Addio a Muscetta critico militante di Lorenzo Mondo

Addio a Muscetta critico militante E MORTO AD ACITREZZA. AVEVA 91 ANNI Addio a Muscetta critico militante Lorenzo Mondo Azionista di Giaime fu tra i colillustri dellNEL corso della sua lunga esistenza Carlo Muscetta, morto ad Acitrezza a 91 anni, svolse un'intensa attività di critico letterario, che prese le mosse, inevitabilmente si direbbe - in quanto irpino e meridionale - da De Sanctis e da Croce. Anche se fin dal 1931, a 19 anni, in una lettera a don Benedetto dove la devozione non faceva velo alla rude franchezza, lamentava 1'» abisso incolmabile» tra la sua opera di scrittore e la sua vita pratica. Pretendeva cioè che il filosofo, chiuso in una «intima e cupa solitudine», si facesse più esplicito maestro di impegno morale. Va dunque registrata in lui la precoce esigenza di confrontarsi con la realtà del suo tempo, di eludere ogni intellettualistica separatezza. Presto si sarebbe affrancato anche dal crocianesimo letterario, sulle linee di un'opzione realistica aperta più avanti alle istanze del marxismo. Oltre agli specifici contributi su Belli e Boccaccio, agli scritti di critica militante su Otto e Novecento, va ricordata la cura dell'opera omnia di De Sanctis pubblicata da Einaudi, la direzione della Storia della letteratura italiana pubbhcata da Laterza dove (siamo ormai agli anni 70) il suo storicismo lascia il varco alle nuove, più moderne, applicazioni metodologiche. A uno sguardo retrospettivo, la figura di Muscetta sembra imporsi come quella di un fervido testimone della cultura e della storia del Novecento. Lo troviamo intero nelle pagine di rievocazione e riflessione autobiografica intitolate L'Erranza (per le catanesi Edizioni del Giral sole, 1992V scriUe con piglio vigoroso, con una nativa, mordace disposizione che non di rado trapassa in malinconia. Ci sono le fatiche e gh affanni del giovane studente e professore che vuole uscire dalle angustie della provincia. C'è la «dissimulazione amico Pintor aboratori Einaudi onesta» che lo induce a iscriversi al partito fascista per insegnare nella scuola pubbhca, sottraendosi alle servitù dell'istituto barese retto dai padri gesuiti. Nel 1939, a Roma, partecipa al concorso che deve promuovere i candidati ai Littoriali di Trieste (i Guf, i Littoriali, sono un passaggio comune a molti della sua generazione, una paradossale scuola di mutuo riconoscimento, di libertà). Là conosce Giaime Pintor che così lo ricorda: «Si alzò un piccolo individuo grasso che veniva dalla provincia e che nessuno conosceva. Fu un discorso sorprendente per la maturità del tono e la ricchezza dell'informazione». Nasce tra i due ima feconda amicizia che, intomo alla rivista Primato, si allarga ad altri, come Alleata e Trombadori, che diventeranno esponenti dell'antifascismo romano. Nel 1940, dopo un'immersione nell'Azionismo torinese (ma da tempo aveva stretto amicizia con Ginzburg) diventa uno dei «senatori» romani della Einaudi, fornisce un contributo decisivo per la collana Universale. Nel novembre del '44 viene catturato con Ginzburg insieme all'intera redazione de L'Italia libera e, assegnato a un campo di lavoro, sfugge miracolosamente alla morte. Dopo la guerra si iscrive al partito comunista, che lascerà nel '56 dopo un vivace diverbio con Togliatti sui fatti d'Ungheria. Nel lavoro alla Einaudi trasfonde la sua passione politica, non immune da umorale faziosità, che lo oppone talvolta a Pavese e allo stesso Giulio, il principale. Da sospettoso anticlericale, detesta i comunisti cristiani. Febee Balbo è la sua bestia nera. Le pagine autobiografiche di Muscetta sono preziose per ripercorrere quella intensa, controversa stagione, per accostare una galleria di personaggi straordinari, ritratti da una penna icastica che, senza mai deflettere, si ammorbidisce nella distanza della memoria. Azionista amico di Giaime Pintor fu tra i collaboratori illustri dell'Einaudi

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