L'effetto Zapatero riapre i giochi per varare la Costituzione dell'Ue

L'effetto Zapatero riapre i giochi per varare la Costituzione dell'Ue JtflU/tRRESIDENZA IRLANDESE «E' P^^^U^QIIIMiB^R^bArC^NFERENZA INTERGOVERNATIVA A GIUGNO» L'effetto Zapatero riapre i giochi per varare la Costituzione dell'Ue retroscena dal corrispondente a BRUXELLES IL primo che non ci credeva nemmeno un po' era proprio l'irlandese Bertie Ahem, presidente di turno della Uè. Nella lettera inviata agh altri leader europei tre giorni fa per spiegare l'ordine del giorno del vertice, alla Costituzione aveva dedicato soltanto un passaggio piuttosto vago: «Spero sia confermata l'esistenza di una volontà pohtica a chiudere presto con un'intesa, anche se ci sono ancora importanti questioni da risolvere». Adesso sono in molti ad aspettarsi che dalla cena di stasera a Venticinque uscirà un segnale concreto. La Conferenza intergovernativa, caduta in letargo dopo il fallimento della mediazione itahana finita sotto il fuoco dei veti incrociati nel dicembre scorso, riprenderà il suo cammino. C'è chi scommette che sarà anche fissata la data di un summit straordinario prima deUe elezioni europee di giugno. C'è chi è più prudente. Ma anche Bertie Ahem è tornato a sperare: «Cresce il sostegno per chiudere entro il Consiglio del 17 e 18 giugno», ha detto U premier di Dublino. La svolta, naturalmente; era cominciata subito dopo la vittoria del socialista José Luis Zapatero nelle elezioni politiche in Spagna. «L'approvazione della Costituzione sarà una delle priorità del mio governo», aveva detto Zapatero. Oggi il futuro primo ministro spagnolo non sarà al vertice di Bruxelles. Il passaggio delle consegne con lo sconfitto Aznar è previsto per la fine di aprile e sarà proprio il principale avversario dell'accordo sulla bozza di Trattato costituzionale a rappresentare, per l'ultima volta, Madrid. Ma l'effetto-Zapatero ha messo in movimento tutta la macchina deUe diplomazie europee. E l'ultima notizia positiva è arrivata dalla missione che, appena 36 ore fa, ha compiuto il cancelliere tedesco, Gerhard Schroeder, in Polonia: l'altro Pae- se che, con la Spagna, aveva silurato la Cig. Tra gli «sherpa» che preparano i lavori del vertice si comincia a parlare anche del possibile compromesso che potrebbe risolvere il nodo principale che soffocò la trattativa in dicembre. La doppia maggioranza per le future decisioni del Consigho europeo proposta nella bozza di Costituzione al livello del 50 per cento degh Stati della Uè che rappresentino almeno il 60 per cento della popolazione, potrebbe passare a uno speculare 55 e 55 per cento. Questo significherebbe che su 25 Paesi ce ne vorrebbero 15 e non più 13 e che sugh oltre 400 milioni di abitanti ne basterebbero 220 milioni. E' un sistema che darebbe più soddisfazione ai piccoh Paesi deUa Uè e che farebbe rientrare la Spagna - e anche la Polonia - in quel complesso gioco deUe «minoranze di blocco» che sono, poi, la vera chiave dei voti a maggioranza dove conta di più quanti Paesi possono eventualmente impedire una decisione. Ma non bisogna nemmeno credere che tutto sia à portata di mano. Le delicate alchimie delle votazioni a maggioranza sono soltanto imo dei problemi irrisolti. Senz'altro quello di cui si è più parlato, al punto che è diventato quasi uno schermo dietro il quale si sono nascoste le altre ragioni di dissenso. La principale è sempre legata alla questione del voto a maggioranza, ma non riguarda tanto il meccanismo quanto le materie sulle quali le decisioni della Uè dovrebbero essere prese non più all'unanimità - ((per consenso», come si dice - ma con il nuovo sistema. Sull'estensione del voto, a maggioranza le difficoltà più serie arrivano dall'Inghilterra. Tony Blair aveva tracciato una sua, invalicabile, «linea rossa» che comprendeva la pohtica estera, quella fiscale, quella sociale. La rottura sul meccanismo, consumata allora da Spagna e Polonia, lasciò sullo sfondo le obiezioni inglesi. Ma il possibile compromesso con Madrid e Varsavia le rilancerebbe in primo piano. Ecco perché ancora ieri Romano Prodi - che pure è uno dei sostenitori della Costituzione prima possibile - ipotizzava tre diverse scadenze. L'ddeale degh ideali» sarebbe un summit già prima delle elezioni europee del 13 giugno perché i cittadini europei possano votare con la nuova Costituzione, «ma è difficile da realizzare perché i tempi sono stretti e qualche Paese esita». La seconda (anighore opzione» sarebbe concludere la Cig entro la fine della presidenza irlandese, cioè entro giugno. Ma c'è anche la terza opzione: preparare almeno «un semilavorato che la prossima presidenza olandese possa portare a termine entro la fine dell'anno». Gh ultimi segnah, secondo Prodi, sono positivi, «ma l'Unione non può permettersi un altro fallimento o un compromesso al ribasso». Anche l'Italia si è detta contraria ai «compromessi al ribasso». La partita delle Costituzione è tutta da giocare. Ma, almeno, è ripresa. (e. s.] Oggi a Bruxelles ci sarà ancora Aznar, ma Spagna e Polonia sarebbero pronte a un compromesso sulla doppia maggioranza Resta il problema Blair Il premier irlandese Bertie Ahem, l'Irlanda è presidente di turno dell'Ue