La radio accende gli ultra «E' il Nord il vero nemico»

La radio accende gli ultra «E' il Nord il vero nemico» UNA GIORNATA SULLE FREQUENZE DELLE EMITTENTI PIÙ SEGUITE DALLE TIFOSERIE BIANCAZZURRE E G1ALLOROSSE La radio accende gli ultra «E' il Nord il vero nemico» Il romanista Marione: qui stiamo cambiando gli equilibri di governo «Maroni parla di moralità: è morale Castelli che urla Roma ladrona?» retroscèna Francesco Grignettl ROMA LA pohtica si mette di traverso. Il decreto spalma-Irpef slitta. E i tifosi di Roma e Lazio si trovano a trattenere il fiato. C'è grande preoccupazione, nella Capitale, tra chi ama il calcio e vede i guai societari aggravarsi sempre più. Ma quando poi sentono che c'è un esponente leghista come Roberto Calderoli che se ne esce trionfante con «il primo tempo della partita si chiude Lega 1-calciotruffa 0», allora c'è proprio chi ci non vede più. Istruttiva una giornata trascorsa ad ascoltare l'etere capitolino. Le radio sportive non sono mai lupghi di fair-play. Però... Però certi discorsi da Bar Sport hanno trovato un'enfasi nuova attraverso l'altoparlante radiofonico. E così su Rete Sport, ad esempio, l'emittente che ospita la trasmissione quotidiana di «Marione», ieri mattina, si avvertiva una fortissima insofferenza per un vasto fronte di «nemici», che comprende la polizia e i leghisti, i giornali e le banche, fino, orrore, a Sky. Detto in soldoni, il tifoso è molto sensibile alla teoria del complotto. Da una parte c'è la squadra del cuore, dall'altra i terribili ostacoli che vengono disseminati sul suo cammino verso la vittoria da molti nemici in agguato. Il conduttore, Marione, ad esempio offre una lettura politico-dietrologica del derby sospeso: «Ma quale piano premeditato delle tifoserie! La premeditazione è dei giornali. Ma vi rendete conto che c'è una tempesta pohtica, che s'è aperto un dibattito tra i partiti, per quei tre ragazzi che hanno parlato con Tetti? Qui si stanno cambiando gli equilibri della maggioranza». Se a Palazzo Chigi traballano gli squilibri, però, al tifoso medio che accede al microfono aperto di «Te la dò io Tokyo», interessa mica tanto. GU preme rispondere per le rime ai leghisti, invece. Quelle continue punzecchiature, le manifestazioni, gli slogan, i manifesti, le campagne, sempre all'insegna di «Roma ladrona», hanno lasciato il segno nel profondo della città. E così Marione, ecumenico ma non troppo, liscia il pelo ai suoi ascoltatori: «Deve risultare chiaro che noi non odiamo la gente del Nord. Ci mancherebbe altro. Significherebbe diventare come loro. Noi dobbiamo fargli abbassare la soglia dell'insulto. Ma loro hanno come capopopolo uno come Bossi, su cui non vogho dire nulla. Uno come Gigetto Moncalvo, il direttore della Padania, su cui pure non vogho dire nulla. Uno come Maroni... Ma ve lo ricordate quando andava in giro per il ministero vestito come in un film western?». Inutile nascondere che c'è un gran condensato di romanità - l'aplomb della ministerialità contro la stravai ;anza del ministro settentrionae - nel discorso del capotifoso che meriterebbe un trattato sulla retorica capitolina. La Lega, da queste parti, è l'avversaria di sempre. Tanto per dire, hanno adottato come sigla un ritornello di Pino Daniele, il cantautore napoletano che con i leghisti s'è querelato e controquerelato. Marione, guarda caso, è andato a sceghersi proprio il passaggio «Questa Lega è una vergogna/ noi crediamo alla cicogna/ e corriamo da mammà». E a giudicare da quanto si sentiva ieri dalla viva voce dei tifosi-ascoltatori, la Lega di Umberto Bossi è l'immancabile be- stia nera dell'ultras. Parla ad esempio un certo Marco, voce profonda di mezza età, ed è una litania: «Maroni parla di moralità. Ma è morale dare soldi a fondo perduto ai partiti, compreso il partito di Maroni? E' morale dare la pensione a un parlamentare dopo due anni e mezzo di mandato, Maroni compreso?». Chiosa del conduttore: ((Aggiungiamoci: è morale che un ministro vada a saltellare in piazza urlando "chi non salta, itahano è". Uno di Maroni». S'aggiunge un giovanotto. Mauro: «Tutto quello che hanno potuto dire alle televisioni di Milano, contro Roma, per infangarci, l'hanno detto. A sentire Mentana non c'avevo parole...». E lo speaker: «Ma perché non vanno a contare i morti dietro lo stadio di Milano? Ce ne saranno stati cinque in pochi anni. E quando hanno gettato un motorino dagli spalti, eh, Mentana dov'era?». Ma già incalza un altro, Fabio: «Guardate, io la penso così: è pure meglio se questo decreto non passa. Perché la mia paura, se passa, è che la Roma torna a essere la Rometta. Mi spiego. Il decreto non dà nessun vantaggio. Invece qui ci vuole qualcuno che ci mette i soldi. Sensi l'ho sempre difeso. Ma c'è il pericolo che la squadra va nelle mani sbaghate. Qua si finisce in mano a Capitalia». E Marione: ((Alt, qui devo precisare. E' la Lazio che è in mano a Capitaha. Non la Roma. Perché il signor Sensi ha sempre dato garanzie solide per i prestiti. Ha messo a disposizione terreni, fabbricati, pompe di benzina. Se domani le cose cambieranno, non lo sappiamo. Finora Sensi ha dato le garanzie». Oh, naturalmente nessuno dimentica le «nefandezze» della polizia. Marione: «Ormai s'è capito. E' stato un piccolo G8. Troppi ascoltatori c'hanno telefonato per raccontarci l'accaduto. Prima della partita ci sono stati tanti episodi. Tanti ragazzi coinvolti. Le cariche della polizia ci sono state anche prima, non soltanto dopo la partita. E allora vorrei capire come si fa a definire "pregiudizio" di chi grida: Celerino assassino! Ma l'appello ora è: facciamoci riconoscere. Davanti alle telecamere, allo stadio, diamo una prova di civiltà. Qualcuno ha detto di tirare fuori i fazzoletti bianchi». Ultras, prego, una prova di civiltà. «E' stato un piccolo G8 prima della partita ci sono state cariche della celere, era giusto gridare "assassini", altro che pregiudizio» Per sigla hanno scelto il ritornello di una canzone di Pino Daniele contro il Carroccio «Ci stanno infangando e noi non stiamo zitti» Ma l'elenco di coloro che vanno combattuti è lungo: dalla polizia ai giornalisti alle televisioni fino alle banche A sinistra il capitano della Roma Francesco Totti parla coni tifosi in campo-prima della sospensione della gara Tifosi della Roma scavalcano la recinzione dell'Olimpico durante il derby