«Via da Baghdad e puntiamo sulla Uè»

«Via da Baghdad e puntiamo sulla Uè» IN UNA INTERVISTA ZAPATERO LANCIA IL SUO PROGRAMMA «Via da Baghdad e puntiamo sulla Uè» «Potrei cambiare idea solo se entro giugno scenderà in campo l'Onu» «Aznar ha sbagliato a credere che il rapporto con Bush sia più importante dell'Europa». «Voglio discutere la Costituzione con Francia e Germania» Gian Antonio Orighi MADRID No alla guerra per combattere il terrorismo, perchè la miglior risposta per affrontarlo è una unità mondiale di intelligence. Sì al ritiro delle truppe spagnole in Iraq se entro il 30 giugno il Paese non passa sotto l'egida dell' Onu, cosa possibile. Non esiste una Vecchia e Nuova Europa. Prudenza nell'accettazione della «doppia maggioranza» per sbloccare la Costituzione. E la conferma che il suo Esecutivo (in funzione a metà aprile) sarà un monocolore a «geometria variabile». Questo il «clou» della intervista fiume di 4 pagine che il futuro premier socialista José Luis Rodriguez Zapatero ha rilasciato ieri ad quotidiano fiancheggiatore «El Pais». Zapatero, nella sue prime dichiarazioni ad un giornale dopo la sua imprevista vittoria alla legislative del 14 marzo, non nomina mai Al Qaeda, Bin Laden, Bush, Kerry o altri leader. Ma subito aggiunge: «La sorpresa per la sconfitta dei popolari ha portato alcuni ad esprimere opinioni inesatte. Il risultato per molti è stato inaspettato ed alcuni ancora devono accettarlo. Nessun cittadino si lascia né sviare né manipolare. Vorrei sottolineare subito che la Spagna è stata al centro dell'attenzione mondiale non per Zapatero, ma per i suoi cittadini». E precisa: «É un fatto molto impor- tante: bisogna governare rispettando ed ascoltando i cittadini». Zapatero ha illustrato la sua posizione nella lotta contro il terrorismo: «Bisogna puntare, sia per quello interno che internazionale, sulla stretta cooperazione e sull'unità delle polizie. Credo che sarebbe conveniente un vertice europeo dedicato alla sicurezza ed alla strategia nella lotta contro il terrorismo. Dobbiamo ridurre al massimo gh incendi che producono fanatismo e violenza, cioè dobbiamo trovare una soluzione al conflitto tra Israele e i palestinesi, su cui abbiamo perso troppo tempo». Il leader socialista ha affron¬ tato il tema della guerra in Iraq, contro cui scese in piazza nel. febbario 2003. E nega la teoria degli «Stati Canaglia» cara alla Amministrazione americana: «La guerra è l'ultima risorsa ed in ogni caso è solo uno strumento in un conflitto tra Paesi, ma mai può essere un mezzo efficace per ridurre o combattere gruppi fanatici, estremisti, criminali, perchè può provocare più odio, fanatismo, più rischio di violenza». Poi Zapatero ha ggiunto: «Il conflitto in Iraq è stato un grande errore. Non c'erano ragioni, si è condotta la guerra senza consenso intemazionale e l'occupazione è stata un elisa¬ stro. Oggi, la gente ha una forte sensazione che la situazione in Iraq sia di tipo neo-coloniale». Le accuse del vincitore delle elezioni sono incalzanti: «Non si è voluto che l'Onu gestisse il problema che era aperto con l'Iraq per le armi di distruzione di massa. L'unica via ragionevole era che le Nazioni Unite assumessero la direzione politica, che ci fossero forze multinazionali con la presenza di molti Paesi islamici sotto la leadership della Lega Araba. O c'è un cambio di questo quadro o le truppe spagnole torneranno a casa, una decisione diffìcilmente evitabile. Io non dimenticherò i familiari delle vittime (dell' 11 Marzo, ndr) che mi hanno chiesto: "Non ci deludere". La gente vuole politici che dicano la verità. Questo è il messaggio, per me il più importante. E spero che f Amministrazione americana ascolti e capisca che quello che è successo in Iraq prova che non non è un buon cammino». Poi l'intervista affronta un altro grande tema, l'Europa. Ma con grande cautela. «La Spagna aprirà un dialogo con gli altri stati membri ma voglio essere molto prudente e non anticipare quah saranno i nostri obbiettivi e la nostra strategia - assicura Zapatero -. Primo perchè c'è un Consiglio europeo a cui parteci¬ perà ancora 1' Esecutivo uscente. Poi perchè, prima di manifestare pubbhcamente il mio punto di vista, voglio incontrare e dialogare con il presidente di turno della Unione Europea, il premier irlandese e con Francia e la Germania». Zapatero ha però criticato la politica seguita dal popolare José Maria Aznar, sia in Europa che instaurando un rapporto privilegiato con il presidente americano Bush: «L1 Esecutivo popolare ha interpretato male il concetto di atlantismo, perchè ha pensato che la relazione con gh Stati Uniti fosse più importante dell'unità europea. Ci deve essere una grande Europa, un Europa del futuro con tre pilastri essenziali: unità dei valori democratici; legalità internazionale, multilateralismo e Nazioni Unite come elementi imprescindibili per qualsiasi ordine mondiale, cioè dialogo e non scontro tra civiltà; infine la coesione sociale». Sulla composizione dell'esecutivo, Zapatero ha confermato che il suo governo, che dispone di 164 seggi alla Camera quando la maggioranza assoluta è 176, sarà un monocolore che tratterà di volta in volta l'approvazione di ogni legge con gh partiti: «Sarà un govero a geometria variabile». Un fatto medito in Spagna. li nuovo premier spagnolo José Zapatero insieme con la moglie Sonsoles Espinosa l'altro ieri sull'isola di Lanzarote, nelle Canarie