Sì al mutuo, ma con la polizza vita di Giuseppe Alberti

Sì al mutuo, ma con la polizza vita Sì al mutuo, ma con la polizza vita tu z Sì al muto w < Sono sempre più diffuse le assicurazioni sulla vita in cui il beneficiario risulta essere una :i banca o un istituto ' finanziario che, in questo modo, si cautelano nella sfortunata ipotesi di decesso del loro debitore. Tra le polizze più diffuse quelle relative ai mutui per l'actjuisto di aWoggi, negozi, stabilimenti, ecc. ma sono utilizzate anche per l'acquisto dì macchinari vari, attrezzature, ecc. Questo tipo di operazione garantisce chi ha stipulato la poliz¬ za, ma anche i famigliari o soci in affari. In pratica, questi ultimi, con la scomparsa della persona intestataria del mutuo, non si troveranno ad affrontare situazioni economiche assai onerose. Non solo, la somma assicurata può servire per cancellare definitivamente un mutuo che poteva durare dei decenni. Nella maggior parte dei casi il contratto assicurativo sulla vita è del tipo a «capitale decrescente». Se, per esempio, l'ammontare del mutuo, la cui durata è di 20 anni, risulta essere pari a 200 mila euro, gli importi dei vari pagamenti annui diminuiranno progressivamente. Stessa cosa per quanto riguarda la somma assicurata: alla prima annualità, il capitale assicurato è di 200 mila euro, il secondo 185 mila, il terzo 172 mila, e così dì seguito. E' altresì interessante rilevare che il premio non viene più pagato negli ultimi 5 anni. In pratica, le annualità dei pagamenti, sempre riferendosi all'esempio precedente, sono 15 al posto di 20. Per lo più ì diversi meccanismi stabiliti nella polizza non prevedono importi identici a quelli delle rate di mutuo restanti, anche se si avvicinano. Le tariffe previste per le polizze a «capitale decrescente» risultano essere assai inferiori se confrontate con quelle che stabiliscono un «capitale Crescente» o «capitale costante». Il minor costo della formula «capitale decrescente» lo si deve dunque al minor rischio che la compagnia dì assicurazione si assume con il passare degli anni. Quando l'importo garantito in polizza è di un certo rilievo, il cittadino deve sottoporsì a una visita medica per accertare il suo stato dì salute: in tal caso il costo è a suo carico. In alcune occasioni è la banca stessa a chiedere ad una compagnia concordataria di emettere il contrE(.t1ta,as8Ìcurfttivo. A seconda che la polizza sia dì tipo a «capitale costante» o «crescente» cambiano le modalità del rimborso. Se, per esempio, il decesso avviene a metà della durata del mutuo, pur non essendo specificato nella polizza, la società rimborserà all'istituto dì credito l'ammontare che l'assicurato avrebbe ancora dovuto pagare mentre agli eredi legittimi o testamentari andrà la somma pari agli importi che il medesimo aveva già pagato alla banca. Infine, qualora l'assicurato sia già titolare di una polizza sulla vita, al momento dì accenderne una nuova dovrà segnalarlo alla compagnia a cui si richiede il secondo contratto. Più o meno le stesse regole valgono qualora il finanziamento sìa utilizzato per avviare delle attività imprenditoriali di ogni tipo. In altri paesi questo genere dì «finanziamento assicurativo» è in uso da tempo. Addirittura le operazioni finanziarie vengono avviate solo in presenza dì apposite polizza sulla vita e, qualora ì titolari della ditta siano diversi, ognuno dì loro deve essere coperto da un apposito contratto assicurativo. A volte, chi concede prestiti può esigere che sia stipulata un'apposita polizza che preveda l'invahdità permanente da infortunio. Una richiesta che, dì solito, interessa chi svolge attività a rischio poiché l'infortunio potrebbe mettere a rischio il rimborso del prestito. Chi pretende l'emissione dì questo tipo dì garanzia assicurativa è quasi sempre un ufficio finanziario che opera nei settori artigianali o della pìccola industria. Giuseppe Alberti