Molestavano le ex fidanzate Cellulare «vietato» dal pm
Molestavano le ex fidanzate Cellulare «vietato» dal pm IL MAGISTRATO ALLE COMPAGNIE: TAGLIATE I CONTRATTI A QUEI DUE Molestavano le ex fidanzate Cellulare «vietato» dal pm Alessandro Mognon VICENZA Richiamati, avvisati, diffidati. Ma non è bastato. E allora i carabinieri hanno pensato di sequestrare le loro carte sim dei cellulari. Senza successo, visto che quei due innamorati respinti hanno continuato imperterriti a tempestare di telefonate le ex fidanzate. Giorno e notte, a casa e al lavoro. Così il procuratore di Vicenza ha aggirato l'ostacolo, stabilendo un curioso precedente, unico in Italia: ha vietato alle quattro compagnie di telefonia mobile Tim, Wind,. Vodafone e Tre di sottoscrivere contratti con loro. Due storie separate, quelle dei fidanzati abbandonati. Ma stessa tenacia. O meglio, stessa mania ossessiva. Trentenni, uno e di Caserta e l'altro di Trento. Uno conosce una giovane avvocatessa che fa pratica da un legale, l'altro si lega a un'impiegata di uno studio professionale. Tutte e due di Vicenza. Storie diverse ma che finisccino nello stesso modo: goodbye mon amour, è stato bello ragazzi ma adesso ognuno per la sua strada. Amore finito, come succede a tanti. Ma in tutti e due i casi l'uomo non accetta. Magari all'inizio le telefonate sono anche normali: «Dai, torniamo assieme, lo sai che ti voglio bene...». Ma per due o tre telefonate vada: dieci o venti diventano ima tortura. A casa squilla continuamente il telefono e quando non è quello, è il cellulare. E poi al lavoro, per strada, al bar, di notte. Non ci sono più cuori infranti ma molestie. Tormentata senza sosta anche nello studio legale l'avvocatessa si becca un richiamo dal titolare: basta con tutte queste chiamate o ti trovi un altro lavoro. Così scattano le denunce ai carabinieri. Che non hanno difficoltà a risalire ai due ex. La procedura è la sohta: una bella diffida ufficiale per costringerli a piantarla con le molestie telefoniche. Il problema è che non serve a niente: sia l'innamorato di Caserta che quello di Trento proprio nonne vogliono sapere di smetterla. E i cellulari delle due ragazze ricominciano a trillare. Il passo successivo del procuratore di Vicenza Paolo Pecori è quasi obbligato: ordina il sequestro delle carte sim per bloccare le telefonate. Funziona? No, neanche questo: i due fidanzati cambiano compagnia telefonica e continuano a chiamare le ex. Allora che si fa? Pecori ribalta il problema: se non riesco a fermare loro, posso fermare le società di telefonia mobile. Così fa notificare dai carabinieri a Tim, Wind, Vodafone e Tre un provvedimento che ordina di non concedere più la possibihtà di sottoscrivere un contratto ai due molestatori. Insomma per loro cellulare vietato: fino a nuovo avviso non potranno più comprare schede a loro nome. E nemmeno usare quella di un amico, visto che anche lui rischierebbe ima denuncia per molestie. In Italia non era mai successo: invece di fermare l'utente si blocca la società fornitrice. Non è la prima volta comunque che il procuratore Pecori ricorre a provvedimenti originali: l'anno scorso accusò di omicidio volontario due albanesi che in un incidente d'auto avevano travolto e ucciso un anziano che attraversava la strada. Motivo: visto che i due si stavano sfidando a chi col proprio bolide correva di più, erano consapevoli di poter uccidere. Quindi, niente omicidio colposo: guidare a cento all'ora in città, era la sua tesi, è come sparare con una pistola in una piazza affollata. L'uso «improprio» dei cellulari può provocare guai
Persone citate: Alessandro Mognon, Paolo Pecori, Pecori
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