Dalla tragedia alla farsa l'allarme nucleare per la «Pietro il Grande»

Dalla tragedia alla farsa l'allarme nucleare per la «Pietro il Grande» «L'AMMIRAGLIA DELLA FLOTTA RUSSA RISCHIA DI ESPLODERE» Dalla tragedia alla farsa l'allarme nucleare per la «Pietro il Grande» Paura in tutto il mondo, poi arriva la smentita del ministero e si scopre che dietro la vicenda ci sono i dissapori tra due alti ufficiali Anna Zafesova MOSCA «Può esplodere da un momento all'altro». Una frase così, riferita a un incrociatore pesante a propulsione nucleare e pronunciata nientemeno che dal comandante della marina militare russa, non poteva non fare il giro del mondo, provocando il panico e facendo temere una replica di disastri come Cernobil o il Kursk. Eppure l'ammiraglio Vladimir Kuroedov non ha risparmiato tinte forti nel descrivere lo stato disastroso di «Pietro il grande», fiore all'occhiello della marina russa: «E' pericoloso, soprattutto per quanto riguarda la manutenzione del reattore nucleare». Fino al giorno prima «Pietro il grande» era considerato la nave più moderna e operativa della flotta militare, l'ammiraglia della marina sempre presente come principale protagonista in tutte le esercitazioni, incluse quelle appena terminate nei mari del nord. Ma Kuroedov dopo averla ispezionata ha ordinato di bloccare l'incrociatore in porto perchè «sta per saltare per aria». Un incidente che il comando vuole occultare? Un guasto? Il comandante della marina ha preferito dare la colpa alla negligenza del capitano: «Un simile atteggiamento dei comandanti verso le loro navi è la rovina della flotta». Ma l'apocalisse nucleare è sembrata imminente per appena tre ore: nel pomeriggio l'ammiraglio Kuroedov ha smentito con sdegno «alcuni mass media» che hanno riferito del pericolo e dello stato disastro- so dell'incrociatore. E l'allarme di poche ore prima? Il comandante ha spiegato con disinvoltura che intendeva denunciare soltanto lo stato «insoddisfacente» dei locali di abitazione dei marinai, mentre sulla sicurezza del reattore nucleare non c'era nessun dubbio e «Pietro il grande» tra qualche giorno tornerà in servizio. Rimandato il finimondo, è rimasto il giallo che si è trasformato in farsa quando sono venuti a galla i particolari della caduta in disgrazia di «Pietro il grande». Il comandante accusato di portare la flotta «alla rovina», è Vladimir Kassatonov, nipote del popolare e influente ammiraglio Igor Kassatonov, nemico giurato di Kuroedov. Che proprio pochi giorni fa aveva testimoniato contro il comandante della marina in un processo. La vendetta è stata immediata: «Pietro il grande», comandata da Kassatonov jr, è stata spogliata dello stendardo da combattimento, condannata agli arresti domiciliari nel porto e il suo equipaggio (900 uomini) si è visto decurtare i compensi di un terzo. Per motivi gravissimi: una lampadina fulminata sull'intercom, il falli- mento dell'esercitazione «pasto organizzato dell'equipaggio» e i quadri nella cabina dell'ammiraglio appesi su un solo punto d'appoggio. Quest'ultima, secondo il rapporto fatto da Kuroedov, è particolarmente imperdonabile, in quando con il mare mosso «il ritratto subisce deformazioni». Non resta che presumere che il ritratto in questione dipinga il comandante Supremo. Sembra assurdo che il comandante della marina militare avesse spaventato il mondo con un disastro nucleare solo per fare un dispetto al nipote del suo nemico. Ma al ministero della Difesa confennano, sotto anonimato, e furenti promettendo che stavolta Kuroedov, invece di consolidare la sua posizione traballante, si è dato la zappa sui piedi. Del resto, l'ammiraglio è recidivo: è dalla sua bocca che nell'agosto 2000 sono uscite le più clamorose bugie sulla tragedia del Kursk. E i giudici vogliono spiegazioni dal comandante anche riguardo alla K-159, sottomarino affondato nell'agosto scorso mentre veniva trasportato alla rottamazione: 9 morti e l'ammiraglio Kassatonov ha indicato Kuroedov come responsabile. Una flotta che fa acqua da tutte le parti, nonostante la marina militare sia particolarmente cara al presidente Putin, che non risparmia finanziamenti agli ammiragli e visita scenograficamente le navi che dovrebbero riportare la Russia a dominare i mari. Ma la flotta rimane per lo più nel porto e, appena esce, combina disastri. Rimane sempre il dubbio che fosse stata proprio una collisione con «Pietro il grande» Kuroedov a bordo - a far affondare il Kursk. E appena un mese fa, durante esercitazioni in pompa magna, presente Vladimir Putin in uniforme da marinaio, un lancio di missili strategici è fallito miseramente. Con la sua solita prontezza Kuroedov aveva spiegato che tutto era in regola e i piani prevedevano solo un «lancio virtuale». Ma il presidente inferocito per la figuraccia in piena campagna elettorale - ha ordinato di ripetere l'esercitazione. Che è fallita di nuovo. L'ammiraglio Kuroedov «Il reattore nucleare dell'incrociatore Pietro il Grande rischia di saltare da un momento all'altro fermatela subito» Il comandante della nave è il nipote del popolare ammiraglio Kassatonov che aveva testimoniato contro il collega in un processo LA FLOTTA RUSSA NEL NORD EUROPA Baia ^ Andreeva In» Mar diBarènts I * Nerp'ichja Bolshaya Lppatka J: Baia Ara r ' . . . X", } BaiaSaclya I nexpàjr9 -.y , Skàlil Baia Otenya Xlap PpijarnL # LEGENDA SCORIE CANTIERE BASE. NAVALE NAVALE NUOEARI :Rosiyakòvo Severomorsk L'incrociatore lanciamissili a propulsione nucleare Pietro il Grande durante un'esercitazione nel Mar Baltico

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