Assolti per insufficienza di bobine
Assolti per insufficienza di bobine SPARITE LE INTERCETTAZIONI TELEFONICHE: L'ACCUSA GETTA LA SPUGNA Assolti per insufficienza di bobine LE bobine con le intercettazioni telefoniche non si trovano più e i quattro imputati vengono assolti. E' quanto accaduto ieri in Tribunale a Ivrea dove il giudice Giuseppe Marra ha reci tato la sentenza al termine di un veloce dibattimento: «Tutti assolti perché il fatto non sussiste». Questo, nella sintesi. In realtà il magistrato ha spiegato chiaramente che le bobine sulle quali erano state registrate le telefonate e che sarebbero dovute essere trascritte da un perito non si trovavano più. Intercettazioni telefoniche ed ambientali dalle quali sarebbero emersi gravi indizi. Quali? Quelli che avrebbero dimostrato che gh imputati avrebbero ceduto droga a Piero Speranza, testimone in questa vicenda e successivamente divenuto collaboratore di giustizia. Con la sparizione delle bobine sarebbe stato impossibile effettuare le trascrizioni. A quel punto anche il pm Celere Spaziante ha chiesto l'assoluzione dei quattro imputati. E per questo motivo, oltre che per evitare un inutile spreco di denaro pubblico, come lo stesso Marra ha spiegato nella sentenza, è stato impossibile proseguire nel processo che aveva portato alla sbarra cpiattro persone. Si tratta di Melchiorre Bongiovanni (difeso dall'avvocato Sado), 38 anni, di Ivrea, Giovanni Passafiume, 63 anni, di Ivrea, Matteo Forgione, 41 anni, di Salerano, e Domenico Leuzzi, 45 anni, di Parabiago. Escono tutti dall'inchiesta per spaccio di droga che aveva coinvolto numerose persone e che era scattata alcuni anni fa dopo un'operazione della Dia di Firenze. I fatti risalgono ad un periodo compreso tra l'estate del '98 e quella del '99.1 quattro vengono accusati di spaccio di droga in seguito ad una serie di intercettazioni telefoniche ed ambientali che secondo gh inquirenti erano in grado di incastrarh. Nel frattempo, in manette, erano finite numerose persone in diverse località fuori Piemonte ma l'inchiesta della Dia, proprio in virtù delle intercettazioni telefoniche, aveva condotto gh inquirenti anche in Canavese. Nel mirino erano finiti anche Bongiovanni, Passafiume, Forgione e Leuzzi. Il procedimento nei loro confronti era shttato in diverse occasioni, in attesa che venisse nominato il perito che avrebbe dovuto trascrivere «la molteplicità - come recita la sentenza - deUe intercettazioni telefoniche ed ambientah». Perizia fondamentale per dimostrare il coUegamento tra i quattro imputati e Speranza, la persona alla quale, secondo l'accusa, era stata spacciata della droga. E proprio Speranza era stato chiamato come teste chiave di questa inchiesta. I rinvìi, però, non hanno consentito al perito di rintracciare le bobine. Che fine abbiano fatto quei nastri resterà per sempre un mistero. Forse sparite nel corso di un'inchiesta che aveva prodotto un mare di fascicoh. Questa sparizione misteriosa ha comunque giocato a favore dei quattro imputati.
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