Una quarantenne a Laurei Canyon fuma, bewe e sogna l'amore in tre

Una quarantenne a Laurei Canyon fuma, bewe e sogna l'amore in tre PRIME CINEMA Una quarantenne a Laurei Canyon fuma, bewe e sogna l'amore in tre Alessandra Levantesi LAUREL Canyon» è una zona residenziale di Hollywood fra le colline che dominano la San Fernando Valley. Nel film di Lisa Cholodenko è là che abita Jane (Frances McDormand), produttrice musicale di successo che si è formata nei mitici anni '70 e vive ancorata allo stile esistenziale «rock, sesso e droga» in voga all'epoca. Rientrato temporaneamente a casa, il figlio Sam (Christian Baie), che desideroso di ordine e disciplina se n'era andato a studiare sulla Costa Orientale specializzandosi in psichiatria ad Harvard, trova lo stesso clima dal quale era fuggito. La mamma ultra quarantenne ha un'ennesima relazione, stavolta con il cantante inglese lan (Alessandro Nivola) di 16 anni più giovane; e continua a fumare spinelli, bere troppo e dormire poco come ha sempre fatto. «E' così imbarazzante» dice Sam alla fidanzata bostoniana Alex (Rate Beckinsale) molto per benino e anche lei laureanda in medicina, scusandosi di averla portata lì. Ma per la legge degli opposti che si attirano, la controllata, puritana Alex intrigata dalla situazione finisce con il trascurare la sua tesi sui moscerini per avventurarsi nella sala incisioni della villa dove Jane e lan preparano un nuovo album; e una sera si fa addirittura coinvolgere dalla spregiudicata coppia in un rapporto sessuale a tre. Il tutto mentre Sam, che trascorre le giornate lavorando all'ospedale, cerca di resistere al fascino insidioso della psicoterapeuta Sara (Natascha McElhone). La Cholodenko aveva esordito nel 1997 con il molto apprezzato «High Art», un film vincitore di svariati premi ambientato nel mondo artistico newyorkese, la cui protagonista si lasciava irretire in un brutto giro da una fotografa lesbica. Pur raccontando un po' lo stesso caso, «Laurei Canyon» è stato accolto con una certa freddezza dalla critica statunitense che ha trovato schematici i personaggi, banali i dialoghi e fasulla, quasi parodica la descrizione della cornice rockettaro-hippy. E tuttavia, nel disegno schizzato in punta di penna dalla regista, si riscontrano una grazia di stile e una sensibilità non comuni. E ci sono sembrati adeguati gli interpreti, soprattutto Baie e la McDormand, un'attrice che riesce ad essere autorevole e convincente sempre. LAURELCANYON di Lisa Cholodenko con Frances McDor- mand, Christian Baie, Kate Beckinsale Usa 2003 TORINO, cinema Adua, MILANO Pli- nius, ROMA Adriano, Andromeda, Cineland e Warner Medici

Luoghi citati: Harvard, Hollywood, Milano, Roma, Torino