Un'altra bomba misteriosa sui binari francesi di Cesare Martinetti

Un'altra bomba misteriosa sui binari francesi SULLA LINEA FERROVIARIA PARIGI-BASILEA: SOSPETTI SUL GRUPPO DI TERRORISTI-RICATTATORI «AZF» CHE AVEVA MINACCIATO STRAGI SUI TRENI Un'altra bomba misteriosa sui binari francesi Non poteva esplodere, ma l'allarme cresce Cesare Martinetti corrispondente da PARIGI Una scatoletta di plastica lucida, venti centimetri per venti, sei detonatori «pirotecnici», una pila e un tot di liquido infiammabile, il tutto definito dai francesi un «engin», che si potrebbe tradurre un «coso», bizzarro. Nessuno ha ancora spiegato se era in grado di esplodere nel caso fosse stato innescato. Tuttavia la «pila piatta» non era collegata al liquido: l'aengin» non sarebbe dunque esploso. Ma tanto basta ad alzare - se possibile - il livello di allarme e di tensione sui treni. Il «coso» è stato scoperto ieri alle 12,35 sui binari della linea Parigi-Basilea, a un centinaio di chilometri dalla capitale, 25 dopo Troyes, dove il primo ministro Jean-Pierre Raffarin era atteso nel pomeriggio per un comizio. Un attentato o meglio una minaccia di attentato che riapre la misteriosa storia dell' Azf, questo gruppo «crapuloterrorista», cioè di un terrorismo malavitoso e apparentemente non politico, che sta tenendo sotto tiro la Francia intera da qualche mese. Solo il 3 marzo i giornali e l'opinione pubblica hanno scoperto che l'Azf aveva chiesto un riscatto allo Stato di quattro milioni di dollari e un milione di euro minacciando di far esplodere le rete ferroviaria. Dieci bombe sarebbero nascoste sotto i binari pronte a scoppiare. Il ministro dell'Interno Sarkozy, su mandato dell'Eliseo che ha ricevuto le lettere di minaccia, ha stabilito un contatto con l'Azf e anche tentato di pagare il riscatto. Ma in un' operazione dai risvolti grotteschi (l'elicottero della polizia ha mancato l'appuntamento nelle campagne di Orléans a causa della nebbia) tutto s'è risolto in un fiasco. Il «coso» di ieri appartiene dunque all'Azf? In un primo tempo la polizia ha smentito dicendo che il pacchetto traslucido non corrispondeva alla minuziosa descrizione delle bombe Azf fatta dai crapuloterroristi per dare un segnale di riconoscimento. E un ordigno originario e riconoscibile col marchio Azf era stato effettivamente trovato a Limoges il 21 febbraio. Tuttavia più tardi la stessa polizia ha rico- nosciuto che il liquido infiammabile di ieri era lo stesso. Dunque ancora l'Azf? 0 un ramo separatista del gruppo originale che voleva distinguersi? 0 uno scherzo? Ieri sera la confusione era massima. Nicolas Sarkozy - che nelle trattative con l'Azf si muove sotto lo pseudonimo di «Suzy», mentre i terroristi si fanno riconoscere con la sigla «gros loup», grosso lupo - ha detto che «bisogna essere prudenti», e che l'affare «va preso molto sul serio». Nessuno sa veramente cosa pensare, l'informazione su questa vicenda è scarna e opaca, genera inquietudine anche se i francesi non sembrano prenderla troppo sul serio. La Sncf, la società delle ferrovie di Stato, è costretta a impiegare tutti i mezzi. Migliaia di cheminots hanno percorso i 32 mila chilometri della rete ferrata nazionale. Uno di loro, ieri, ha scoperò il «coso». Quattrocentocinquanta «specialisti» e 600 poliziotti - cifre date dal ministero dell'Interno - sareb¬ bero al lavoro per vigilare e indagare sulle minacce. L'unico effetto sicuro è che dopo lo sconvolgente attentato di Madrid il «Labo Central Deminage» di Parigi, gli artificieri della polizia, interviene almeno una decina di volte al giorno nella metropolitana della capitale per neutralizzare oggetti sospetti. Venerdì gli interventi sono stati venticinque. Il furgoncino Peugeot bianco dei démineurs che attraversa la città a sirene spiegate è ormai diventato un elemento ordinario del paesaggio. Nella stazioni del metrò l'altoparlante invita in continuazione i passeggeri a far attenzione ai pacchi abbandonati. E la gente, ovviamente, fa attenzione e chiama la polizia. In tutto ciò una settimana fa s'è inserita la lettera del gruppo «Mosvar Baraev» (è il nome del capo del commando ceceno che agì a Mosca nel teatro Dubrovka) ricevuta da Le Monde e dal Parisien e subito resa pubblica dal primo ministro Raffarin con una trasparenza che è mancata nell'affare Azf, che minaccia un terribile attentato in Francia stile Spagna. Se il «coso» trovato ieri vicino a Troyes abbia qualcosa a che fare con i presunti ceceni o con Azf, nessuno l'ha spiegato. Il fogliettone Azf (che tra l'altro era il nome della fabbrica di Tolosa esplosa poco dopo l'il settembre per ragioni tuttora sconosciute) continua. L'ultimo messaggio di «gros loup» a «Suzy» pubblicato negli annunci economici di Liberation, diceva così: «Non ho visto il tuo foulard blu...» iPpi»|irp(jwj'l ||i fci■jp^fc ^y. K0mk^ BfeHip^fc A sinistra, un sospettoviene fermato dalla polizia alia stazionediParigi Adestra, ferrovieri francesi controllanouna tratta di binari La notizia del rltrovamento dl unordigno lungo la ferrovla ha accrescluto nel francesi il timore di attentat!

Persone citate: Baraev, Nicolas Sarkozy, Sarkozy