sindaco, però, garantisce che la prossima primavera controllerà die lungo i sentieri che portano ai pascoli si airampichi anche del bestiame. «Certo, almeno quaranta capi per l'Ovarda, lo prevede il capitolato d'appalto e noi lo faremo rispettare». Mucche in un alpeggio: la Coldiretti teme speculazioni sui fondi Uè

Persone citate: Carlo Getterò, Giovanni Sapetti, Gottero, Sagna

Luoghi citati: Comune Di Lemie, Lemie, Ravenna, Viù