L'uomo? Anche avaro purché sia intelligente di Fulvia Caprara

L'uomo? Anche avaro purché sia intelligente «IL COSTO DELLA VITA» CON LINDON SPENDACCIONE L'uomo? Anche avaro purché sia intelligente Fulvia Caprara PARIGI Nella commedia di Philippe Le Guay «Il costo della vita» (da domani nei nostri cinema) Vincent Lindon è Coway, un irriducibile spendaccione: «Ho voluto lui perchè ha la prestanza fisica del personaggio generoso, alla Jean Gabin». Muscoloso, irrequieto, molto più simpatico di quanto l'iniziale velo di timidezza lasci trasparire, Lindon spiega di avere molto in comune con il molo che interpreta: «Sono perfettamente d'accordo con quel tipo di donne che dicono "perdono tutto tranne l'avarizia". Il mio problema è che adoro dare, ma sono assolutamente meapace di ricevere e anche questo è un gran difetto. A Natale, nel momento in cui si scambiano i regali, il mio pensiero più assillante è: "oddio, e se non mi piace?"». Costruito come un girotondo intomo al tema del denaro e dei suoi riflessi nei rapporti di amore, di sesso, di amicizia, «Il costo della vita» ha, per Lindon, il pregio di affrontare un argomento considerato tabù: «Inutile illudersi: per vivere, per mangiare, servono i soldi, e non riesco a capire perchè la gente provi tanto imbarazzo a parlarne». Dal canto suo il regista Le Guay voleva affrontare la «dimensione quotidiana» del denaro seguendo la linea del «dimmi come spendi e ti dirò chi sei». Così, sul fronte opposto a quello di Coway, si muovono Fabrice Luchini nei panni di un terribile taccagno, Geraldina Pailhas in quelli di una squillo d'alto bordo, e poi Claude Rich, Lorant Deutsch, Isild Le Besco. Dice Le Guay: «Il denaro racconta sempre qualcosa di noi, anche perchè con i soldi abbiamo spesso un rapporto irrazionale, sia quando voghamo solo spenderli, sia quando proviamo il desiderio fortissimo di tenerli e basta». Per Lindon, finalmente attore e basta, dopo un passato da divo dei rotocalchi rosa dovuto all'amore con Carolina di Monaco, il personaggio di Coway rappresenta un ulteriore esemplare del genere uomini in crisi in cui sembra essersi specializzato: «Tutti i personaggi che inteipreto in qualche modo mi assomigliano. Basta pensare che hanno la mia voce, il mio coipo, il mio modo di muoversi. E' chiaro che una carriera cinematografica si costruisce sulla base di quello che si è nella realtà, o almeno di tutto ciò che è dato vedere dall'esterno. C'è anche da dire che gh uomini di oggi si sono in qualche modo femminilizzati, e questo è il risultato del modo in cui si è evoluta la nostra società». Perfino il gusto delle donne è profondamente mutato: «In passato il simbolo del fascino maschile era incarnato da uno come Cary Grant, bello, impeccabile, cravatte perfette, vestiti ben taghati. Adesso seduce molto di più un tipo d'uomo alla Dustin Hoffman che, negli Anni 50, al cinema, avrebbe avuto al massimo parti da cameriere. Insomma, il metro è cambiato, adesso si misura tutto con l'intelligenza». Manco a dirlo, Lindon affenna di prestare scarsa attenzione alla propria forma fisica: «Sono una fisannonica, ingrasso e dimagrisco a seconda dei moli che devo interpretare. E poi, via, se non si mangia si impazzisce, mangiare vuol dire vivere. L'unica attività sportiva che riesco a praticare è il footing». Si giudica fascinoso? «Non so, non ho alcun rapporto con il mio corpo, so che certe volte, nei film, mi vedono più o meno bello». Padre affettuoso ({(Amo da morire la mia bambina, per lei faccio tutto quello che posso, sono convinto che ai figli bisogna dare tempo e amore»), Lindon è stato spesso diretto da registe, per esempio Coline Serreau e Claire Denis. Anche i suoi prossimi film hanno firme femminili: «Le donne hanno una grande attenzione per tutto, compresi i particolari. Una regista donna ti vede arrivare sul set vestito in una certa maniera, ti studia a fondo ed è capace di rimandarti indietro perchè ha deciso che devi indossare una camicia diversa. Un regista uomo ti guarda e se ne frega)). In Italia Lindon ha recitato diretto da Ricky Tognazzi in «Vite strozzate»: «Avevo visto "La scorta" e mi era piaciuto moltissimo, così, appena ho ricevuto la proposta di Ricky, ho detto di si. Ricordo bene Simona Izzo, sempre molto presente, molto partecipe in tutti i momenti della lavorazione». Vincent Lindon «Sono d'accordo con le donne che perdonano tutto ma non l'avarizia. Certo oggi va di moda un tipo di uomo diverso dagli Anni 50. Allora c'era CaryGrant, bello, elegante. Oggi ci si innamora dì Dustin Hoffman che un tempo avrebbe al massimo potuto avere una parte da cameriere»

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